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Esteri
Uk al voto, Jeremy Corbyn, un comunista al posto della May? Tutto è possibile

Londra: ultimo sondaggio, testa a testa tra Labour e Tory

I conservatori della premier britannica, Theresa May, e i laburisti di Jeremy Corbyn sono ormai testa a testa: almeno a sentire l'ultimo sondaggio divulgato oggi dall'emittente ITV, quando mancano appena due giorni alle elezioni parlamentari di giovedi'. Il sondaggio sulle intenzioni di voto, realizzato dalla societa' Survation per l'emittente britannica, assegna ai 'Tory' un appoggio del 41,5% e ai laburisti il 40,4. Piu' indietro i liberaldemocratici, al 6% e il partito euroscettico Ukip, fermo al 3%. Il sondaggio (1.103 persone, intervistate per telefono tra il 2 e il 3 giugno) conferma la clamorosa rimonta dei laburisti, che all'inizio di maggio, quando e' cominciata la campagna elettorale per il voto voluto dalla premier Theresa May, erano indietro di 20 punti percentuali. Oggi continua la campagna elettorale, ma intanto, dopo gli attentati di sabato notte, non accenna a placarsi la polemica per le falle della sicurezza. Corbyn lunedi' ha chiesto le dimissioni di May, ricordando che l'attuale premier, quando era ministro dell'Interno sotto il precedente governo conservatore di David Cameron, decise i tagli agli organici della polizia. 

Con quella barba ormai brizzolata, il cappello da pescatore dell'Elba (o da rivoluzionario russo, tanto il copricaco è sempre quello), con un passato da agit-pro e militante di mille cause (il più delle volte perse o disperate) e un consolidato presente da vegetariano che non ama i dolci, Jeremy Corbyn è considerato l'incarnazione del prototipo della 'sinistra barbuta' dai suoi detrattori.

Ma alla vigilia del voto britannico questo otusider di 68 anni dichiaratamente anti-monarchico potrebbe addirittura ritrovarsi a guidare il governo della Regina. Discusso nel Labour, dove ha lungo ha guidato l'ala sinistra anti-blairiana, avversato dai maggiorenti del partito e idolatrato dalla base, Corbyn una sua battaglia l'ha già vinta quando, dopo aver conquistato nello stupore generale la leadership del Labour nel 2015, sfiduciato dal partito ha riconquistato il timone dell'allora malandata navicella laburista al congresso di luglio scorso. Una seconda potrebbe vincerla, e questa davvero a sorpresa, tra due giorni, mettendo alle strette la premier Theresa May impedendole di ottenere una maggioranza sicura in parlamento. C'è anche il rischio, impensabile sino a un paio di settimane fa, di vedere questo socialista 'barbuto' e old-fashioned a Downing Street.

Personalmente, magari, l'idea non lo fa impazzire ("Non ha mai avuto cariche e non ne ho mai volute" ha ribadito ancora pochi giorni fa al Telegraph e in ogni caso non ha voluto rispondere a chi gli chiedeva se in caso di vittoria avrebbe lasciato Islington per trasferirisi al numero 10), ma politicamente sarebbe un colpo di scena clamoroso. L'uomo in ogni caso ha una storia lunga e molto riconoscibile alle spalle. Certamente può esibire un pedigree socialista di tutto rispetto. Nato a Chippenham nel Wiltshire, i genitori (una matematica e un ingegnere elettronico) erano attivisti per la pace in Gran Bretagna durante la guerra civile spagnola e Jeremy e suo fratello Piers, cresciuti in quel clima, hanno sempre avuto un orientamento a sinistra molto netto (ai tempi, Piers era l'ala più radicale della coppia; adesso - stimato meteorologo - è tra gli scienziati che negano il "climate change" e su questo le litigate col fratello pare siano epiche).

In linea con questo background, Jeremy ha iniziato come militante sindacale e ha sempre lavorato con i sindacati sino a quando non è stato eletto alla House of Commons del 1983. Ma anche da parlamentare, Corbyn si è mantenuto un militante politico di base. Nessuna carica di rilievo nel partito, nessun ruolo ministeriale, ma una serie praticamente infinita di campagne 'dal basso'.

A metà anni sessanta era tra i ragazzi che marciavano per il disarmo nucleare (e ancora oggi la sua condanna delle armi atomiche è totale, tanto che in campagna elettorale gli è stato rimproverata l'ambiguità di non volersi impegnare a premere il 'bottone' atomico neanche in caso di attacco nord-coreano). Tra le figure di rilievo del Labour, Corbyn è poi stato in prima linea nella mobilitazioni a favore dei repubblicani irlandesi, dei minatori in lotta con la Thatcher, degli attivisti anti-apartheid in Sudafrica, dei palestinesi e dei diritti animali. E, soprattuto, della guerra in Iraq quando - con Tony Blair primo ministro - Corbyn si è ritrovato presidente dela Stop The War Coalition.

Il suo stile di vita riflette questi ideali fedelmente. Residente a Islington (culla della sinistra londinese), tifoso di rugby, ciclismo e calcio (la sua passione per l'Arsenal è dichiarata) Corbyn è vegetariano (il suo ristorante preferito è il Gaby's Diner, nel west Eend di Londra, dove va a mangiare l'hummus dopo le manifestazioni a Trafalgar Square), non beve o perlomeno beve assai di rado, odia i dolci, va in bicicletta e non possiede la macchina.

Caso curioso - almeno tra i "barbuti di sinistra" come lui - Corbyn non ha mai fumato cannabis e lo ammette candidamente, come altrettanto candidamente confessa di fare una vita piuttosto frugale e di spendere dannatamente poco, quasi niente. Che odi la cravatta è ben noto anche se le sorti della politica ultimamente lo stanno costringendo a 'mascherarsi'.

Tre volte sposato - dalla seconda moglie Claudia si è separato quando lei si è ostinata a mandare il figlio Ben (oggi nello staff tecnico del Watford in premier League) a una scuola privata - Corbyn ha tre figli, parla correntemente spagnolo (sia Claudia che l'attuale moglie Laura Alvarez sono latino-americane), ha un gatto chiamato El Gato (che, dice, "dimostra spiccate tendenze socialiste") ed è appassionato di cinema e letteratura. Il suo romanziere preferito è il nigeriano Chiunua Achebe, grande narratore della lotta al colonialismo, mentre i suoi film favoriti sono Il Grande Gatsby e Casablanca.

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