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Esteri
Guerra, "Netanyahu in crisi di consensi". Razzi su Israele dal Libano

Guerra Israele - Hamas: "Netanyahu in crisi di consensi": la bomba dell'intelligence americana

Cresce la sfiducia degli israeliani nei confronti del primo ministro. "L'opinione pubblica israeliana sta perdendo la fiducia nelle capacità di leader di Benjamin Netanyahu da quando è iniziata la guerra a Gaza", rivela il rapporto annuale dell'intelligence americana sulle minacce alla sicurezza degli Stati Uniti. Le agenzie americane avvertono, inoltre, che si aspettano nelle prossime settimane "grandi proteste che chiedono le sue dimissioni e nuove elezioni. Un governo diverso, più moderato, è una possibilità".

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Un rapporto dell'intelligence americana rileva che per la maggior parte gli israeliani "sostengono la distruzione di Hamas" ma l'aumento delle vittime civili di fame e malattie a Gaza ha fatto aumentare lo scetticismo nei confronti di Netanyahu. Le agenzie americane avvertono, inoltre, che "Israele dovrà affrontare una dura resistenza armata di Hamas negli anni a venire" e che "faticherà a distruggere l'organizzazione terroristica". Intanto, nel pieno degli attriti con gli Usa, Netanyahu e il suo governo plaudono ai successi e parlano di Stato Ebraico "sulla strada della vittoria completa". Ma è allerta su un aumento degli attacchi e arrivano intanto nuove accuse all'Iran da parte del ministro israeliano della Difesa. Secondo Gallant infatti, la Repubblica Islamica farebbe arrivare armi in Cisgiordania. "Dobbiamo prepararci a un aumento del terrore durante il Ramadan", ha detto il ministro in dichiarazioni riportate dal Times of Israel. "L'Iran - ha accusato - è al lavoro per aumentare la gravità degli attacchi e sta introducendo molte armi". Gallant ha parlato di armi di "alta qualità".

Proseguono le operazioni militari nella Striscia di Gaza

"Ci sono stati successi, anche negli ultimi giorni, e ci saranno altri successi", ha detto Gallant in un incontro con lo Stato Maggiore delle Idf secondo dichiarazioni riportate dal Jerusalem Post. Gallant ha parlato di un'"azione" nella "giusta direzione" mentre proseguono le operazioni militari israeliane contro Hamas nella Striscia di Gaza, scattate dopo l'attacco del 7 ottobre in Israele. "Dobbiamo tener conto del fatto che potrebbero esserci ulteriori sfide davanti a noi, la prima nel nord", ha aggiunto, con un chiaro riferimento al confine tra il nord di Israele e il sud del Libano.

"La lotta tra i nostri governi non è necessaria, è destinata alla politica interna". E' quanto ha detto intanto, parlando di Stati Uniti e Israele, Yair Lapid, il leader dell'opposizione israeliana, intervenendo con un video ad un Forum dell'American Israel Public Affair Committee, la conferenza dell'Aipac che celebra l'alleanza di ferro tra Israele e Usa, accusando in modo non tanto velato il governo di estrema destra di Netanyahu di scontrarsi con Washington per motivi di politica interna. "Qui abbiamo persone, al più alto livello - ha aggiunto riferendosi quindi al governo israeliano - che pensano erroneamente che questo li aiuterà con la loro base politica. Questo è stupido e siete autorizzati a dirlo ad alta voce. Questo non è quello che pensano gli israeliani". Lapid ha inoltre esortato gli amici americani "non a difendere il governo, ma a difendere Israele".

Guerra Israele - Hamas, le parole di Biden

Le parole di Lapid sembrano riecheggiare, riporta il Times of Israel, quelle pronunciate nei giorni scorsi da Joe Biden che ha detto che le politiche di Netanyahu su Gaza danneggiano invece di aiutare Israele. "E' difficile difendere una politica quando non sei sicuro di capirla, quando non sei sicuro che ve ne sia una", ha detto ancora criticando il governo israeliano ma evitando però di entrare nelle questioni che maggiormente dividono Biden e Netanyahu, la minacciata offensiva a Gaza e la soluzione dei due stati. Lapid si è limitato a lodare gli Usa per il fatto "di spingere il dibattito sui day after" a Gaza. "E' essenziale", ha detto senza elaborare.






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