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Esteri
Trump ingabbia Biden sulla Cina, Taiwan, Asean, Giappone. Pillole asiatiche
Foto: LaPresse

Si era detto (anche sulle ultime pillole asiatiche) che sarebbe potuto succedere. E sta succedendo. Donald Trump non ha nessuna intenzione di concedere la vittoria a Joe Biden (anche per una strategia che potrebbe guardare al 2024, come scritto qui). Il punto che ci interessa qui è che non si tratta di una mera questione interna. Avrà infatti e sta già avendo forti ripercussioni sul piano della politica estera americana, e dunque dei futuri assetti globali. Sì, perché Trump sta provando a ingabbiare la futura amministrazione democratica. Dall'Afghanistan all'Iran, fino, ovviamente, alla Cina. Obiettivo: portare Biden su un terreno scivoloso, sul quale ogni piccola concessione potrebbe apparire come un segno di debolezza. Il tutto lasciando spazio ai rivali, o agli interlocutori (dai talebani al regime nordcoreano) in una posizione negoziale potenzialmente migliore, approfittando dei due mesi di una transizione che il presidente uscente si ostina a non voler avviare.

Restiamo sulla Cina. Axios ha rivelato che l'amministrazione Trump ha in mente una serie di azioni nei confronti di Pechino sul fronte commerciale e sulla violazione dei diritti umani nello Xinjiang e a Hong Kong. Mentre sarebbe in arrivo un dossier anti cinese, pensato sull'esempio di quello anti sovietico del 1947 a firma di George Kennan. Il tutto mentre Kissinger, il fautore dello storico avvicinamento tra Stati Uniti e Repubblica Popolare negli anni Settanta, avverte del rischio "catastrofe" nei rapporti bilaterali.

In questi giorni stiamo assistendo a una serie di operazioni. Primo: la nomina di Corey Stewart al dipartimento del commercio, in un nuovo ruolo ritagliato su misura per introdurre nuove misure ostili alla Cina sul fronte commerciale prima di gennaio. 

Secondo: le azioni su alcuni dei fronti più sensibili di Pechino. Per esempio sul Tibet. Il leader del governo tibetano in esilio Lobsang Sangay, è stato ricevuto alla Casa Bianca per la prima volta in 60 anni. Ha incontrato il nuovo coordinatore per gli affari del Tibet, Robert Destro. Di fatto si tratta di un riconoscimento per l'Amministrazione centrale tibetana, entità non riconosciuta da Pechino. 

O, ancora, su Taiwan. Il segretario di Stato Mike Pompeo, impegnato negli scorsi giorni in un tour mediorientale che secondo alcuni è stato concepito in vista di una sua possibile candidatura alla presidenza nel 2024, ha dichiarato che Taiwan "non è mai stata parte" della Cina. Taipei ha ringraziato.

E intanto proseguono i colloqui tra Washington e Taipei, dopo che nella capitale americana è stato firmato un memorandum of understanding che include, tra le altre cose, cooperazione sanitaria, energetica e nel campo più che mai strategico dei semiconduttori. Settore già al centro del triangolo Usa-Cina-Taiwan con la vicenda di TSMC, che ha confermato il suo piano di apertura di un mega stabilimento in Arizona. Il memorandum è inteso come un nuovo passo verso un possibile accordo commerciale di libero scambio (mentre i rapporti economici con Pechino si stanno riducendo), che il ministro degli Esteri taiwanese Joseph WU si è detto fiducioso di poter concludere anche con la prossima amministrazione Biden.

Nel frattempo, a inizio dicembre, è in programma una nuova visita di alto livello a Taiwan, dopo quelle del segretario alla Sanità, Alex Azar, e del sottosegretario di Stato, Keith Krach. Stavolta toccherà al direttore dell'agenzia per la Protezione Ambientale statunitense, Andrew Wheeler. E il senatore americano Pat Toomey si spinge fino a chiedere l'invito a una visita a Washington da parte della presidente Tsai Ing-wen. Ptotrebbe essere la mossa finale di Trump prima di lasciare il posto a Biden? Appare complicato. Anche perché alla stessa leader taiwanese conviene coltivare il consenso bipartisan per il ruolo di Taipei nell'Asia Pacifico. Consenso che parrebbe esserci, considerando che la quasi totalità dei deputati e senatori americani pro Taiwan sono stati rieletti

Quella di Taiwan sarà una delle scelte più importanti da compiere per Biden in materia di politica estera, insieme a quelle sul fronte commerciale, dove il presidente eletto è già pressato dalle imprese americane per ridurre le tariffe.

