Taormina incorona il nuovo Re del Mondo: Trump
Trump umilia la Merkel a Taormina
Il vertice G7 di Taormina è per certi versi storico: Trump ha messo le potenze economiche mondiali di fronte al conto che gli Usa richiedono per decenni di protezione militare.
Non si può dire che Trump non sia coerente con lo slogan con cui ha vinto le elezioni: “America first”, in linea del resto con la tradizionale politica repubblicana.
Gli Usa sono stufi di fare i gendarmi del mondo gratis e richiedono ai tradizionali alleati di farsi carico della spesa; una visione molto materialista, pragmatica e anti - idealista.
All’opposto della dottrina Obama ideologizzata ed imperiale.
Quello che interessa a Trump infatti è il potere economico e finanziario perché ha capito, a differenza della gran parte della intellighenzia cosiddetta progressista, che nelle società democratiche il mercato la fa da padrone e cioè i dollari.
La Merkel invece esce dal G7 molto ridimensionata e sapientemente bastonata da Trump perché non può più spadroneggiare sugli europei come ha fatto finora: ha trovato un orso più grande di lei che se la può mangiare in quattro e quattr’otto e non è detto che questo non vada bene all’Italia, da anni compressa e umiliata dalla cancelliera tedesca.
Quello che esce da Taormina è anche a Trump non interessa il clima, non interessano i migranti e, appunto, vuole essere pagato per la difesa.
C’è da dire che anche sul clima ci sono stati parecchi equivoci e spesso questo argomento è stato strumentalizzato da minoranze dogmatiche e settarie che hanno esagerato (vedi Greenpeace) opponendosi a qualsiasi forma di progresso e questa tendenza è nata proprio nei campus Usa negli anni ’70 dello scorso secolo.
Insomma, Trump ha fatto capire che la solfa è cambiata e che è meglio allinearsi al più presto se si vuole continuare ad avere un ruolo internazionale.