Fondatore e direttore
Angelo Maria Perrino

Turchia, fallito colpo di Stato

Erdogan è tornato a Istanbul

turchia

Tentativo di colpo di stato contro Erdogan da parte dell'esercito in Turchia (ma la Marina si è chiamata fuori). Il presidente, dopo una rocambolesca fuga nella notte sui cieli turchi, è ritornato ad Istanbul dopo aver avuto la certezza del fallimento del golpe. L'evoluzione dell'insurrezione di parte delle forze armate organizzata dai colonnelli (e non dai generali), è stata seguita con la massima attenzione dalla Russia (tra i due Paesi è stata fatta di recente pace dopo un lungo periodo di forte tensione). E dagli Usa, essendo il Paese componente della Nato. Barack Obama si è schierato al fianco del presidente, dichiarando che va sostenuto "il governo turco democraticamente eletto". Rivolgendosi a tutte le parti, Obama si è appellato "per scongiurare le violenze e bagni di sangue". Pro Erdogan anche se con prudenza Angela Merkel: "L'ordine democratico deve essere rispettato", ha dichiarato il suo portavoce. La Russia è "profondamente preoccupata per le notizie che provengono dalla Turchia", ha fatto sapere il portavoce del Cremlino.
 
Ministro dell'Interno: "Golpe fallito". Dopo essere stati vicini alla guerra civile, il ministro dell'Interno turco, Efkan Ala, ha dichiarato nella notte: "Il tentativo di golpe è fallito". E ha aggiunto che un generale golpista è stato ucciso e almeno 330 ufficiali dell'esercito turco che hanno partecipato al tentativo di colpo di stato sono stati arrestati. Nella battaglia di Ankara si sono avute almeno 60 vittime. Il ministro ha anche ordinato alle Forze armate di abbattere tutti gli aerei e gli elicotteri dei golpisti che dovessero ancora continuare operazioni contro la popolazione civile o le istituzioni. Nonostante le assicurazioni che il golpe era fallito, però, per tutta la notte e fino all'aba sono proseguiti gli scontri e i bombardamenti, concentrati soprattutto intorno all'area del palazzo presidenziale ad Ankara dove poco prima delle 5.30 c'è stato anche un nuovo bombardamento aereo, un F-16, non è chiaro se in mano ai golpisti o all'areonautica lealista, ha lanciato ordigni contro i tank schierati intorno al palazzo presidenziale. Abbattuto un elicottero dei golpisti, mentre sarebbero almeno 5 le nuove vittime della nottata di fuoco nella capitale turca. Intanto, i militari che bloccavano i ponti sul Bosforo hanno cominciato ad arrendersi, lasciando i carri armati e consegnandosi alle truppe lealiste e alla polizia.

Inizio di guerra civile. La polizia si è opposta al golpe, e tra agenti e militari ci sono stati sanguinosi combattimenti. Diciassette poliziotti sono stati uccisi nella sede centrale delle forze speciali ad Ankara. Un colonnello e tre soldati sono stati arrestati dalla polizia. Ma anche i militari sono divisi e si combattono fra loro. I caccia si sono alzati in volo bombardando alcune zone, un F-16 ha abbattuto un elicottero a bordo del quale c'erano militari golpisti. Ad Ankara militari lealisti al presidente Erdogan si sono scontrati contro soldati che partecipano al golpe. Regista degli insorti, l'ufficiale Muharrem Kose, rimosso nel marzo scorso dallo staff dello Stato maggiore turco. Il premier turco Binali Yildirim ha annunciato una no-fly zone su Ankara sottolineando che saranno abbattuti tutti i velivoli che la violeranno.

Catturato Akar. Durante il tentato golpe, i carri armati dell'esercito hanno aperto il fuoco attorno al Parlamento turco ad Ankara dove è esplosa una bomba che ha provocato numerosi feriti. A sparare sono stati anche elicotteri militari. Anche nei pressi del ponte sul Bosforo è esplosa una bomba. Il comandante delle forze terrestri turche, il generale Hulusi Akar, capo di stato maggiore fedele al presidente, è stato preso in ostaggio dai golpisti. Ma le principali forze di opposizione laiche della Turchia si sono subito schierate contro il golpe.

