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Esteri
Libia, Haftar allo sbando. Al Sarraj: “Ma Irini può favorirlo”
Foto: LaPresse

Libia, Sarraj: "La missione Irini e' un vantaggio per Haftar"

"L'obiettivo primario dell'operazione Irini e' fare rispettare l'embargo Onu contro l'invio di aiuti militari stranieri in Libia. La sua area d'operazioni e' il mare Mediterraneo. Ma ai nostri nemici le armi e munizioni
arrivano principalmente via terra e aria. Questa e', in breve, la nostra obiezione: i nostri porti saranno controllati, le nostre truppe penalizzate, mentre gli scali di Haftar saranno liberi di ricevere ogni aiuto e le sue milizie di utilizzare qualsiasi tipo di rinforzo militare".

Lo afferma Fayez al Sarraj, a capo del Consiglio presidenziale libico, in un'intervista al Corriere della Sera. Il primo ministro nega la possibilita' di riprendere i negoziati: "Non siamo piu' disponibili a parlare con Haftar. E' responsabile di un colpo di Stato vile. Non deve sedere al tavolo delle trattative". In merito al memorandum con la Turchia, "e' un nostro pieno diritto. Abbiamo mandato ripetute richieste di aiuto ai Paesi nostri amici con la speranza di attivare forme di mutua sicurezza, la sola Turchia ha risposto", rimarca Sarraj. Sui rapporti con l'Italia, "la nostra relazione resta speciale e solida. Non dimenticheremo mai i vostri  aiuti umanitari durante la lotta al terrorismo e il sostegno alla nostra Guardia Costiera", dice Sarraj. "Abbiamo apprezzato l'apertura coraggiosa della vostra ambasciata a Tripoli in tempi di guerra. Non nutriamo alcun dubbio circa la determinazione italiana di porre fine alla crisi e all'aggressione contro Tripoli in nome della giustizia e della legge".

Libia, razzi Haftar vicino ambasciatore d'Italia

Tripoli ha vissuto una notte di attacchi indiscriminati da parte delle milizie del maresciallo della Cirenaica,

Attacco a Tripoli: Sarraj chiama l'ambasciatore Buccino

Oltre che dal ministro degli Esteri libico Mohamed Siala, l'ambasciatore d'Italia a Tripoli
Giuseppe Buccino Grimaldi ha ricevuto telefonate di solidarieta' anche dal premier Fayez al-Sarraj e da altri due esponenti del Governo di
accordo nazionale della Libia. Lo si e' appreso nella capitale libica dove si sottolinea che la chiamata di Sarraj sarebbe stata molto "empatica". A chiamare il diplomatico al telefono sono stati anche il vicepremier Ahmed Maitig e il ministro dell'Interno, Fathi Bashagha.
Sempre secondo quanto si e' appreso l'ambasciatore Buccino, al momento dell'attacco avvenuto "poco prima delle 23", era nella residenza

Khalifa Haftar, che non hanno risparmiato l'area della residenza dell'ambasciatore italiano in Libia, Giuseppe Buccino Grimaldi, e quella del collega turco. Nei raid, che segnalano una nuova escalation nell'offensiva avviata da Haftar nell'aprile dell'anno scorso, sono morte quattro persone e altre sono rimaste ferite.      

Il ministro degli Esteri libico, Mohamed Taha Siala, ha sentito al telefono il diplomatico già nella notte per sincerarsi delle sue condizioni. "L’attacco della milizia di Haftar sulla strada costiera vicino alla residenza degli ambasciatori italiano e turco, viola il diritto internazionale e il diritto umanitario internazionale che richiede la protezione delle missioni diplomatiche", ha condannato Siala. "L'Italia", gli ha fatto eco la Farnesina, "condanna con la massima fermezza l'ennesimo attacco delle forze haftariane contro civili che alle 23 circa ha colpito l’area intorno alla residenza dell’ambasciatore italiano causando almeno due morti".

"Questi attacchi indiscriminati sono totalmente inaccettabili - aggiunge la Farnesina - e denotano disprezzo per le norme del diritto internazionale e per la vita umana".  Nella notte è stato bersagliato dai razzi di Haftar anche il quartiere di Zawiyat Al Dahmani: anche qui sono state uccise almeno due persone e altre sono rimaste ferite. Giovedì gli Stati Uniti hanno accusato la Russia di aggravare il conflitto in Libia, poche ore dopo un rapporto Onu che ha confermato la presenza di mercenari russi al fianco di Haftar.

E' la prima volta che l'Onu conferma la presenza di paramilitari russi, denunciata in inchieste giornalistiche del Washington Post e del New York Times ma che Mosca ha sempre smentito. L'inchiesta è stata realizzata da esperti che vigilano sull'embargo delle armi imposto alla Libia nel 2011, ma che non protegge il Paese dal caos in cui è piombato dalla caduta del regime di Moammar Gheddafi. Secondo l'Onu, in Libia ci sono tra gli 800 e i 1200 mercenari del gruppo russo Wagner, la società riconducibile al “cuoco di Putin” Evghenij Prigozhin, l’uomo d’affari che ha fatto la sua fortuna con gli appalti per le mense della Difesa e delle scuole russe.

Il sostegno russo "ha portato a una forte escalation del conflitto e ad un deterioramento della situazione umanitaria in Libia", ha detto Chris Robinson, esperto di Russia al Dipartimento di Stato Usa. "Wagner è spesso erroneamente considerata una società di sicurezza privata, ma in realtà è uno strumento utilizzato dal Cremlino per far avanzare i suoi obiettivi a costi più bassi e meno rischi". Per Henry Wooster, responsabile del Nord Africa presso il Dipartimento di Stato, "nessuno deve illudersi che la Russia faccia i bagagli e se ne vada ora che si è inserita nel conflitto libico".

Libia, Haftar in evidente difficolta' compie atti sempre piu' sconsiderati

Incapaci di recuperare il terreno perduto dopo le sconfitte militari sul campo, le forze del generale Khalifa Haftar hanno colpito nella notte la zona delle ambasciate nel cuore della capitale Tripoli, sede del Governo di accordo nazionale (Gna), causando almeno due morti tra il personale di sicurezza del ministero dell'Interno. E' l'analisi di Agenzia Nova che descrive l'inesorabile declino dell'uomo forte della Cirenaica. Un atto che e' stato immediatamente condannato dalla Farnesina e che non cambia la posizione militare sul campo: l'Esercito nazionale libico (Lna) da assediante e' ora assediato nelle sue ultime roccaforti di Al Watiya (importante base aerea a sud-ovest di Tripoli) e Tarhuna (citta' pro-Gheddafi a sud-est della capitale). L'impressione e' che Haftar stia compiendo atti sempre piu' sconsiderati nel tentativo di coprire le sue evidenti difficolta', ma le reali possibilita' che il generale che possa colpire direttamente Italia e Turchia appaiono remote, poiche' le conseguenze per lui sarebbero disastrose.

 

 

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