A- A+
Esteri
Siria, le ragioni della Turchia di Erdogan

Quando vedo un titolo di giornale come “Le ragioni della Turchia che l'Europa non vede” (sul Messaggero, a firma di di Alessandro Orsini, 1) che contrasta vivamente con le mie idee, a meno che l’autore non sia un personaggio come Marco Travaglio, ho una ragione in più per andare a leggere il testo. Ed è il caso di questo articolo .

Le ragioni della Turchia?, ho pensato dapprima. Dove c’è un dittatore che mette in galera giornalisti, magistrati, militari, e chiunque sia sospettato di non essere un suo sostenitore? Quello che forse ha orchestrato un finto tentativo di colpo di Stato a suo danno? Quello che ha portato la Turchia ad una tragica crisi economica? Quello che ha trasformato la mia nostalgia di Efeso in orrore? Ma l’articolo, anche se smaccatamente favorevole a Erdogan, adduce argomenti concreti. E val la pena di vederli.

“Erdogan fu a lungo accusato di non voler combattere contro l'Isis, ma poi i soldati turchi andarono all'attacco, mentre l'Europa restava a guardare”. L’Europa avrebbe dovuto impegnarsi in “una mediazione diplomatica per favorire il ritiro pacifico dei curdi”. Invece “Europa e Stati Uniti [, che] hanno tradito, con un colpo solo, prima i turchi e poi i curdi”. Così “Erdogan ha avviato una campagna militare per liberare il nord della Siria dai curdi”. “I curdi, che erano stati i migliori alleati dell'Occidente nella lotta contro l'Isis, oggi vengono attaccati da Erdogan con il consenso di Trump”. “Gli Stati Uniti hanno cercato di fondare un'entità statale curda nel nord della Siria”, “dove stabilire un'eventuale base militare”. “In un primo momento hanno cercato di rovesciare il dittatore della Siria” e, non riuscendoci “hanno detto: ‘Se non possiamo prendere tutta la Siria, ne prendiamo almeno un pezzo’ ”. “Nel 2015, Stati Uniti ed Europa invocavano l'intervento della Turchia contro l'Isis, Erdogan chiedeva la garanzia che, liberato il nord della Siria dai jihadisti, gli Stati Uniti e l'Europa non avrebbero cercato di sostituire lo Stato islamico con uno Stato curdo”, e a questo scopo “i soldati turchi si massacravano in combattimenti truculenti” contro l’Isis. Ma “Trump ha [infatti] provato a incoraggiare la creazione di un proto-Stato curdo nel nord della Siria, [ma] ed Erdogan, che non voleva una guerra con i curdi, ha chiesto che fossero mantenuti i patti”. “Per la Turchia, l'edificazione di uno Stato curdo è ciò che gli americani chiamano «minaccia esistenziale» e cioè un pericolo che minaccia l'integrità del territorio nazionale o la vita dei concittadini”. Ciò giustifica l’iniziativa di Erdogan.

A queste argomentazioni – espresse con fin troppo calore – non è difficile rispondere. Innanzi tutto, sorprende che la Turchia sia presentata come un’eroina nella lotta contro lo “Stato Islamico”. Io ricordo perfettamente che, almeno all’inizio, essa ha guardato con favore a questo embrione di califfato, e lo ha anche sostenuto economicamente, per esempio comprando illegalmente il petrolio di quello “Stato”. Cosa talmente vergognosa che, quando un giornalista la dimostrò, pubblicando le foto dei camion cisterna che, come processionarie, portavano in Turchia quel petrolio, il risultato fu che il malcapitato finì in carcere. La Turchia, per parecchio tempo, ha sostenuto, non combattuto lo “Stato Islamico”.

Se fosse vero che gli Stati Uniti avevano questo vitale interesse ad avere una base militare nel nord della Siria, sarebbe bastato che ora resistessero militarmente ai turchi, e avrebbero confermato la loro presa su quel territorio. Ma Trump ha chiaramente dimostrato di non tenerci affatto. Orsini non ha dunque notato il nuovo isolazionismo americano, cominciato già con Obama?

Inoltre, quali che siano le ragioni della Turchia, in punto di diritto nulla – se non la pura forza – l’autorizza a penetrare in un altro Stato in nome dei propri interessi. Dunque, formalmente, la Turchia ha certamente torto. Ma in politica internazionale io non sono formalista. Se Erdogan ha la forza e la risolutezza per fare ciò che sta facendo, affari suoi. Ma altrettanta libertà Orsini dovrebbe riconoscere agli Stati Uniti, all’Europa e a tutti gli altri attori della vicenda. In questo genere di problemi, citare il diritto internazionale, l’umanità, i trattati, le promesse e tutto il resto, è una pura perdita di tempo. E proprio per questo non cerco di dimostrare la validità giuridica del mio punto di vista. Io avrei tanto voluto che gli Stati Uniti, o il Diavolo in persona, dessero una sonora bastonata sul muso a Erdogan, fino a detronizzarlo, e ciò perché ho simpatia per i curdi e, una volta, l’avevo per la Turchia kemalista. Dunque Orsini sostenga pure il suo punto di vista, ma come me, umilmente, senza questa aria di Catone. Il clima del Medio Oriente non si adatta alla salute di quel grande Censore.

Commenti
    Tags:
    siriaerdoganturchia





    in evidenza
    Affari in rete

    Guarda la gallery

    Affari in rete

    
    in vetrina
    Belen paparazzata col nuovo fidanzato. Ecco chi è l'amore misterioso

    Belen paparazzata col nuovo fidanzato. Ecco chi è l'amore misterioso


    motori
    Nuova Porsche Cayenne GTS 2024: una sportiva per tutti giorni

    Nuova Porsche Cayenne GTS 2024: una sportiva per tutti giorni

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.