La cronaca: legge marziale e coprifuoco. I militari hanno istituito la legge marziale e disposto il coprifuoco. E sospeso le trasmissioni della rete radiotelevisiva statale nella cui sede è avvenuta un'esplosione. La tv ha ripreso a funzionare nella notte, i soldati hanno lasciato la sede dell'emittente statale dopo l'ingresso nell'edificio di una folta folla lealista. Sono stati bloccati gli accessi ai social network Facebook e Twitter. Aerei da guerra ed elicotteri hanno sorvolato la capitale Ankara. I due ponti sul Bosforo che collegano la parte orientale e occidentale di Istanbul sono stati chiusi: qui ci sono stati tre feriti. Carri armati sono stati dispiegati all'aeroporto internazionale Ataturk di Istanbul, sono stati cancellati i voli da tutti gli scali nazionali. Una forte esplosione è risuonata in serata nella capitale, in un centro di addestramento delle forze speciali della polizia nel quartiere di Golbasi. I golpisti hanno occupato la sede dell'Akp, il partito del presidente. Violenti scontri hanno contrapposto la polizia anti-sommossa e l'esercito turco in piazza Taksim, a Istanbul.
 
L'atmosfera nelle città turche è stata per ore molto pesante, il Paese era sprofondato nel caos, è stata corsa agli sportelli del bancomat per fare approvvigionamento di denaro. Il golpe è stato preceduto nei mesi scorsi da un lungo elenco di sanguinosi attentati terroristici.

La fuga in aereo di Erdogan: il rientro a Istanbul.  Recep Tayyip Erdogan ha lasciato il Paese all'inizio del golpe a bordo di un aereo privato decollato da Bodrum. Sulla base di quel che si è visto sull'app flight radar 24, un aereo è partito da Bodrum senza indicare la destinazione finale nel piano di volo. Quel che si sa è che nessun Paese europeo aveva dato a Erdogan il permesso di atterrare. Il presidente turco sembra avesse chiesto asilo in Germania, che gliel'aveva negato. Poi la richiesta sarebbe stata inoltrata a Londra, quindi a Teheran per fare scalo e ripartire per il Qatar. Si era anche parlato di un eventuale atterraggio in Italia, a Ciampino, ma la notizia era stata smentita. Nella notte si è poi capito che l'aereo di Erdogan non aveva mai lasciato la Turchia, volando a lungo in cerchio nel nord del paese per poi tornare a Istanbul, dove il presidente è stato accolto da una folla che prima aveva costretto i militari ad abbandonare l'aeroporto. Erdogan, appena sbarcato dal Gulfstream 4 ha parlato ai suoi sostenitori: "In questo Paese regna soltanto il potere della nazione e questo ve lo dico in quanto presidente della Repubblica", ha detto invitando "tutta la gente a scendere in piazza". "Noi fermeremo con grande decisione questi tentativi", ha affermato Erdogan. "Il tentativo di colpo di stato è stata opera di un piccolo gruppo all'interno dell'esercito, che ha usato dei blindati. Ho sentito che nelle forze armate ci sono dei contrasti, ma si tratta di un gruppo piccolo contro tutto il resto delle forze armate e delle forze di polizia". Erdogan ha rivelato che nel momento in cui è scoppiato il golpe "io mi trovavo a Marmaris", sulla costa egea meridionale. "Dopo che sono partito, l'hanno bombardato. Hanno preso il mio segretario generale". E infine ha aggiunto: "Il nostro esercito è pulito, quello che è successo non deve gettare una macchia sulle nostre forze armate".

