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Esteri
Con pugno duro ed elemosina alimentare Maduro tiene in mano il Venezuela

Il terremoto in Indonesia di 6.4 punti di magnitudo ha distolto per un giorno l’attenzione internazionale da quello che è un terremoto devastante e continuo che sta massacrando da tempo uno dei paesi potenzialmente più ricchi al mondo : il Venezuela del dittatore Nicolas Maduro.

L’inflazione è prevista arrivi quasi al milione per cento, nell’ultimo anno oltre 2 milioni di venezuelani hanno lasciato il paese, la gente non riesce più a vivere ma il regime, attraverso una pesante repressione politica, provvedimenti economici ridicoli, distribuzione di alimenti come elemosina e l’indifferenza della comunità internazionale si mantiene al comando.

Maduro e il Venezuela in crisi. Difficile un cambio di cultura in un paese conformista.

Il sogno dei venezuelani, pure tra i chavisti, è la fine del regime ma il conformismo del paese e il pugno duro del dittatore non permettono un cambio di passo. Di conseguenza la gente preferisce sopravvivere al limite della povertà estrema piuttosto che lottare per cambiare.

 

La repressione significa anche la distribuzione di armi ai civili, circa 400000 persone, che costituiscono all’interno della milizia, un vero e proprio esercito pronto ad appoggiare i militari nella 'difesa totale' della nazione.

Quindi armi a cittadini per difendere Maduro da altri cittadini. Qualcosa di immaginabile solo in un regime di dittatura allo sfascio.

Maduro e il Venezuela in crisi. Togliere tre zeri alla moneta per combattere l'inflazione

Per combattere l’inflazione a cinque cifre Maduro ha immaginato un paio di soluzioni economiche sorprendenti per la loro originalità. La prima è togliere semplicemente tre zeri alla moneta in corso, il bolivar, che non vale praticamente nulla. Il secondo appoggiarsi ad una pseudo criptomoneta, il Petro, non riconosciuto da nessuno e contrattabile in nessuna piazza finanziaria, ma secondo il pupillo di Chavez, forte del valore del petrolio venezuelano. Petrolio che, dettaglio di non poco conto, è già stato praticamente venduto da tempo al mercato cinese.

 

Ma, in una popolazione che ha come unico obiettivo quello della sopravvivenza giornaliera, la distribuzione di elemosina alimentare come pacchetti di riso, di pasta, sale, farina, latte e pomodori è sicuramente un modo per sedare il dissenso e mantenere un consenso virtuale. 

Se poi si considera che tutta questa crisi economica viene attribuita da Maduro ad una strategia mirata dei poteri imperialisti e del capitalismo e economico e americano in particolare,  si capisce bene che un popolo affamato e magari non particolarmente preparato, possa venire ingannato.  

Maduro e il Venezuela in crisi. Evitare il bagno di sangue

Gli scenari possibili però non sono chiari a nessuno.

Tutti sperano in un cambio ma nessuno sa realmente come, questo cambio. potrebbe essere portato avanti e da chi. Alcuni analisti immaginano una transizione operata dall’opposizione insieme ad una parte del settore chavista. 

Tutto può succedere meno quello che tutti temono e che, in parte, è già avvenuto, ovverossia un rivolta violenta del popolo oppresso che si risolverebbe in un bagno di sangue allargato.

 

 

 

 

Tags:
nicolas madurobolivar





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