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Esteri
Spagna, Sanchez rischia la crisi di governo. Il nodo della Catalogna

Dopo la imponente manifestazione di Domenica, organizzata dalle destre contro il Governo Sanchez, comincia con il processo agli indipendentisti catalani una settimana di fuoco per il premier e il suo governo. Domani, infatti, è previsto un nuovo voto sulla legge finanziaria e se il partito catalano non ritirerà i suoi emendamenti e voterà la legge, sarà inevitabilmente crisi di governo. Il premier spagnolo ha tentato un ultimo disperato tentativo di mediazione con i catalani, nominando un relatore terzo per discutere della questione della indipendenza della Catalogna.

Questo ha scatenato la vibrante protesta non solo delle opposizioni, con il PP e Ciudadanos in testa, ma anche all'interno dello stesso Psoe, che non vuole scendere a compromessi con chi vuole l'autodeterminazione della Catalogna. Inoltre Podemos, alleato di estrema sinistra del governo, alle prese con molti problemi al suo interno, ha già manifestato malumori sulla stessa legge e il suo voto favorevole è tutt'altro che scontato. Lo stesso premier spagnolo, perciò, ha ventilato la possibilità di elezioni anticipate per il 14 Aprile, usando questa mossa, secondo alcuni commentatori, come un deterrente sia per ERC, il partito catalano, che potrebbe in questo momento essere punito da una consultazione elettorale e sia verso Podemos, che, come detto, attraversa un periodo tutt'altro che facile. I sondaggi per il momento sembrano ancora premiare il Psoe, ma il consenso sta calando sempre più e sia i popolari che Ciudadanos potrebbero approfittarne, senza contare la variabile impazzite della destra di Vox, che proprio della questione catalana fa una delle bandiere del suo programma politico. Nelle ultime ore pare che si siano intensificati i colloqui fra Sanchez e Iglesias per cercare di arrivare ad un accordo, anche se potrebbe non bastare. Considerando, infatti, che nella attuale maggioranza i nove deputati di Erc e gli otto di PdeCat, la coalizione delle Canarie e delle Asturie, diventano assolutamente fondamentali per arrivare alla maggioranza di 176 deputati.

La situazione quindi sembra complicarsi parecchio per il Governo, considerando che i catalani chiedono in cambio del loro voto che si torni al dialogo per l'indipendenza e chiedono l'assoluzione dei loro leader sotto processo per il referendum della scorsa primavera. Difficile capire come andrà a finire, ma molti scommettono sulle elezioni anticipate il 26 Maggio in concomitanza con quelle europee. In questo caso poi sarà da capire come il risultato delle urne, che secondo i sondaggi, danno i socialisti in testa, ma i popolari e Ciudadanos in forte ascesa, possa portare ad un governo stabile. Come poi ha dimostrato la manifestazione in piazza di domenica scorsa a Madrid, a cui hanno partecipato oltre 200.000 persone, la situazione già piuttosto tesa, rischia di diventare ancora più esplosiva, in caso di caduta del governo. Per Sanchez però il cammino si fa sempre più tortuoso , considerando come il premier non sia certo molto amato anche all'interno del suo stesso partito. E quindi una sua caduta potrebbe riaccendere anche il dibattito interno sulla leadership, anche se sembra difficile vedere chi in soli tre mesi possa prenderne il posto.

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