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Esteri
Usa Cina, dopo il G7 scatta il disgelo? Via le sanzioni e raffica di incontri
Xi Jinping - Biden (Lapresse)

Biden preannuncia il disgelo con la Cina. Ecco che cosa sta succedendo

Qualcosa si muove. Dietro le denunce e accuse incrociate, dietro le lamentele e le ritorsioni, qualcosa si muove. E il dialogo sembra davvero pronto a ripartire. Stati Uniti e Cina si studiano e si attaccano reciprocamente, in concomitanza del summit del G7 di Hiroshima, ma intanto dietro le quinte lavorano per riavviare i rapporti che si sono molto deteriorati dopo la visita di Nancy Pelosi a Taiwan dello scorso agosto e la vicenda del presunto pallone spia che ha portato all'annullamento del viaggio di Antony Blinken a Pechino.

Il primo segnale in tal senso è l'imminente viaggio di Wang Wentao, ministro del Commercio cinese, a Washington. Dopo l'incontro tra Wang Yi, capo della diplomazia del Partito comunista, e Jake Sullivan, consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, a Vienna è stata annunciata la visita di Wang, che incontrerà il Segretario al Commercio degli Stati Uniti Gina Raimondo e il Rappresentante del Commercio degli Stati Uniti Katherine Tai-

I funzionari dell'ambasciata cinese hanno sottolineato il loro desiderio di mantenere aperti i canali di comunicazione e hanno posto l'accento sui recenti impegni bilaterali, come l'incontro Sullivan-Wang, un'indicazione del fatto che gli sforzi compiuti da Washington e da Pechino per ristabilire le relazioni potrebbero produrre dei progressi.

L'incontro con Raimondo a Washington non era stato annunciato in precedenza, mentre quello con Tai a Detroit era previsto nell'ambito degli incontri APEC. Wang Hongxia, della sezione Affari economici e commerciali dell'ambasciata, ha dichiarato che l'incontro con Tai e Raimondo "offre ai due Paesi l'opportunità di impegnarsi in un dialogo attraverso canali bilaterali, regionali e multilaterali per affrontare le rispettive preoccupazioni in ambito economico e commerciale".

L'amministrazione Biden sta ora cercando di organizzare una serie di possibili visite a Pechino da parte di alti funzionari dell'amministrazione nei prossimi mesi, come parte di uno sforzo per riallacciare i rapporti con la Cina su questioni sostanziali. E sarebbe coperto tutto l'arco delle relazioni. Commercio, con la segretaria al Tesoro Yanet Jellen. Diplomazia, con il segretario di Stato Antony Blinken. Clima, con il rappresentante John Kerry.

Usa-Cina, riprende il dialogo sulla Difesa dopo il silenzio post Pelosi

Manca la difesa, ma anche su questo sembrano esserci passi avanti importanti. La Casa Bianca sta valutando la possibilità di revocare le sanzioni contro il ministro della Difesa cinese Li Shangfu. Il generale Li è stato nominato ministro della Difesa cinese durante le "due sessioni" dello scorso marzo, ma è sanzionato dal 2018 per l'acquisto di armi dalla Russia. Proprio a causa delle sanzioni, Pechino ha recentemente rifiutato di accettare un incontro con il segretario alla Difesa statunitense, Lloyd Austin, in occasione della partecipazione al forum sulla sicurezza Shangri-La Dialogue che si terrà a Singapore il mese prossimo.

La rimozione delle sanzioni potrebbe portare all'incontro e alla ripresa del dialogo in materia di difesa, che è stato di fatto interrotto dallo scorso agosto dopo la visita di Nancy Pelosi a Taiwan. Lo stesso Joe Biden, a margine del G7, ha dichiarato di aspettarsi un "disgelo" nelle relazioni degli Stati Uniti con Pechino. Colorito anche il modo in cui ha citato uno "stupido pallone aerostatico" come causa di uno stop a un processo di dialogo che era già cominciato. "È cambiato tutto in termini di dialogo. Penso che vedrete che la situazione inizierà a scongelarsi molto presto", ha previsto Biden.

Pechino nicchia e si aspetta passi sostanziali, visto che dal G7 sono arrivate diverse critiche sui dossier politici ed economici che la riguardano. La Cina ha confermato di mantenere la "comunicazione necessaria" con gli Stati Uniti, ma chiede a Washington di revocare le sanzioni e creare un'atmosfera favorevole per il dialogo. La portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha affermato: "Abbiamo mantenuto la comunicazione necessaria, ma se gli Stati Uniti dicono di volere comunicare, ma allo stesso tempo sopprimono e contengono la Cina con ogni mezzo e imponendo sanzioni a funzionari e imprese cinesi, qual è la sincerità e il significato di tale comunicazione?", ha scandito la portavoce, ribadendo l'opposizione di Pechino a "sanzioni unilaterali illegali".

Gli Stati Uniti, ha detto, "dovrebbero revocare immediatamente le sanzioni e intraprendere azioni concrete per rimuovere gli ostacoli al dialogo e alla comunicazione e creare un'atmosfera e condizioni favorevoli". Da non escludere però che dietro la cortina di dissapori si possa anche arrivare a un futuro incontro fra Joe Biden e Xi Jinping. Magari al G20 di Nuova Delhi a settembre, oppure al summit Apec di San Francisco, in calendario a novembre, qualora i rapporti dovessero prendere davvero una piega migliore.

Ma resta la perplessità di Pechino. Sul breve-medio termine gli Usa potrebbero aver interesse a una distensione, visto l'avvicinarsi delle elezioni presidenziali, ma sul medio-lungo termine Pechino sa benissimo di rimanere la priorità strategica numero uno di Washington, dunque il suo principale rivale.

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