Libia spartita tra Russia e Turchia. Haftar abbatte un drone di Ankara
Mentre i leader europei continuano a fare tavoli, le potenze straniere si spartiscono la Libia. A poche miglia di mare dall'Italia
Le forze fedeli al generale Khalifa Haftar hanno abbattuto un drone di fabbricazione turca durante i combattimenti a sud di Tripoli con le milizie leali al governo di Accordo nazionale del premier Fayez al-Serraj. Lo hanno riferito fonti della sicurezza. Il velivolo, un UAS Bayratkar, è stato abbattutto mentre sorvolava la zona di Ain Zara, nei pressi del vecchio aeroporto internazionale ora in disuso.
LIBIA SPARTITA TRA RUSSIA E TURCHIA MENTRE L'EUROPA FA I TAVOLI
L'episodio dimostra ancora di più, se ce ne fosse bisogno, come la Libia sia ormai una questione tra Russia e Turchia che si stanno praticamente spartendo il territorio del paese nord africano. Non è certo un mistero il fatto che Mosca sostenga il generale Haftar e che dei contractor russi siano presenti in aiuto alle forze dell'uomo forte della Cirenaica. Dall'altra parte, Erdogan ha concluso un accordo con il governo di Tripoli di Serraj con petrolio in cambio di armi. Non solo, Ankara ha concluso anche un accordo sul confine marittimo che sorpassa le rivendicazioni di Cipro e Grecia e si dice pronta a inviare truppe sul campo. Il tutto mentre l'Europa continua a incontrarsi in tavoli e tavoli. Ormai il futuro della Libia, a poche miglia di distanza dall'Italia, si gioca tutto tra Russia e Turchia.
LIBIA: SERRAJ RISPONDE AD HAFTAR, 'NESSUNA ORA ZERO, SOLO ZERO ILLUSIONI'
"Non dovete credere gli annunci dell'ora zero" per l'offensiva finale sulla capitale Tripoli. Lo dichiara il premier libico Fayez al Serraj in un in video discorso alla nazione all'indomani della minaccia del generale Khalifa Haftar in cui annunciava che "è scoccata l'ora zero per liberare Tripoli". "Nessuna ora zero, ma solo zero illusioni", contrattacca Serraj, assicurando che le sue forze sono pronte a difendere Tripoli. Il capo del governo di accordo nazionale ha, inoltre, sottolineato che "è finita l'era del uomo solo al potere dopo la rivoluzione di febbraio" e la caduta del regime Gheddafi nel 2011, e ha invitato ''tutto il popolo libico ad allinearsi al progetto dello stato civile e a credere nel diritto di stabilire uno stato di istituzioni, legge, libertà''. Poi rivolgendosi ai "fautori della guerra", Serraj li ha invitati a lasciare i libici "in pace" e a "non sognare di fare della Libia il vostro punto d'appoggio". "Le forze dell'esercito libico e le forze della rivoluzione del 17 febbraio - ha proseguito il capo del governo di accordo nazionale - hanno respinto l'aggressione e hanno dato una lezione severa agli invasori e ai mercenari". Serraj ha concluso il suo intervendo sostenendo che "è arrivato il momento di invitare tutto il mondo a costruire lo stato di diritto libico".
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