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Esteri
Trump, non solo Iran (sanzioni ufficiali). Corea del Nord, nuove minacce
Foto LaPresse

Corea del Nord minaccia ritorno a sviluppo arsenali nucleari

La Corea del Nord minaccia di rilanciare un rafforzamento del suo arsenale nucleare se gli Stati Uniti non tolgono le sanzioni economiche contro il paese. La dichiarazione e' stata rilasciata ieri dal ministero degli Esteri. Il ministero sostiene che la Corea del Nord potrebbe riprendere la sua politica di far avanzare simultaneamente la sua forza nucleare e lo sviluppo economico se gli Stati Uniti non cambiano la sua posizione. Ma in ogni caso, scrive l'agenzia Kcna, il Nord non ha minacciato di abbandonare i negoziati in corso sul nucleare con gli Stati Uniti. Pyongyang accusa Washington di aver deviato gli impegni presi dal leader nordcoreano Kim Jong Un e dal presidente Donald Trump nel loro summit di giugno a Singapore per lavorare alla denuclearizzazione della penisola coreana, senza descrivere come e quando si verificherebbe.

Usa, Trump ripristina le sanzioni contro l'Iran

Gli Stati Uniti hanno annunciato il ripristino di tutte le sanzioni contro l'Iran revocate in seguito all'accordo sul nucleare del 2015 voluto da Barack Obama. Su Twitter il presidente Donald Trump ha postato una sua foto con la scritta "Sanctions are coming - November 2018", parafrasando il motto della nota serie tv Game of Thrones, "Winter is coming".

Il segretario di Stato Mike Pompeo e quello del Tesoro, Steve Mnuchin, hanno annunciato che le sanzioni colpiranno soprattutto operatori portuali, spedizioni marittime, cantieristica navale, oltre che il settore energetico e quello finanziario. Il provvedimento comprende l'esenzione per 8 Paesi, che potranno continuare ad importare petrolio da Teheran per un periodo massimo di 6 mesi, scaduti i quali la situazione verrà rivalutata. Di questi otto, due termineranno le importazioni nel giro di poche settimane, mentre gli altri sei ridurranno l'import in maniera sostanziale. Tra i destinatari delle esenzioni - che saranno resi noti solo la settimana prossima - non figura l'Unione europea. L'elenco dei Paesi verrà reso noto lunedì.

In un comunicato congiunto, l'Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Federica Mogherini, e i ministri degli Esteri e delle Finanze di Francia, Regno Unito e Germania, hanno condannato "profondamente la reimposizione ulteriore di sanzioni da parte degli Stati Uniti", dichiarando che l'Unione europea continuerà a lavorare per "proteggere gli operatori economici europei" e mantenere aperti i "canali finanziari effettivi con l'Iran" e le "esportazioni di petrolio e gas". L'accordo del 2015 "è un elemento chiave dell'architettura di non-proliferazione nucleare e della diplomazia multilaterale" ed "è cruciale per la sicurezza dell'Europa, della regione e del mondo intero", si legge ancora nella nota. Nel comunicato si sottolinea che "l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) ha confermato in dodici rapporti consecutivi che l'Iran si attiene ai suoi impegni ai sensi dell'accordo" e "ci aspettiamo che continui ad attuare integralmente tutti i suoi impegni nucleari, come stabilito dal Jcpoa".

Il ministro dell'Energia turco, Fatih Donmez, ha dichiarato che Ankara rientra nel gruppo degli otto, anche se i dettagli non sono ancora noti. Il ministro ha accolto positivamente la decisione, frutto dello sforzo fatto dalla Turchia per convincere gli Stati Uniti che un blocco delle importazioni avrebbe avuto "un impatto negativo per la pace e l'economia dei Paesi confinanti". La Turchia dipende molto dalle importazioni di petrolio per soddisfare il suo fabbisogno, e l'Iran rappresenta una delle principali fonti di approvvigionamento per la vicinanza, la qualità del greggio e il costo conveniente. Anche ad un altro vicino di Teheran, l'Iraq, sarà concessa l'esenzione, con la condizione di non pagare il petrolio in dollari americani. A dichiararlo fonti del governo di Bagdad.

Per Pompeo l'obiettivo delle sanzioni è spingere l'Iran "ad agire come un Paese normale". "Le nostre azioni mirano a colpire il regime, non il popolo", ha aggiunto. A stretto giro è arrivata anche la risposta dall'Iran: "Non c'è motivo di preoccuparsi. Dovremo aspettare e constatare che gli Stati Uniti non sono in grado di mettere in pratica alcuna misura contro la grandiosa e coraggiosa Nazione iraniana", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Bahram Qassemi, alla tv Irib. "Sembra che gli Usa non siano più in grado di mettere sotto pressione i Paesi e le aziende - ha continuato - Noi siamo in grado di gestire le questioni economiche del nostro Paese".

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