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Trump bis nel 24? Meno tasse e più dazi. Pace con Putin (e Xi), non con l'Iran
Donald Trump

Elezioni Usa 2024: torna Trump? Che cosa cambia sul fronte economico

America great again, again. Gli Stati Uniti e il mondo iniziano a prepararsi a un potenziale, possibile, per qualcuno addirittura probabile, ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Manca già meno di un anno alle elezioni presidenziali del 2024 e tra i Repubblicani sembrano esserci pochi dubbi su chi sarà il candidato: lui, Trump. A meno di svolte giudiziarie, sentenze o arresti, l'ex presidente sembra avere pochi ostacoli tra sé e la nomination. Ron De Santis e Nikki Haley ci stanno provando a impensierirlo, ma le loro possibilità appaiono limitate. Troppo forte l'ascendente mantenuto da Trump sul partito e anche su una buona fetta di americani.

Se la contesa dovesse essere tra Trump e Biden, anche qui in questo momento è il primo ad apparire nettamente avvantaggiato. Potrebbe essere la rivincita del voto del 2020, con Biden a subire il cosiddetto "effetto Carter", l'ultimo presidente democratico a non essere rieletto per un secondo mandato. Ma come cambierebbero gli Stati Uniti e come cambierebbe il mondo in caso davvero Trump rientrasse alla Casa Bianca quattro movimentatissimi anni dopo l'assedio di Capitol Hill? Intanto, troverebbe un mondo completamente diverso tra guerra in Ucraina, nuovo conflitto in Medio Oriente e le accresciute tensioni con la Cina.

Ma partiamo dal fronte interno. Secondo un nuovo sondaggio della CBS News, la maggior parte degli americani ha dichiarato di ritenere che si troverebbe meglio dal punto di vista finanziario se l'ex presidente Trump venisse rieletto alla Casa Bianca. Il 45% degli americani ritiene che si troverebbe meglio dal punto di vista finanziario se l'ex presidente riuscisse a vincere la sua terza candidatura alla Casa Bianca. Un altro 32% ha affermato che la situazione finanziaria peggiorerebbe in caso di vittoria di Trump, mentre il 23% ha dichiarato che non cambierebbe nulla.

Il Presidente Biden è andato peggio di Trump quando gli è stato chiesto di parlare di economia. Il 48% degli elettori ha dichiarato che le condizioni economiche sarebbero peggiori se Biden ottenesse un secondo mandato, mentre solo il 18% ha affermato che le condizioni economiche sarebbero migliori. Un altro 34% ha dichiarato che la situazione rimarrebbe invariata. 

Secondo il Financial Times, con la vittoria di Trump l'inasprimento normativo nel settore bancario si arresterebbe. Sarebbero in bilico gli incentivi garantiti dalla legge sulla riduzione dell'inflazione per investire nell'energia verde e nell'ammodernamento della rete elettrica. In caso di vittoria di Trump e di riconquista del Senato da parte dei Repubblicani, è probabile il rinnovo degli sgravi fiscali, il cui valore è stimato in 1.600 dollari per ogni famiglia statunitense. 

Sarebbe prevedibile un nuovo livello di sregolatezza fiscale: Trump spenderebbe e taglierebbe le tasse in modo potenzialmente drastico. Questo spingerà le aspettative di inflazione verso l'alto e i prezzi delle obbligazioni verso il basso. Ovviamente, gli Stati Uniti adotterebbero una postura più protezionistica sul fronte commerciale. Trump ha proposto una tariffa del 10% su tutti i beni importati. Questa proposta incontrerà resistenze a livello nazionale e internazionale. Ma un modo più semplice per raggiungere gli obiettivi di tale tariffa, ritengono diversi analisti, potrebbe essere indebolire il dollaro come fece a suo tempo Richard Nixon.

Elezioni Usa 2024: torna Trump? Che cosa cambia sul fronte internazionale

Attenzione anche a politica estera e fronte internazionale. Sempre secondo il sondaggio di CBS News, il 43% degli elettori ha dichiarato che le probabilità che gli Stati Uniti vengano coinvolti in una guerra diminuirebbero se Trump vincesse le elezioni del prossimo anno, mentre il 39% ha affermato che le probabilità aumenterebbero. Se Biden otterrà la presidenza nel 2024, il 49% degli elettori ha dichiarato che le probabilità che gli Stati Uniti partecipino a una guerra aumenteranno, mentre un altro 23% ha affermato che le probabilità diminuiranno sotto la guida di Biden. Il 23% ha detto che la situazione non cambierebbe se venisse rieletto.

Effettivamente, i Repubblicani spingono molto sulle critiche a Biden, accusato di presunta debolezza che avrebbe favorito l'invasione della Russia e le turbolenze altrove. Trump ha detto qualche settimana fa che con lui la guerra in Ucraina finirebbe nel giro di poche ore o pochi minuti. Certamente un'esagerazione, ma non sarebbe impossibile aspettarsi un parziale disgelo con la Russia. Trump ha già dimostrato di saper alzare molto la voce ma anche di essere pronto in qualsiasi momento a incontrare chiunque, compreso Kim Jong-un. 

Il suo approccio in politica estera è d'altronde da negoziatore, mercantilistico se vogliamo. Trump è convinto che con chiunque si può trovare un accordo. Persino con Kim, persino con Putin. Già nel suo primo mandato aveva provato ad avvicinarsi alla Russia, non riuscendoci. Stavolta potrebbe provare con maggiore convinzione a mettere fine al conflitto, anche per non dover proseguire l'assistenza all'Ucraina già criticata e minacciata dai Repubblicani al Congresso negli scorsi mesi.

Anche le future relazioni con la Cina devono essere messe in discussione. In questo caso i cambiamenti potrebbero non essere così drammatici perché l'ostilità all'ascesa della Cina è bipartisan. Ma l'opposizione alla Cina sarebbe meno ideologica sotto Trump, che non si preoccupa affatto di queste differenze tra autocrazie e democrazie. Preferisce piuttosto le prime. Diventerebbe solo una gara di potere, con Trump che cercherebbe di mantenere gli Stati Uniti al primo posto. Non è chiaro come potrebbe andare a finire in modo diverso. Trump potrebbe cercare di mettere la Russia contro la Cina, come Nixon fece con la Cina contro l'Unione Sovietica. E l'abbandono dell'Ucraina potrebbe essere la sua esca.

Diverso il discorso sul Medio Oriente. Sarebbe forse quello il fronte più elettrico, con Trump che potrebbe anche aumentare il sostegno a Israele, col rischio di un potenziale allargamento delle tensioni che lui proverebbe a incanalare verso quello che ha sempre trattato come un nemico, l'Iran.

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