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Esteri
Finlandia al voto, Sanna Marin spende troppo e rischia: favoriti i sovranisti

La Finlandia domenica al voto, sfida tra donne

Domenica i finlandesi sono chiamati alle urne per rinnovare i 200 membri dell’Eduskunta-Riksdag, camera unica del Parlamento, in elezioni legislative anticipate che si presentano come una sfida diretta tra almeno due donne e una possibile svolta a destra del Paese nordico

Il voto del 2 aprile è dominato da un lato dalla premier uscente Sanna Marin, del Partito social-democratico, e dall’altro da Rikka Purra, leader del Partito dei Finlandesi (Perus S, nazionalista), in forte crescita nei consensi. Terzo incomodo nel duello al femminile è Petteri Orpo del Partito della coalizione nazionale (KOK, liberal-conservatore), che secondo l’ultimo sondaggio dell’Istituto Taloustutkimus è accreditato del 20,8% dei suffragi, pertanto arriverebbe in testa rispetto al partito della Marin, al 19,9%, e a quello della Purra, al 19%. 

Pertanto si profila un testa a testa tra queste tre principali forze politiche. Sempre secondo la stessa indagine, il Center Party (KESK) di Annika Saarikko otterrebbe il 9,5%; l'Alleanza di Sinistra (VAS) guidata da Li Andersson, il 9%; la Lega Verde (VIHR) di Maria Ohisalo, l’8,9%; il Partito popolare svedese (SFP) di Anna-Maja Henriksson, 4,4%; il Partito Democratico Cristiano (SKL) di Sari Essayah, 3,6% e infine Now Movement (LN), il partito liberale di Hjallis Harkimo, l’1,5% dei voti. "L'ascesa del Partito dei finlandesi è dovuta alle donne e agli astensionisti", ha analizzato Tuomo Turja, direttore dell'istituto d'opinione Kantar. Anche il partito di centro beneficia di una dinamica. Chi vota per la prima volta opterà anche per i nazionalisti del Partito dei Finlandesi: più di un quarto di loro (28%) ha affermato che voterà per lui. Il 23% sceglierà i socialdemocratici e l'11% la Lega dei Verdi.

Secondo il Forum per gli affari e la politica della Finlandia (EVA); quasi un quarto dei finlandesi (23%) spera che il Partito della coalizione nazionale e il Partito formino il prossimo governo, segnando una svolta tutta a destra. Un quinto (19%) preferisce una coalizione formata dal KOK e dai socialdemocratici e il 10% una coalizione composta dal Partito socialdemocratico e dal partito di centro. Infine, le due questioni più importanti agli occhi degli elettori sono la gestione delle finanze pubbliche e le questioni sociali e sanitarie.

In realtà le operazioni del voto cruciale sono già cominciate con il voto anticipato che in Finlandia è stato aperto dal 22 al 28 marzo, mentre all’estero si è svolto tra il 22 e il 25 marzo. Nel Paese sono stati allestiti 86 seggi elettorali, nei 13 distretti, in cui vengono eletti un numero di rappresentanti proporzionale al numero di cittadini finlandesi residenti in ognuno.

Il governo uscente è guidato dalla popolare Sanna Marinin carica da fine 2019, quando da allora ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni, all’età di 34 anni divenne il primo ministro più giovane della storia finlandese. Marin è subentrata al socialdemocratico Antti Rinne – costretto a rassegnare le dimissioni per una vicenda scomoda tenuta nascosta da un suo ministro – che dopo le elezioni generali del 14 aprile 2019 aveva formato un governo composto oltre al suo partito, dal Partito di centro, dalla Lega dei Verdi, dall'Alleanza di sinistra e dal Partito popolare svedese. Il governo di Sanna Marin comprende 12 donne su 19 membri, mentre i 5 partiti che compongono la sua coalizione (Partito socialdemocratico, Partito di centro, Lega dei Verdi, Alleanza di sinistra e Partito popolare svedese) sono tutti guidati da una donna, 4 dei quali hanno meno di 40 anni.

La fine legislatura è stata all’insegna di diverse tensioni tra il Centro e la Lega Verde, la prima avendo rifiutato di votare alcuni punti della legge sul ripristino della natura, presentata il 22 giugno 2022 dalla Commissione Europea che obbliga gli Stati membri a ripristinare le foreste, le zone umide e altri paesaggi e paesaggi marini degradati, danneggiati o distrutti dallo sviluppo umano e che consentono una maggiore biodiversità nei terreni agricoli e forestali, nell'ambiente marino e negli spazi urbani. Il contesto elettorale è segnato da una serie di problematiche nazionali tra cui l'aumento del prezzo dell'energia, l'inflazione, l'aumento degli atti di violenza tra i più giovani, spesso raggruppati in bande, fenomeno osservato nella vicina Svezia.

Helsinki deve anche fare i conti con la guerra in Ucraina. Dall'invasione del Paese da parte delle forze armate russe, la Finlandia, che condivide 1.340 km di confine con la Russia, si è posizionata su una linea ferma di fronte al presidente russo, in particolare consegnando armi agli ucraini. Questo conflitto ha rafforzato la coesione della popolazione con la classe politica e il 53% dei finlandesi è favorevole ad un’adesione rapida del Paese alla Nato.

