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Esteri
Huawei sceglie la Francia per il centro 5G europeo. E gli 007 italiani aprono

Huawei sceglie la Francia. E' nel paese transalpino che verrà stabilita una fabbrica per la produzione di infrastrutture tecnologiche necessarie al 5G. Lo ha detto il presidente del colosso cinese, Liang Hua, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Parigi. In una prima fase l'investimento prevede 200 milioni di euro, mentre saranno 500 i posti di lavoro. 

Una scelta che non nasce per caso. Nonostante la Francia non abbia mai siglato la Belt and Road (al contrario dell'Italia), ha sempre adottato un approccio pragmatico nei confronti della Cina. Lo dimostrano i numerosi accordi raggiunti a più riprese direttamente dai due presidenti Emmanuel Macron e Xi Jinping. E lo dimostrano anche le parole di Pierre de Bousquet de Florian, il coordinatore dell'Intelligence francese, a Formiche.net, a cui ha dichiarato che la Francia non escluderà “alcun operatore, l’ipotesi non è neanche presa in considerazione”. Una parola che sembra definitiva e che certamente non farà piacere a Donald Trump.

L'Italia, nel frattempo, si è un po' defilata dopo segnali discordanti mandati non solo sul tema 5G. Eppure arriva un'importante segnale di (parziale) apertura da Gennaro Vecchione, direttore generale del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, che in un'intervista a Il Sole 24 Ore ha dichiarato che  "la sicurezza nazionale va tutelata, ma non dilatata all'estremo", anche in ambito telecomunicazioni, "a meno che non si ritenga di abbandonare il modello di economia aperta". Un messaggio nemmeno troppo implicito al fatto che un ban totale di Huawei non è nei radar nemmeno dei servizi italiani. 

Nel frattempo, durante il webcast live “Industrial Digital Transformation”, Huawei ha presentato il programma ICT Academy 2.0, con la quale intende promuovere una formazione specializzata per 2 milioni di professionisti ICT e, nei prossimi cinque anni, arricchirne le competenze digitali in collaborazione con le università. Huawei si è impegnata a istituire l’ICT Academy Development Incentive Fund (ADIF), che prevede un investimento totale di almeno 50 milioni di dollari nel corso del prossimo quinquennio. Recentemente la Huawei ICT Academy è approdata anche in Italia e sono state realizzate collaborazioni con l'Università degli Studi di Perugia, il Politecnico delle Marche, l'Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro (ASPAL) della Regione Sardegna e con la Scuola Vega di Roma.

 

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