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Germania, Turingia: Cdu apre a confronto con Linke, Spd e Verdi

Germania: Turingia, Cdu apre confronto con Linke, Spd e Verdi

Per la prima volta dopo lo tsunami che ha stravolto il panorama politico della Turingia – ossia l’elezione del governatore del Land orientale con i voti dell’Afd, il partito dell’ultradestra – la Cdu ha accettato di mettersi ad un tavolo con la sinistra ‘radicale’ della Linke, la Spd ed i Verdi per cercare di trovare una soluzione alla crisi. Il vertice è previsto per questa sera, e rappresenta una novità assoluta per i cristiano-democratici - sconvolti dalle dimissioni del loro leader in Turingia, Mike Mohring, e dall’annuncio del ritiro della leader nazionale, Annegret Kramp-Karrenbauer – che finora avevano sempre escluso a priori di poter votare per il capo della Linke, Bodo Ramelow, ex governatore la cui rielezione è stata affossata due settimane fa proprio dall’inedita convergenza tra Cdu, liberali dell’Fdp e l’ultradestra. Ora Ramelow vuole sottoporsi di nuovo al voto, se riuscirà a mettere insieme una nuova maggioranza pronto a sostenerlo: ma per questa sono necessari almeno quattro voti della Cdu o dell’Fpd. In pratica, si tratterebbe di un rovesciamento della prospettiva rispetto al voto di due settimane fa, seguito da proteste nel Paese e dal ‘njet’ della cancelliera Angela Merkel, che non solo aveva affermato che ogni collaborazione con l’Afd “è contraria ai valori dei cristiano-democratici”, ma addirittura che l’elezione del liberale Thomas Kemmerich, appunto grazie al blitz dell’ultradestra, era “imperdonabile” e che andava “annullata”.

A questo punto, dato l’ordine della Cdu nazionale di escludere qualsivoglia cooperazione con l’Afd ma anche con la Linke, si tratta di trovare qualche escamotage per uscire dall’impasse: una coalizione ‘rosso-rosso-verde’, ossia con le sole Linke, Spd e Verdi, oggi arriva a soli 42 voti: per la maggioranza ne sono necessari 46. Una delle opzioni è che la Cdu al momento della votazione possa astenersi dal voto al terzo scrutinio, quando sarà sufficiente la maggioranza relativa. Una prima mossa in direzione sinistra era arrivata già la settimana scorsa dalla Cdu. Un gruppo di ‘pontieri’ si era fatta sentire con il gruppo parlamentare della Linke. L’intento era di aprire un “canale di dialogo” con il partito di Ramelow, come confermato alla Zeit da un portavoce dei cristiano-democratici. Sul tavolo vi sono possibili convergenze, per esempio sul bilancio del Land tedesco-orientale o sugli investimenti per i comuni.

“Spero che si riesca a trovare un’intesa con la Cdu, in modo da scongiurare questa crisi”, ha detto da parte sua Ramelow. Paradossalmente la Linke – vittima della ‘trappola’ ordita da Afd, Cdu e Linke – in questo momento ha il coltello dalla parte del manico, dato che potrebbe uscire in modo trionfale da eventuali elezioni anticipate mentre la Cdu e la Fdp rischiano un bagno di sangue. Stando agli ultimi sondaggi, infatti, la sinistra vola al 40%, mentre i cristiano-democratici vedrebbero decimati i propri consensi e liberali finirebbero fuori dal Landtag. Le voci favorevoli a rimettere in pista Ramelow non mancano: Kevin Kuehnert, vicesegretario della Spd, afferma che per la Cdu l’elezione del capo della Linke sarebbe “un atto volto a limitare i danni provocati dalla stessa Cdu”. Altrimenti, c’è la via del ritorno alle urne. Anche un grande vecchio tra le fila dei cristiano-democratici come l’ex segretario generale Ruprecht Polenz ritiene che “la Cdu deve impedire che il Land non diventi ingovernabile, e pertanto non deve opporsi” ad un nuovo governo rosso-rosso-verde. Vede un rischio invece l’ex governatore Bernhard Vogel, anche lui Cdu, ossia che l’Afd voti in prima votazione “l’arcinemico” Ramelow per continuare a fare “i propri giochetti”. In quel caso l’esponente della sinistra sarebbe costretto “a non accettare il mandato”. E la Turingia tornerebbe alla casella di partenza. Ossia nel caos.

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