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Esteri
Ex capo CIA Pompeo nel Cda della più grande società telecomunicazioni ucraina

L’ex direttore della CIA sbarca in Ucraina. Ecco chi è

Kyivstar, la più grande società di telecomunicazioni dell’Ucraina, vede un ingresso importante nel proprio Cda, Mike Pompeo, ex segretario di Stato americano ed ex direttore della CIA dal 2017 a circa a metà 2018. Che ci fa un ex capo della CIA in una società di telecomunicazioni ucraina? Cambieranno idea coloro che sostengono che gli USA non hanno alcun interesse in Ucraina, se non la libertà di quel popolo?

Crediamo di no, anche perché non lo hanno fatto neanche quando l’ex agente CIA Edward Snowden ha spiegato come la sorveglianza elettronica di massa attuata dal governo degli Stati Uniti violasse i principi della democrazia, fosse per fini poco nobili e anche per interessi privatissimi dei propri funzionari oltre che per il controllo economico del pianeta. La vicenda di Snowden si intreccia con quella di Julian Assange, l’australiano fondatore di WikiLeaks, sito curato da giornalisti e scienziati che pubblica tra gli altri documenti coperti da segreto di Stato e militare, rivelatori delle vere trame di potere dei potenti del mondo.

La nomina di Pompeo, come dichiarato in una nota martedì scorso, è stata decisa da Veon Ltd., società di telecomunicazioni con sede ad Amsterdam. Veon Ltd ha inserito l’ex capo della CIA nel consiglio di amministrazione della controllata ucraina Kyivstar. Pompeo, che è stato il massimo diplomatico nell'amministrazione Trump nel 2018-2021, ha annunciato ad aprile che non avrebbe corso per la Casa Bianca alle elezioni del prossimo anno. Una partita di scacchi nel potere USA. Pompeo avrà un ruolo di amministratore indipendente non esecutivo per “riflettere l'impegno di Veon in Ucraina”, riporta l’agenzia di stampa internazionale Bloomberg. 

Il 47,9% di Veon è della società olandese LetterOne, del magnate russo Michail Fridman, nato a Leopoli, in Ucraina. John Aglionby, giornalista del Financial Times, racconta Forbes, ha descritto Fridman come un formidabile equilibrista: “un uomo capace di restare abbastanza vicino a Putin da non cadere in disgrazia e abbastanza lontano da non incappare per molto tempo nelle sanzioni occidentali. Di rovinare affari miliardari a due tra le più grandi compagnie petrolifere del mondo e poi di mettersi in società con una e intascare cinque miliardi di dollari dall’altra”. Fridman si è comunque dimesso dai consigli di amministrazione delle due società dopo l'imposizione delle sanzioni ai russi, una volta partita la guerra in Ucraina.

Era il 2017 e Wikileaks aveva già mostrato i crimini, come anche le uccisione di civili e giornalisti, nelle guerre sporche degli americani tra Guantanamo, Afghanistan e Iraq, e arriva il rilascio di Vault 7, dove l’associazione di Assange spiega con dovizia di particolari tecnici come la CIA entri nelle Smart Tv e nei Mac di chiunque, un episodio devastante per l’agenzia USA. A quel punto, colpa anche dell’acredine dei Democratici americani che rappresentano la sconfitta contro Donald Trump come l’effetto delle campagne di Assange, l’attivista australiano diventa un obiettivo della CIA, disposta ad usare anche soluzioni estreme. Alla CIA si pianifica la sua morte, spiegano varie ricostruzioni pubblicate nei servizi giornalistici di Yahoo che interpella funzionari CIA ed ex.

Il governo USA smentisce ma alla guida dell’agenzia c’è Mike Pompeo appena designato dal nuovo presidente, e che definisce pubblicamente Wikileaks "un servizio di intelligence ostile non statale". La descrizione permette soluzioni estreme che prima non erano pensabili. Sappiamo tutti come poi è finita la vicenda di Julian Assange.

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