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Esteri
Guerra Russia-Ucraina, stretta big tech: anche Tik Tok e Netflix mollano Mosca

Guerra Ucraina-Russia, dopo Apple, Youtube e Google arriva la stretta di Tik Tok e Netflix 

Google, Apple, Youtube, Telegram, e ora anche Netflix e Tik Tok: cresce la lista dei colossi tech, social e streaming che decidono di lasciare la Russia a fronte dell'intensificarsi del conflitto con l'Ucraina e la stretta, sempre più forte, della libertà d'espressione interna al Paese. L'ultima iniziativa, è quella della Duma russa, che ha approvato all'unanimità un disegno di legge che prevede fino a 15 anni di carcere per chi pubblica "informazioni false" sull'esercito della Federazione, tra cui le accuse di colpire i civili o il numero delle vittime russe; pochi giorni prima, le autorità avevano vietato di usare la parola "invasione" per l'operazione militare in corso.

Alla luce della nuova legge russa sulle "notizie false", non abbiamo altra scelta che sospendere il live streaming e i nuovi contenuti nel nostro servizio video mentre esaminiamo le implicazioni sulla sicurezza di questa legge, ha annunciato Tik Tok su Twitter.  "Tik Tok è uno sbocco per la creatività e l'intrattenimento - prosegue l'azienda su Twitter - che può fornire una fonte di sollievo e connessione umana durante un periodo di guerra in cui le persone stanno affrontando un'immensa tragedia e grande isolamento. "Continueremo a valutare l'evoluzione delle circostanze in Russia, ha concluso Tik Tok, per determinare quando potremmo riprendere completamente i nostri servizi con la sicurezza come priorità assoluta".

Tuttavia, la sicurezza dei nostri dipendenti e dei nostri utenti rimane la nostra massima priorità. Alla luce della nuova legge russa sulle "notizie false", non abbiamo altra scelta che sospendere il live streaming e i nuovi contenuti nel nostro servizio video mentre esaminiamo le implicazioni sulla sicurezza di questa legge. Il nostro servizio di messaggistica in-app non sarà interessato.

Tempestivo èstato anche venerdì l'annuncio della Bbc: tutti i suoi giornalisti lasceranno la Russia "per la loro sicurezza". L'emittente inglese continuerà a informare in russo solo dall'estero. "Putin e il suo apparato sono in Guerra e si presuppone che i media debbano seguirlo", ha spiegato Christopher Resch, addetto stampa di Reporters sans frontie'res a Berlino. 

Ma nella Guerra d'informazione sono in prima linea anche la Ue e l'Ucraina. Nel mirino dei provvedimenti occidentali contro Mosca rientrano anche le testate Russia Today e Sputnik, bandite dall'Europa questa settimana. L'iniziativa e' stata seguita da una misura drastica di YouTube che ha annunciato il blocco dei canali delle due testate. In Ucraina, le autorità hanno sanzionato il deputato filo-russo della Verkhovna Rada Taras Kozak e tre canali di notizie di sua proprieta', interrompendone le trasmissioni.

Ma non solo social. Anche la piattaforma di streaming Netflix ha sospeso il suo servizio in Russia in segno di protesta contro l'invasione russa dell'Ucraina. La società aveva già annunciato nei giorni scorsi anche la sospensione di tutti i futuri progetti e delle future acquisizioni, unendosi alla crescente lista di compagnie occidentali che hanno tagliato i legami col Paese. "Date le circostanze sul terreno, abbiamo deciso di sospendere il nostro servizio in Russia", ha fatto sapere in una nota. Colpite anche quattro serie originali russe, la cui produzione viene congelata. Netflix ha fatto il suo ingresso nel mercato russo l'anno scorso e ha meno di un milione di abbonati, secondo il Wall Street Journal. 

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