I patriarchi Cattolici d'Oriente contro l'Occidente corrotto
Un documento del Cpco inchioda gli Usa alle loro responsabilità
Il Consiglio dei sette patriarchi cattolici d’Oriente (Cpco) rilancia dal sito del Patriarcato Latino di Gerusalemme un documento ufficiale, “I Cristiani d’Oriente, timori e speranze”, che in realtà è un documento politico di accusa all’Occidente e, specificatamente, all’azione degli Stati Uniti in Medioriente, in particolare per la guerra in Iraq e le sue conseguenze che di dipanano ai giorni nostri.
In realtà, il documento è stato elaborato esattamente un anno fa a Beirut, in Libano e voleva essere una sorta di “guida all’azione” per le Chiese Cattoliche Orientali, ma in un anno non si è mosso niente e da qui la necessità del rilancio di qualche giorno fa.
I Patriarchi Cattolici lanciano un’accusa all’Occidente per aver strumentalizzato l’Oriente per i loro fini politici, utilizzando e provocando, a volte, in panarabismo e il panislamismo.
Il documento del Cpco è, dal punto di vista geopolitico, un chiaro appoggio alla Russia di Putin e, contemporaneamente, un attacco alla politica americana.
Per i Patriarchi, il modello occidentale, ha provocato solo privatizzazioni a favore dell’élite, impoverimento generale della popolazione, perdita di diritti umani, corruzione.
Scrivono i patriarchi:
“Tutto l’Oriente, cristiano o musulmano o druso, è religioso. La religione è presente, ma spesso Dio non è presente. Si è religiosi, si va in chiesa o in moschea, ma si trascura il povero che è creatura e figlio di Dio”.
In questo significativo passaggio non si può non vedere l’influenza del pensiero di Papa Francesco che della critica al modello Occidentale ha fatto il carattere distintivo del suo papato.
Con questo documento, la Chiesa Cattolica, entra in gioco nella politica mediorientale.