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Esteri
Israele, Likud cancella le primarie di lista: Netanyahu resta leader

ISRAELE: LIKUD CANCELLA PRIMARIE DI LISTA, VITTORIA DI NETANYAHU

Il Comitato centrale del Likud ha bocciato le primarie interne per la costituzione di liste elettorali, in un successo per il premier israeliano e leader del partito conservatore, Benyamin Netanyahu, che potrà mantenere il controllo sui candidati alla Knesset. Il voto è avvenuto in una burrascosa riunione a porte chiuse a Tel Aviv, le cui informazioni sono arrivate alla stampa tramite gli smartphone di alcuni delegati, ha raccontato il Jerusalem Post. La cancellazione delle primarie di lista non incide però su quelle per la leadership del partito, che potrebbero essere convocate in caso di elezioni anticipate. Su questo però non si è votato e nessuna data è stata fissata, anche se si parla di un possibile voto il 22 dicembre prima dell'inizio delle festività di Hannukah. L'unico che vuole sfidare Netanyahu è l'ex ministro dell'Interno Gideon Sa'ar, accolto ieri sera dalle urla dei suoi sostenitori, ma sovrastato dalle grida di "Bibi, Bibi", il soprannome del premier, quando ha iniziato a parlare. "Si può competere con chi ha guidato per 14 anni il governo d'Israele. I tentativi di delegittimare e diffamare chi si candida vanno contro la tradizione democratica del partito", ha detto Saar. L'ex ministro si è anche dichiarato contrario all'ipotesi di elezioni diretta dal premier, proposta recentemente da Netanyahu per trasformare il prossimo voto in uno scontro diretto fra lui e il leader del partito centrista Blue e bianco, Benny Gantz.

L'accesa riunione si è svolta mentre si avvicina la scadenza della mezzanotte di mercoledì quando, se non sarà trovato un accordo per la formazione di un nuovo governo, Israele dovrà andare alle urne per una terza volte in un anno dopo le elezioni di aprile e settembre. L'ostacolo che provoca lo stallo politico è il ruolo di Netanyahu, premier più longevo della storia d'Israele, formalmente imputato di corruzione. Sia il Likud che Blu e Bianco si dicono pronti ad un governo di unità nazionale con una rotazione dei premier fra i due partiti, ma Gantz non vuole che il primo a guidare l'esecutivo sia un leader incriminato. Netanyahu parla di tentato golpe giudiziario, rifiuta di fare un passo indietro e chiede di governare per primo. Evitando le primarie interne di lista, potrà più facilmente controllare le candidature. E per invogliare i candidati messi nelle posizioni più basse propone di far approvare la cosiddetta "legge Norvegia" che, come accade nel paese nordico, imporrebbe ai ministri di dimettersi da deputati, liberando così posti nella Knesset, un piccolo parlamento con solo 120 seggi.

ISRAELE: IN CASO NUOVE ELEZIONI SI VOTERA' IL 2 MARZO

I due principali partiti israeliani hanno convenuto sulla data del 2 marzo per le elezioni, in caso non si trovi un accordo per la formazione di un nuovo governo entro la scadenza della mezzanotte di mercoledì. E' quanto ha reso noto una dichiarazione del partito centrista Blu e Bianco di Benny Gantz, ottenuta dall'agenzia stampa Dpa, secondo la quale questa è la data convenuta con i conservatori del Likud del primo ministro Benyamin Netanyahu. La convocazione di nuove elezioni, per la terza volta in un anno dopo il voto di aprile e settembre, appare sempre più probabile in assenza di un accordo fra i due principali partiti per la formazione di un governo di unità nazionale. 

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