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Esteri
Usa 2024, Nikki Haley sogna la rimonta su Trump ma scivola sulla schiavitù
Nikki Haley

Nikki Haley sfida Trump per le primarie repubblicane

La candidata repubblicana alle primarie presidenziali Nikki Haley ha provato a rimediare all’autogol politico di due giorni fa quando, alla domanda sul perché fosse scoppiata la Guerra Civile, non ha indicato la schiavitù. “Voglio dire - ha spiegato oggi durante un’intervista radiofonica - è ovvio che la Guerra Civile scoppiò per la schiavitù, ma qual è la lezione in tutto questo?”.

“Che noi - ha aggiunto - abbiamo bisogno di assicurarci che ogni persona abbia libertà d’espressione, libertà di religione, libertà di fare e essere tutto ciò che vuole senza che qualcuno o il governo si intrometta”.

“Certo - ha continuato - so che il motivo era la schiavitù, vengo dal sud, naturalmente so che il motivo era la schiavitù”. La precisazione è arrivata nel tenativo di placare le polemiche suscitate dalle sua parole pronunciate a un incontro pubblico nel New Hampshire, mercoledì, quando aveva detto che la Guerra Civile era scoppiata per le libertà del popolo. A un elettore, seduta in mezzo al pubblico, che aveva chiesto quale fosse stata la causa della guerra tra nordisti e sudisti, Haley aveva rilanciato la domanda all’elettore. Lui aveva risposto: “Non sono io che corro da presidente”.

“Io penso - aveva spiegato la candidata - che la causa sia sempre nel ruolo del governo e su quali diritti ha il popolo”. Allora l’elettore aveva ribattuto: “Siamo nel 2023, è stupefacente per me che lei risponda a questa domanda senza menzionare la parola ‘schiavitù’”. “Cosa vuole che le dica riguardo la schiavitù?”, aveva tentato di rimediare Haley. “Lei ha già risposto alla mia domanda”, è stata la risposta dello spettatore.

Nonostante l'autogol, Haley sembra l'unica possibile alternativa a Donald Trump per i repubblicani in vista delle elezioni presidenziali di novembre 2024. Spiega il Corriere della Sera: "I giudizi su di lei sono divergenti. Chi la critica la considera un’opportunista con pochi principi: durante la campagna del 2016 definì antiamericano il candidato Trump per la sua minaccia di impedire l’ingresso negli Usa ai musulmani, ma una volta al governo difese la scelta del presidente di negare i visti ai cittadini di sette Paesi islamici. Oggi Haley attacca Trump per il suo scarso rispetto per le istituzioni e per gli alleati degli Stati Uniti, ma negli anni della sua presidenza non ha fatto nulla per frenarlo. Per i maligni era scesa in campo solo per mettersi in mostra e farsi scegliere da Trump come vice: ha cominciato a picchiare duro solo quando ha capito che The Donald ha programmi diversi. Chi la appoggia (anche i miliardari Koch e molti finanziatori repubblicani alla ricerca di un’alternativa a Trump) vede in tutto ciò segni di pragmatismo, maturità politica, capacità di manovra".

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