Nonostante le varie sfide da affrontare, a queste legislative i socialdemocratici hanno una risorsa importante nella persona di Sanna Marin che rimane molto popolare tra i suoi connazionali. Gli altri partiti evitano quindi di criticarla troppo apertamente. Dal canto suo, Sanna Marin ribadisce che solo una vittoria del Partito socialdemocratico può impedire la formazione di una coalizione di destra. La premier uscente ha affermato che il Partito dei Finlandesi è un partito razzista, il che giustifica che si rinunci chiaramente a qualsiasi collaborazione con lui, una frecciata lanciata al Partito della coalizione nazionale che rifiuta di posizionarsi su questo argomento.

I socialdemocratici si battono contro i tagli ai bilanci sociali e vogliono rafforzare l'economia finlandese aumentando il tasso di occupazione all'80% entro la fine della prossima legislatura nel 2027, una percentuale che metterebbe la Finlandia alla pari con i suoi vicini del Nord Europa.

Il principale partito di opposizione, il National Coalition Party, critica il Partito socialdemocratico per la mancanza di realismo nel suo programma. "Scommettere sia sulla crescita che sull'aumento delle tasse è irrealistico" secondo il suo leader, Orpo, che ha dichiarato che il ''welfare state' si è deteriorato sotto il governo di Sanna Marin, contribuendo ad accrescere ulteriormente il debito pubblico, quindi il KOK rifiuta qualsiasi aumento delle tasse per la prossima legislatura. Secondo lui, le azioni più importanti sono riportare in equilibrio i conti pubblici e creare crescita oltre a volere che la metà degli individui in una fascia di età ottenga un titolo universitario entro il 2030 e punta a un tasso di occupazione che raggiunga l'80% della popolazione durante questo stesso anno.

Orpo nega ogni volontà di formare una coalizione di governo con il Partito dei Finlandesi, ma la sua posizione in merito rimane confusa e si rifiuta di dire con quale partner preferirebbe governare in caso di vittoria del KOK. Il Partito dei Finlandesi vuole essere anti-elite, contrario a qualsiasi approfondimento dell'Unione europea e difensore della cultura nazionale finlandese e della sovranità del Paese. Fa dei servizi pubblici una priorità e rifiuta qualsiasi taglio ai servizi sociali in quanto lo scopo dello Stato è fornire sicurezza e proteggere i finlandesi. Inoltre, la sua leader Rikka Purra vuole che la neutralità del carbonio del Paese venga posticipata al 2050. Il Partito di Centro si è dato come obiettivo principale il risanamento delle finanze del Paese, la riduzione del debito nazionale che ammonta a 144 miliardi di euro, ovvero 26mila euro per abitante, e il riequilibrio del bilancio della Finlandia.

Helsinki deve anche fare i conti con la guerra in Ucraina. Dall'invasione del Paese da parte delle forze armate russe, la Finlandia, che condivide 1.340 km di confine con la Russia, si è posizionata su una linea ferma di fronte al presidente russo, in particolare consegnando armi agli ucraini. Questo conflitto ha rafforzato la coesione della popolazione con la classe politica e il 53% dei finlandesi è favorevole ad un’adesione rapida del Paese alla Nato.

Nonostante le varie sfide da affrontare, a queste legislative i socialdemocratici hanno una risorsa importante nella persona di Sanna Marin che rimane molto popolare tra i suoi connazionali. Gli altri partiti evitano quindi di criticarla troppo apertamente. Dal canto suo, Sanna Marin ribadisce che solo una vittoria del Partito socialdemocratico può impedire la formazione di una coalizione di destra. La premier uscente ha affermato che il Partito dei Finlandesi è un partito razzista, il che giustifica che si rinunci chiaramente a qualsiasi collaborazione con lui, una frecciata lanciata al Partito della coalizione nazionale che rifiuta di posizionarsi su questo argomento. I socialdemocratici si battono contro i tagli ai bilanci sociali e vogliono rafforzare l'economia finlandese aumentando il tasso di occupazione all'80% entro la fine della prossima legislatura nel 2027, una percentuale che metterebbe la Finlandia alla pari con i suoi vicini del Nord Europa.

Il principale partito di opposizione, il National Coalition Party, critica il Partito socialdemocratico per la mancanza di realismo nel suo programma. "Scommettere sia sulla crescita che sull'aumento delle tasse è irrealistico" secondo il suo leader, Orpo, che ha dichiarato che il ''welfare state' si è deteriorato sotto il governo di Sanna Marin, contribuendo ad accrescere ulteriormente il debito pubblico, quindi il KOK rifiuta qualsiasi aumento delle tasse per la prossima legislatura. Secondo lui, le azioni più importanti sono riportare in equilibrio i conti pubblici e creare crescita oltre a volere che la metà degli individui in una fascia di età ottenga un titolo universitario entro il 2030 e punta a un tasso di occupazione che raggiunga l'80% della popolazione durante questo stesso anno.

Orpo nega ogni volontà di formare una coalizione di governo con il Partito dei Finlandesi, ma la sua posizione in merito rimane confusa e si rifiuta di dire con quale partner preferirebbe governare in caso di vittoria del KOK. Il Partito dei Finlandesi vuole essere anti-elite, contrario a qualsiasi approfondimento dell'Unione europea e difensore della cultura nazionale finlandese e della sovranità del Paese. Fa dei servizi pubblici una priorità e rifiuta qualsiasi taglio ai servizi sociali in quanto lo scopo dello Stato è fornire sicurezza e proteggere i finlandesi. Inoltre, la sua leader Rikka Purra vuole che la neutralità del carbonio del Paese venga posticipata al 2050. Il Partito di Centro si è dato come obiettivo principale il risanamento delle finanze del Paese, la riduzione del debito nazionale che ammonta a 144 miliardi di euro, ovvero 26mila euro per abitante, e il riequilibrio del bilancio della Finlandia.

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