Papa Francesco: "Tanti perseguitati coi guanti bianchi, anche in Europa"
Il grido di dolore all'udienza generale, quanti cristiani hanno sofferto ma non hanno negoziato la fede
PAPA: 'TANTI PERSEGUITATI ANCHE CON I GUANTI BIANCHI IN EUROPA E NEL MONDO'
Quanti perseguitati oggi "anche con i guanti bianchi, in Europa e nel mondo". E' il grido di dolore del PAPA nel corso dell'udienza generale nell'Aula Paolo VI. Il Pontefice, parlando a braccio, ricorda di avere ricevuto in udienza poco prima un gruppo di una diocesi ucraina: "Ho avuto prima un'udienza con i pellegrini di una diocesi ucraina. Come sono stati perseguitati, quanto hanno sofferto per il Vangelo ma non hanno negoziato la fede". Quindi, il Pontefice sempre a braccio ha osservato: "Oggi nel mondo, in Europa sono tanti i cristiani perseguitati e danno la vita per la loro fede. Sono perseguitati anche con i guanti bianchi, lasciati da parte, emarginati. Ma il martirio è l'area della vita di una comunità cristiana, sempre ci saranno martiri tra noi e questo è il segnale che andiamo sulla strada di Gesù. E' una benedizione del Signore che ci sia nel popolo di Dio qualcuno che dia questa testimonianza del martirio".
Il Pontefice ferma l'attenzione sul fatto che "anche quando parla di sé, Paolo annuncia e manifesta il suo Signore. Il vero missionario, infatti, non è centrato su di sé, ma è tutto rivolto al Signore, che è il centro di tutto, specialmente del suo cuore. Nel discorso al re, Paolo sottolinea anche il suo intimo legame con Israele: con i farisei egli condivide la speranza della risurrezione, e come cristiano annuncia che essa si è compiuta in Cristo. Poi Paolo racconta la propria conversione: Cristo Risorto lo ha reso cristiano e gli ha affidato la missione tra le genti. La testimonianza appassionata di Paolo tocca il cuore del re Agrippa, a cui manca solo il passo decisivo: 'Ancora un poco e mi convinci a farmi cristiano!'. Paolo viene dichiarato innocente, ma non può essere rilasciato perché si è appellato a Cesare. Continua così il viaggio inarrestabile della Parola di Dio verso Roma". A partire da questo momento, sottolinea il Pontefice, "il ritratto di Paolo è quello del prigioniero le cui catene sono il segno della sua fedeltà al Vangelo e della testimonianza resa al Risorto. Le catene sono certo una prova umiliante per l'Apostolo, che appare agli occhi del mondo come un 'malfattore'. Ma il suo amore per Cristo è così forte che anche queste catene sono lette con gli occhi della fede; fede che per Paolo non è 'una teoria, un'opinione su Dio e sul mondo', ma 'l'impatto dell'amore di Dio sul suo cuore, è amore per Gesù Cristo'. Cari fratelli e sorelle, Paolo ci insegna la perseveranza nella prova e la capacità di leggere tutto con gli occhi della fede". (Dav/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 11-DIC-19 10:12 NNNN
Commenti