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Esteri
Russia, Mishustin dall'Agenzia delle Entrate a premier per caso. Il ritratto

Da capo delle Agenzie delle entrate a primo ministro della Russia. E' la parabola di Mikhail Mishustin, dall'aprile 2010 a capo di quello che in Russia si chiama 'Servizio fiscale federale', e scelto dal presidente Vladimri Putin come successore del dimissionario Dmitri Medvedev. La candidatura e' stata gia' sottoposta alla Duma di Stato. Il suo nome, come gia' successo a Putin all'inizio della sua carriera politica, non dice molto al grande pubblico in patria, che all'estero. Mishustin non e' mai stato neppure nella rosa dei papabili alla guida del governo quando sono iniziate le voci su una possibile uscita di scena di Medvedev, fedelissimo del leader del Cremlino ma diventato impopolare.

Al capo del governo e ai suoi ministri e non al presidente i russi hanno sempre imputato il cattivo stato di salute dell'economia e l'abbassamento degli standard di vita. Il premier dimissionario, come se non bastasse, era stato al centro di un'inchiesta del Fondo anticorruzione dell'oppositore Aleksey Navalny, che nel 2017 lo accuso' di essersi arricchito con metodi illeciti e di possedere un patrimonio immenso tra ville e vigneti all'estero.

All'epoca, l'inchiesta video aveva creato un tale sdegno da riportare in piazza numerose persone, soprattutto giovani, in diverse citta' del Paese. Prima di arrivare all'Agenzia delle entrate, Mishutin si era occupato di business e aveva ricoperto diverse posizioni nel governo russo, in particolare Rosnedvizhimost e RusSEZ. E' nato a Mosca, ha un dottorato in economia, e' sposato e ha tre figli, ama l'hockey, scrivono i giornali russi. Tra i meriti riconosciutigli come capo del servizio fiscale, vi e' quello di aver introdotto nuove tecnologie per l'elaborazione dei dati fiscali, che hanno aumentato in modo significativo sila riscossione delle imposte in Russia.

Secondo il direttore del Carnegie Center di Mosca, Dmitri Trenin, "l'elevazione di Mishutin a premier e' volta ad avere una leadership piu' competente nel Gabinetto che dovra' concentrarsi su un'importante agenda di temi interni". La carriera di Medvedev, continua Trenin, "non e' finita: Putin ne ha ancora bisogno in uno scenario di transizione e rimane quello che e' sempre stato, l'alter ego di Putin". Il capo del Cremlino, secondo la Costituzione, non potra' ricandidarsi nel 2024, al termine del suo quarto mandato da presidente. 

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