Erdogan che oscurava i social, lancia un appello su FaceTime. Durante la fuga, in collegamento via smartphone con l'emittente televisiva 'Cnn Turkey', Erdogan aveva invitato i turchi (facendo appello anche alle moschee) a scendere in piazza, ritenendosi ancora lui il presidente, minacciando nel contempo che i golpisti sarebbero stati puniti. Poi, aveva accusato apertamente di essere dietro al colpo di stato il predicatore Fetullah Gulen, ideologo islamista radicale, suo ex alleato e adesso acerrimo avversario, al punto da trovarsi fin dal 1999 in esilio volontario negli Usa, dove si dice controlli il quartier generale di un impero economico dal valore di 20 miliardi di dollari. Paradossale che proprio Erdogan, che aveva messo al bando i social su Internet, nel momento in cui ne ha avuto bisogno, abbia mandato un messaggio su FaceTime.
 
Esercito: "Preso il potere". Lo stato maggiore dell'esercito aveva annunciato sul suo sito: "Abbiamo preso il potere per proteggere la democrazia e ristabilire i diritti civili". Gli insorti avevano giustificato il golpe con la "restaurazione dell'ordine costituzionale, della democrazia, dei diritti umani e delle libertà, garantendo che la legge regni di nuovo nel Paese". Nel comunicato delle forze armate si era precisato che "tutti gli accordi internazionali sarebbero stati mantenuti, e le buone relazioni con tutti i Paesi del mondo continuate".

Golpe organizzato ai massimi livelli. Gli attaché militari delle ambasciate turche in tutto il mondo avevano ricevuto, circa mezz'ora prima che in Turchia scattassero i movimenti del golpe, un messaggio che li avvertiva che i militari avrebbero preso il potere. Lo hanno riferito qualificate fonti diplomatiche europee, specificando che "questo sembrava essere il segnale che si tratta di una operazione gestita dai massimi livelli delle forze armate". Non è stato solo panico, nel Paese. In molte zone, come ad esempio a Istanbul, la gente si è schierata a favore dei golpisti: scesa in strada con la bandiera turca, ha applaudito ai carri armati schierati nelle strade della città. Ma anche i sostenitori di Erdogan hanno fatto altrettanto, schierandosi contro i militari. Immagini di manifestanti che fermano i blindati nelle piazze e nelle strade delle cittadine turche sono stati diffusi sui social network.

Le forze armate turche sono la seconda più grande forza armata permanente nella Nato dopo le forze armate statunitensi, con una forza combinata di poco più di un milione di persone in uniforme che servono i suoi cinque rami. La Turchia è considerata la più forte potenza militare della regione del Vicino Oriente oltre a Israele.

Premier turco: "Golpisti la pagheranno". La Turchia non consentirà mai "alcuna iniziativa che interrompa la democrazia". "Le nostre forze useranno la forza contro la forza", gli autori del tentativo di golpe "pagheranno il prezzo più alto". Lo ha detto il premier Binali Yildirim, che ha definito gli insorti "membri di un'organizzazione terroristica", aggiungendo che un atto del genere non può essere perpetrato "da chi ha giurato fedeltà alla bandiera". Il premier turco ha assicurato che "il Paese ha reagito", sottolineando inoltre che "i nostri soldati sono entrati in azione" e che "i teppisti autori di questo atto non rimarranno a lungo in libertà". Yildirim ha poi ringraziato per il sostegno i partiti di opposizione, invitando la popolazione a "mantenere la calma", garantendo che il governo "è al lavoro" e riferendo che alcuni mezzi corazzati, inizialmente schierati nelle strade, si sono ritirati.

A rischio basi militari anti Is. Il colpo di stato in Turchia aveva messo a rischio l'uso da parte delle forze armate americane delle basi militari nel Paese per le operazioni anti-Is. Il Pentagono era consapevole di quello che stava accadendo nel Paese.

I social protagonisti del golpe. Anche in questo caso i social sono stati vettori di notizie e di immagini. Su Twitter sono stati pubblicati in diretta foto e video postati dai cittadini. Alcune immagini sono relative al blocco dei ponti sul Bosforo, altre ai carri armati all'aeroporto. Altri video mostrano le sparatorie nella notte nelle strade di Ankara.

Sindaco Ankara: "Tutti in strada". Il sindaco di Ankara Ibrahim Melih Gokcek aveva fin dall'inizio lanciato attraverso Twitter un appello ai cittadini a scendere nelle strade della capitale turca. "Tutti in strada", era stato il suo appello.

 


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