Taipei intanto costruisce otto sottomarini, sostituiranno i quattro in dotazione che risalgono alla Seconda guerra mondiale e agli anni '80 e di cui solo due sono ancora in servizio. Ma sul fronte militare ha perso un F-16, nuovo incidente doppo quelli degli ultimi mesi.

ALTRO SU TAIWAN

L’ente che regola le stazioni televisive taiwanesi non rinnoverà la licenza della Chung T’ien Television (CTi). Secondo la commissione nazionale per le comunicazioni (NCC) dell’isola, CTi avrebbe dimostrato “problemi di disciplina”. L’accusa principale è che la stazione televisiva farebbe da portavoce di Pechino attraverso dichiarazioni false e deliberatamente anti-DPP.

Le autorità di Pechino stanno preparando una "lista nera" che prende di mira gli attivisti "separatisti" taiwanesi.

In Slovacchia è stata creata un'associazione civile per favorire il dialogo con Taiwan. A fine agosto il presidente del Senato della vicina Repubblica Ceca si è recato, contro il parere del governo, in  visita a Taipei.

La Corte Suprema norvegese ha rigettato il ricorso di alcuni taiwanesi che si sono visti cambiare la propria nazionalità in "cinese" sul rinnovo dei propri permessi di soggiorno.

RCEP

Ne abbiamo già parlato settimana scorsa. Domenica 14 novembre è stato firmato il patto per la Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep), l'accordo commerciale che include Cina, Corea del Sud, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e i dieci paesi dell'area ASEAN. Il più grande accordo della storia in grado di cambiare gli equilibri non solo commerciali ma anche geopolitici globali oppure una carta dalla portata più formale che sostanziale? I pareri sono diversi (ne scrive qui Guido Casanova). In larga parte, i media hanno parlato di vittoria cinese, che suggella in un patto multilaterale le sue ambizioni su larga scala mentre gli Stati Uniti battono in ritirata. La realtà appare un po' più complessa, nonostante il colpo messo a segno da Pechino (ma anche da Tokyo e da tutti i paesi dell'area) appaia innegabile. Anche se c'è chi sottolinea che i vantaggi per il Dragone saranno molto limitati.

L'accordo è arrivato nella cornice dell'ultimo summit annuale dell'ASEAN a guida vietnamita (qui ne ho scritto, qui ne ho parlato con il direttore dell'Associazione Italia-ASEAN Valerio Bordonaro).

Nonostante entrambe siano entrate nel RCEP, Cina e Australia continuano a essere protagoniste di un duro scontro diplomatico e commerciale. Qui l'ultimo capitolo.

La Cina ha comunque preso gusto a entrare in patti multilaterali. Xi Jinping ha parlato al forum APEC, smentendo le possibilità di decoupling, e al summit BRICS, rassicurando i partner sulla volontà di cooperazione multilaterale. A proposito di organizzazioni internazionali, la candidata coreana potrebbe rappresentare il compromesso giusto tra Cina e Usa per la WTO.

ALTRO SULLA CINA

Sanità. A Tianjin è stato ha avviato un programma di test di massa per il coronavirus, che durerà tre giorni e coinvolgerà quasi 3 milioni di residenti dopo che erano stati segnalati 16 nuovi casi di Covid-19, sette dei quali di trasmissione locale e nove provenienti dall'estero. 

Tecnologia. Nuova battuta d’arresto nella corsa di Pechino ai semiconduttori. La Wuhan Hongxin Semiconductor Manufacturing Company (HSMC) è stata rilevata dalle autorità locali dopo che il progetto ha dimostrato di essere in forte contrazione finanziaria. Tsinghua Unigroup è invece andata in default. RIdurre il ritardo in un settore nel quale gli Usa stanno cercando di tagliarla fuori dalle catene di approvvigionamento è un obiettivo fondamentale (e complicato) per Pechino.

Ancora non c'è un orizzonte temporale preciso per il riavvio dell'IPO di Ant Group interrotta nelle scorse settimane. Vicenda raccontata nel dettaglio dal Nikkei Asian Review.

