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Esteri
Israele attacca l'Iran con il consenso russo

Nella vicenda della ripresa degli scontri tra Israele e l’Iran c’è un punto che non è stato finora ben messo in luce, ma che è foriero di conseguenze.

L’attacco, peraltro diurno (mai accaduto), di Israele in Siria contro postazioni militari iraniane di Pasdaran note come “Forza Quds” ha un’origine ben precisa: l’abbandono del teatro militare deciso dal Presidente Usa Donald Trump che ha dato una sorta di via libera a Teheran che si è sentito legittimato, in qualche modo, ad aumentare la sua visibilità nell’area. Fatto sta che Israele non gradisce che l’Iran si sia “installato in Siria e quindi ha agito preventivamente.

La reazione di Gerusalemme ha due connotati anomali: il primo è che si tratta, appunto, di un attacco militare preventivo e cioè non fa seguito, come tradizionalmente quasi sempre accade per Israele, ad un attacco di reazione nei suoi confronti, sia di natura terroristica e militare; il secondo è che questa volta Gerusalemme ha rivendicato esplicitamente via Twitter l’attacco in Siria.

Perché questo cambio repentino di una strategia per altri versi consolidata da decine di anni?

Il fatto è che la Russia, formalmente alleata di Siria e Iran (oltre che della Turchia), ha in realtà buoni rapporti anche con Israele che considera strategico mantenere e quindi l’Iran (e la Siria) sono di fatto più a rischio proprio ora che gli Usa hanno annunciato il loro ritiro, coerentemente alla tradizionale dottrina repubblicana americana del non intervento in questioni estere.

Israele non avrebbe mai potuto attaccare l’Iran, sebbene in territorio siriano senza il “beneplacito” di Mosca (che infatti era stata preventivamente informata dell’attacco) avendo quello scontato di Washington. Dal canto suo l’Iran ha reagito con un missile terra - terra lanciato dalla Siria contro le alture del Golan, che è stato intercettato dai sistemi anti - missile di Gerusalemme presso il sito sciistico sul monte Hermon e poi si è avuto, in risposta, un nuovo attacco contro postazioni militari iraniane.

La Russia mira ad avere il controllo geo politico della regione ora a maggior ragione che gli Usa smobilitano, ma per far questo gli occorre mantenere buoni rapporti con lo Stato ebraico che, dal canto suo, si è sentito legittimato ad agire per porre preventivo freno a possibili installazioni definitive iraniane vicino ai suoi confini.

 

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