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Nel Ghana arriva pure l’ambasciata parallela

L’ambasciata parallela — A leggere del Ghana che manda la polizia all’alba a chiudere un’Ambasciata degli Stati Uniti ad Accra e ad arrestare i funzionari, viene da pensare a un atto di guerra. Niente affatto. Anziché di una vera sede diplomatica, si è trattato invece dell’opera di un gruppo di intraprendenti truffatori che hanno messo su un’ambasciata Usa “parallela” per conto proprio. Gli sono bastate una foto di Barack Obama al muro, una targa, una bandiera a stelle e strisce et voilà, una prestigiosa rappresentanza diplomatica... Ovviamente, non poteva durare. Infatti, è stata chiusa dopo appena dieci anni d’attività.

Mentre la sede “diplomatica” era in funzione, guadagnava bene dalla vendita di visti americani—alcuni genuini, ma ottenuti con mezzi fraudolenti, altri invece falsi—nonché tutto l’occorrente per stabilire un’identità di fantasia: falsi estratti conto bancari, false carte d’identità, certificati di nascita e libretti di studio taroccati: quanto bastava per documentarsi come legittimo richiedente di un visto per gli Usa. Il kit completo costava seimila dollari.

Nel corso dell’operazione, è stata anche scoperta una finta ambasciata olandese, per servire i viaggiatori che preferivano raggiungere una destinazione europea. I funzionari delle sedi erano esponenti della malavita locale e di quella turca, con i turchi nei ruoli di “consoli”, presumibilmente per la carnagione più “anglosassone”, ma anche per la lingua. Parlavano l’inglese americano e l’olandese. I “clienti” invece venivano reclutati nel Ghana e nei vicini Togo e Costa d’Avorio, perlopiù nelle zone rurali. I reclutatori li accompagnavano poi ad Accra, dove venivano fatti alloggiare in alberghi vicini alla finta ambasciata.

L’attività è stata scoperta nel corso di un’operazione internazionale—ovviamente ci voleva una “operazione internazionale”—denominata "Spartan Vanguard" che ha coinvolto elementi del Ghana Detective Bureau e una squadra SWAT della polizia nazionale, nonché il Regional Security Office americano e rappresentanti dell’Ambasciata canadese di Accra. Nel corso dell’incursione nella falsa ambasciata gli investigatori hanno sequestrato circa 150 passaporti di varia nazionalità, documenti d’identità falsi e numerosi visti—sempre tarocchi—per gli Usa, per l’area Schengen, per l’India e per il Sud Africa.

È stata inoltre localizzata una vicina boutique di abiti femminili—regolarmente aperta al pubblico— dove avveniva una parte della contraffazione dei documenti e dove è stata sequestrata una macchina da cucire industriale che, secondo gli investigatori, serviva per ricucire le legature dei passaporti smontati per recuperare le pagine recanti i visti “veri”.

Diversi sospettati sono stati arrestati, ma purtroppo tutti sono stati subito sbadatamente rimessi in libertà dalla polizia locale—forse uno dei motivi perché, secondo il Dipartimento di Stato Usa, si sospetta il possibile coinvolgimento nella truffa di funzionari corrotti dell’amministrazione locale… Comunque sia, a dire del Regional Security Office della (vera) Ambasciata americana di Accra, l’operazione avrebbe ridotto del settanta percento l’incidenza della documentazione falsa nelle richieste per i visti Usa nell’Africa Occidentale

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