Sotto la spinta dell’opinione pubblica cinese, per la prima volta una metropoli, Hangzhou, ha presentato una bozza di legge per arginare il riconoscimento facciale all’interno dei complessi residenziali. Pezzone di Simone Pieranni.

Spazio. Si prepara al lancio la missione Chang'e-5 che raccoglierà e riporterà sulla Terra un campione lunare., dopo il successo della recente missione sul lato nascosto del satellite. La compagnia di Pechino GalaxySpace, produttrice di piccoli satelliti, è diventata il primo unicorno cinese del settore.

Militare. La commissione militare centrale cinese ha rilasciato nuove linee guida. Completata la costruzione di una "Grande Muraglia sotterranea" di tunnel attraverso cui l'esercito potrà muovere il suo arsenale nucleare e missilistico con maggiore rapidità.

HONG KONG

Ulteriore stretta, dopo gli arresti di settimana scorsa, come raccontato dalla rassegna di China Files. In un intervento per il trentesimo anniversario della Basic Law,  Zhang Xiaoming, vicedirettore dell’ufficio per gli Affari di Hong Kong e Macao del Consiglio di Stato cinese, ha messo in chiaro che “democrazia, libertà e diritti umani” sono subordinati alla lealtà nei confronti del governo centrale. Il patriottismo deve essere al primo posto anche sotto l'aspetto legale.

Altri dissidenti sono finiti nel mirino delle autorità, mentre Carrie Lam ridisegna il concetto di "un Paese, due sistemi".

Nuovo scontro retorico tra Pechino e Five Eyes, con un botta e risposta molto duro.

GIAPPONE

Come dicevamo la scorsa settimana, non ci sono novità sull'ipotetica visita di Xi Jinping a Tokyo, che era stata rinviata a data da destinarsi a causa della pandemia. Nei prossimi giorni sarà però ricevuto nella capitale nipponica il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, il quale andrà poi anche in Corea del sud (dove dovrebbe arrivare lo stesso Xi nelle prossime settimane).

I temi delicati, nonostante la firma del RCEP, son parecchi. A partire dalle Senkaku/Diaoyu. Subito dopo l'accordo commerciale, il primo ministro Suga Yoshihide ha denunciato "le attività costanti e ripetute di Pechino violano la sovranita' del Giappone e non accennano a diminuire. Per questo chiedo che venga garantito l'ordine marittimo basato sullo stato di diritto".

Giappone e Australia, intanto, intensificano la cooperazione in materia difensiva. L'incontro tra Suga e l'omologo di Canberra, Scott Morrison, ha infatti portato al Reciprocal Access Agreement (Raa), che tra le altre cose prevede un pacchetto di test militari bilaterali. La cosa non è sfuggita a Pechino, ovviamente, col Global Times che critica l'atteggiamento di Giappone e Australia.

Tokyo ha stoppato l'acquisto di droni cinesi.

SUD EST ASIATICO

Del summit ASEAN abbiamo già parlato prima. Ma gli argomenti dal Sud-est asiatico non si esauriscono certo qui. In Thailandia continuano le proteste, ma il governo ha spento le speranze di riforma costituzionale e dell'istituto monarchico, minacciando di utilizzare qualsiasi strumento contro i manifestanti. Secondo Emanuele Giordana si rischia una svolta autoritaria. Su Katane di Giulia Pompili c'è un intervento di Francesco Radicioni, corrispondente di Radio Radicale da Bangkok, che va letto per capire meglio che cosa sta succedendo nel paese.

Il Vietnam continua a emergere come principale potenza economica (e politica) dell'area ASEAN. Lo confermano gli ultimi dati. Del tema ne avevo scritto qui.

Segnali dalla Malaysia, dove la costruzione del Melaka Gateway è stata interrotta. Cosa significativa perché il progetto fa parte della Belt and Road. Anche un altro progetto di marca cinese ha subito uno stop a Kuala Lumpur. A completare il quadro, il governo malese resiste alle richieste di estradare cittadini di origine uigura.

Annunciati i risultati definitivi delle elezioni in Myanmar. Xi si è congratulato con Aung San Suu Kyi per la vittoria. 

Gli Stati Uniti studiano il rafforzamento della propria presenza militare nell'oceano Indiano. Da capire che cosa ne pensa, tra gli altri, Singapore.

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