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Esteri
Medio Oriente, il dispaccio di Londra che prova le pressioni sull'Italia
attacco mar rosso

Mar Rosso, un documento prova le pressioni di Uk e Usa sull'Italia

“L'Italia sostiene le operazioni dei Paesi alleati, che hanno il diritto di difendere le proprie imbarcazioni, nell'interesse dei flussi commerciali globali e dell'assistenza umanitaria". Ieri sera palazzo Chigi ha diramato una nota per ribadire che il governo appoggia pienamente gli sforzi dei Paesi membri delle Nazioni Unite per assicurare la libera e sicura navigazione nelle acque del Mar Rosso.

Sull'attacco di Stati Uniti e Gran Bretagna contro gli Houti in Yemen non è stato mai chiesto all'Italia di partecipare agli attacchi, hanno assicurato fonti dell’esecutivo. L'Italia non ha sottoscritto il documento degli Stati Uniti e di conseguenza a Roma – viene spiegato - non è stato chiesto di partecipare all'offensiva. Il governo e' stato informato con largo anticipo dell'attacco. 

Eppure, oggi il Corriere della Sera scrive che "fonti autorevoli raccontano che «ancora la scorsa settimana» sono state esercitate pressioni su Roma perché aderisse alla missione". Secondo Francesco Vererami, c'è "un documento diplomatico che certifica quale sia stata in realtà la natura dei colloqui avvenuti tra il governo e le cancellerie alleate. È un report trasmesso il 3 gennaio dall’ambasciata d’Italia a Londra alla Farnesina: «Strategia del Regno Unito nei confronti dell’Iran». E nel dispaccio siriferiscono informazioni confidenziali provenienti dal ministero degli Esteri britannico. Un intero paragrafo è dedicato alla crisi nel Mar Rosso provocata dai ribelli yemeniti, e «poiché gli ostacoli alla navigazione stanno continuando anche in presenza delle navi della coalizione internazionale», secondo il Foreign Office «si rende ora necessario adottare iniziative maggiormente incisive»".

Continua il Corriere della Sera: "Viene descritto un «intenso coordinamento» angloamericano, che ha come obiettivo «iniziative militari territorialmente limitate, mirate a mettere fuori gioco le postazioni degli Houthi da cui partono gli attacchi» contro il traffico mercantile nell’area. E viene esplicitato che «Londra auspicherebbe un attivo coinvolgimento dei partner, Italia inclusa, nelle operazioni necessarie». È la prova che Stati Uniti e Gran Bretagna hanno chiesto al governo il sostegno militare, e che «le consultazioni» di cui parlava ieri una fonte dell’amministrazione americana hanno coinvolto anche l’esecutivo italiano al più alto livello".

Ma, ricorda Verderami, "l’Italia non ha sottoscritto il comunicato congiunto nel quale si annunciava l’avvio di «operazioni cinetiche»". Così "Roma ha detto no a Washington e Londra. In fondo la postura che avrebbe tenuto l’Italia era parsa chiara fin da quando la nave della Marina «Fasan», inviata nell’area, era stata posta sotto il comando nazionale e non sotto l’«ombrello» della coalizione angloamericana". 

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