Huawei, la Francia dice no a Trump. Il Giappone ritarda il lancio dei modelli
Le Maire: "La Francia non colpirà Huawei, messa al bando dagli Usa, continuando a garantire a imprese e cittadini l'accesso alle migliori tecnologie"
Il ban a Huawei? Il segno dell’inasprimento Usa-Cina, una mossa politica. Questo in sintesi il pensiero di Romano Prodi, ex presidente della Commissione europea ed ex premier che in occasione della presentazione del libro “Lezioni cinesi” di Francesco Grillo nella sede di Nomisma a Bologna è intervenuto sul “caso Huawei” evidenziando le conseguenze e i rischi sulla crescita e sull’economia mondiale. “La Cina cresce fortissimo, per questo Trump ha accelerato l’attacco a Huawei. È un’impresa arrivata a 70 miliardi di fatturato in pochissimi anni. I tempi sono stati accelerati perché Trump vuole tenere il sistema contro la Cina, con conseguenze sulla crescita e sull’economia mondiale”. Secondo Prodi “Huawei improvvisamente sembra in grado di produrre il 5G con più velocità rispetto ad altri concorrenti. E Trump ha deciso di ucciderla. È già troppo grande o è ancora in tempo? È un interrogativo politico”. “La grande forza di Trump – ha concluso Prodi – è che tutta l’opinione pubblica americana ritiene la Cina un avversario”.
Huawei: Le Maire, vigileremo ma la Francia non la colpira'
La Francia non colpira' Huawei, messa al bando dagli Usa, continuando a garantire a imprese e cittadini l'accesso alle migliori tecnologie. "Non colpiremo una compagnia o l'altra. Abbiamo molti operatori che lavorano sul 4G con Huawei. La nostra posizione e' diversa da quella degli americani", ha detto il ministro dell'Economia Bruno Le Maire. Quanto al 5G "e' essenziale per i veicoli a guida autonoma, per gli oggetti connessi e quindi avra' un impatto sulla nostra vita quotidiana. Vigileremo che non ci siano ingerenze, che la nostra sovranita' venga mantenuta e che sia garantito il miglior accesso tecnologico alle imprese e ai cittadini", ha detto il ministro.
Huawei: Giappone, operatori ritardano lancio nuovi modelli
Due dei tre maggiori operatori telefonici giapponesi si adeguano alle direttive statunitensi e decidono di ritardare il lancio dei nuovi smartphone col marchio del colosso cinese Huawei. Nell'annuncio odierno la Kddi e la SoftBank rendono noto che sospenderanno tutti gli ordini ricevuti dei nuovi modelli - il cui lancio era previsto a fine mese - fino a quando non verranno chiarite le questioni legate alla sicurezza delle reti e la regolare fornitura dei servizi per Android, nel momento in cui essi sono soggetti a restrizioni da parte degli Stati Uniti. Attualmente, spiegano i due operatori, non e' possibile stabilire quanto durera' l'interruzione delle vendite.
Dazi: Cina si oppone ad azioni per "screditare aziende cinesi"
La Cina si oppone al ricorso a poteri nazionali da parte degli Stati Uniti per gettare discredito sulle aziende cinesi, e chiede a Washington di fornire un ambiente "giusto e non discriminatorio" per le aziende cinesi. Lo ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Lu Kang, nel corso della conferenza stampa odierna, dopo le notizie secondo cui l'amministrazione Usa guidata da Donald Trump starebbe valutando l'imposizione di un bando di acquisto per un gruppo cinese che si occupa di sistemi di video-sorveglianza, Hikvision, e per altre quattro aziende del ramo tecnologico, che potrebbero subire un bando di acquisto di componenti dagli Stati Uniti simile a quello messo in atto nei confronti del gigante delle telecomunicazioni di Shenzhen, Huawei.
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