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Esteri
Guerre, golpe, tensioni tra potenze: gli sconvolgimenti globali del 2023

Ucraina, Gaza, Nagorno-Karabakh e Africa sempre più filorussa: gli sconvolgimenti globali del 2023

Non si può certo dire che "è andato tutto bene". Dopo gli anni del Covid e quello della guerra in Ucraina, c'erano delle speranze che il 2023 potesse far registrare dei segnali di speranza sulla stabilità globale. Così non è stato. Anzi la situazione è persino peggiorata.

Alla guerra in Ucraina ha fatto seguito quella tra Israele e Gaza, ma anche altri fronti si sono aperti o riaperti: Nagorno-Karabakh su tutti, per non parlare dei nuovi spettri sul Golfo, in Africa e persino in Sudamerica con le minacce del Venezuela alla Guyana. Ecco un quadro degli eventi più rilevanti che hanno cambiato il mondo nel 2023.

La guerra in Ucraina

All'inizio del 2023 in molti speravano che una controffensiva ucraina potesse spezzare la presa della Russia sull'Ucraina orientale e forse sulla Crimea. La tanto attesa controffensiva è iniziata all'inizio di giugno. Nonostante le massicce perdite subite dalle truppe russe, le linee di combattimento si sono mosse appena. L'esercito russo aveva utilizzato l'inverno e la primavera per preparare difese formidabili. All'inizio di novembre, era già molto chiaro che i combattimenti erano in una "situazione di stallo".

Le conversazioni diplomatiche si sono rapidamente concentrate sulla possibilità che l'Ucraina potesse sostenere, e tanto meno vincere, una guerra di logoramento che sembrava favorire la Russia, data la sua economia e la sua popolazione sostanzialmente maggiori. Nonostante le terribili perdite subite, nell'autunno del 2023 la Russia aveva un numero di truppe in Ucraina doppio rispetto all'inizio dell'invasione e l'economia russa era su un piede di guerra.

Nel frattempo, la "stanchezza da Ucraina" ha iniziato a emergere in Occidente, soprattutto negli Stati Uniti, coi deputati repubblicani opposti all'invio di ulteriori aiuti a Kiev. Con le tendenze a lungo termine potenzialmente favorevoli alla Russia, crescono le richieste all'Ucraina di passare dall'offesa alla difesa e di cercare un cessate il fuoco. 

La guerra tra Israele e Hamas

Il momento probabilmente più sconvolgente del 2023 è rappresentato dagli attacchi di Hamas a Israele e la successiva controffensiva su Gaza. Il 7 ottobre circa 1.200 israeliani sono stati uccisi, il giorno più letale nella storia di Israele. Circa 240 persone sono state prese in ostaggio. Giurando di sradicare Hamas, Israele ha lanciato attacchi aerei contro Gaza e poi ha invaso il nord di Gaza. Una pausa negoziata nei combattimenti alla fine di novembre ha garantito il rilascio di circa un centinaio di ostaggi. Ma i combattimenti sono presto ripresi e le truppe israeliane si sono spostate nel sud di Gaza. L'impennata del numero di morti tra i civili palestinesi, la maggior parte dei quali donne e bambini, ha alimentato le denunce a livello mondiale secondo cui Israele starebbe commettendo crimini di guerra. Israele ha negato l'accusa, sostenendo che Hamas stava usando i civili palestinesi come scudi umani. Il timore è che il conflitto possa allargarsi, soprattutto col coinvolgimento dell'Iran.

La guerra in Nagorno-Karabakh

C'è anche un altro conflitto che ha caratterizzato il 2023. A settembre, l'Azerbaigian ha attaccato nuovamente in Nagorno Karabakh. In pochi giorni, ha invaso il territorio che non controllava già e ha annunciato che avrebbe iniziato la "reintegrazione" dell'enclave. Nel giro di una settimana, più di centomila armeni, ovvero circa l'85% della popolazione del Nagorno-Karabakh, sono fuggiti in Armenia. L'esodo ha scatenato proteste in Armenia per l'incapacità del governo di proteggere i connazionali e ha sollevato domande sul perché la Russia non sia riuscita a impedire la scomparsa dell'enclave. L'incolumità degli armeni rimasti nel Nagorno-Karabakh potrebbe essere a rischio.

Guerra civile in Sudan

Il 2023 avrebbe dovuto essere l'anno in cui il Sudan sarebbe diventato una democrazia. Il popolo sudanese ha invece ottenuto una guerra civile. Il conflitto ha avuto origine dalle proteste che nell'aprile 2019 hanno portato l'esercito sudanese a rovesciare il dittatore di lunga data Omar al-Bashir. La nuova giunta militare ha raggiunto un accordo con i gruppi civili per condividere il potere e lavorare per le elezioni. Ma il 15 aprile 2023, le forze delle milizie hanno attaccato le basi dell'esercito in tutto il Paese. Gli sforzi per negoziare un cessate il fuoco non sono andati a buon fine. In autunno, le milizie controllavano la maggior parte di Khartoum, la capitale del Sudan, mentre l'esercito controllava Port Sudan, il principale porto del Paese. I combattimenti sono stati particolarmente pesanti in Darfur, dove i Janjaweed hanno condotto una campagna di pulizia etnica contro la popolazione della regione, in gran parte non araba, all'inizio degli anni 2000. Alla fine dell'anno, i combattimenti avevano ucciso più di 10.000 persone e ne avevano sfollate altre 5,6 milioni, ovvero quasi il 15% della popolazione sudanese. 

Il colpo di stato in Niger

Il 27 luglio 2023 la guardia presidenziale ha arrestato il presidente della Repubblica Mohamed Bazoum, eletto nel 2021. Allo stesso tempo è stata insediata la giunta militare Conseil national pour la sauvegarde de la patrie (in italiano Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria, CNSP) che vede come capo di Stato il generale Abdourahamane Tchiani (noto anche come Omar Tchiani). In piazza contemporaneamente si sono svolte manifestazioni di sentimento antifrancese e favorevoli all'ingresso dell'influenza russa nel paese. Una tendenza che accomuna il Niger a diversi altri paesi dell'Africa e in particolare del Sahel.

Tensioni Usa-Cina

All'inizio del 2023, le tensioni tra Stati Uniti e Cina sembravano pronte ad attenuarsi. Ma poi un pallone di sorveglianza cinese è apparso sopra gli Stati Uniti. Ha attraversato il Paese per una settimana prima che un F-22 Raptor dell'aeronautica statunitense lo abbattesse al largo della costa della Carolina del Sud. Pechino ha insistito che il pallone era stato spinto fuori rotta mentre monitorava il tempo, una spiegazione che gli Stati Uniti hanno respinto.

L'incidente ha infiammato le passioni politiche negli Stati Uniti e ha indotto Blinken a rinviare la sua visita a Pechino. Blinken si è infine recato a Pechino in giugno per colloqui che i funzionari del Dipartimento di Stato hanno definito "costruttivi". Biden e Xi si sono incontrati a novembre a margine del Forum dei leader APEC 2023 a San Francisco, dando nuove speranze per un allentamento delle tensioni. Ma questi colloqui non hanno impedito a Washington di imporre ulteriori restrizioni al commercio con la Cina e i dissidi continuano con manovre contrapposte su Taiwan e Filippine. Tutte le potenziali micce restano sempre pronte ad accendersi.

L'India supera la Cina come nazione più popolosa al mondo

Secondo le stime demografiche dell'ONU, l'India ha superato la Cina come Paese più popoloso del mondo: si tratta del cambiamento più significativo nella demografia globale da quando esistono i dati. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, calcolate sulla base di una serie di fattori tra cui i dati dei censimenti e i tassi di natalità e mortalità, l'India ha ora una popolazione di 1.425.775.850 persone, superando per la prima volta la Cina. È anche la prima volta dal 1950, quando le Nazioni Unite hanno iniziato a tenere i registri della popolazione globale, che la Cina viene scalzata dal primo posto.

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