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Esteri
Venezuela: Petro, la criptomoneta di Maduro per vendere le ricchezze del Paese

Il bitcoin non e’ più’ la moneta virtuale o criptomoneta più’ innovativea del mondo. Da pochi giorni e’ stata superata in novita' da un nuovo prodotto finanziario, il Petro, creato in Venezuela dal dittatore prestigiatore Nicolas Maduro.

Dopo aver soffocato il Paese con un Governo dittatoriale, dopo averlo praticamente svenduto e portato alla fame, le uniche frecce che rimangono nel magro arco di Maduro sono quelle di svendere le riserve (non ancora estratte e presunte) del Paese.
Questo attraverso una trovata finanziaria abbastanza creativa anche se discutibile dal punto di vista puramente economico e bancario.
Quale e' questa idea?

Venezuela, un paese in agonia.Il Petro, la criptomoneta garantita dal petrolio

La creazione del ‘Petro’, una criptomoneta inizialmente garantita da una parte delle riserve sotterranee del petrolio venezuelano, una stima di oltre 5000 milioni  di barili di petrolio.
La sterminata faglia petrolifera dell’Orinoco sarà’ la base di garanzia della nuova criptomoneta.

‘Un petro varra' un barile di petrolio-conferma il presidente venezuelano- che pero’ nega che il Petro sia una criptomoneta.
‘Il petro-dice Maduro- e’ solamente un titolo di debito garantito per il momento dal nostro petrolio e in un secondo tempo anche da diamanti, oro e gas provenienti sempre dalle nostre miniere dell’Orinoco’.Una realtà’ di oltre 100000 metri quadrati pieni di materie prime’.

Venezuela, un paese in agonia.Un’inflazione del 2300%

Ovviamente quando un Paese si trova con un’inflazione che nel 2017 e’ stata dell’800% e che nel 2018 potrebbe raggiungere , secondo gli osservatori economici internazionali, la cifra record del 2300%, nessuna azione finanziaria e’ abbastanza creativa.
Ma e’ comprensibile che questo artificio possa essere un po’ l’ultima spiaggia del Presidente venezuelano per cercare di non venir sommerso da una 'guerra nucleare economica' in parte da lui stesso provocata.
E’ evidente che il Petro sia stato ideato per cercare innovazione nel campo della sovranità’ monetaria ( la moneta non vale più’ nulla ed allora liberiamola dall’inflazione galoppante creando un qualcosa di diverso), per gestire le transazioni finanziarie, per pagare i debiti e superare il blocco delle sanzioni americane.

Venezuela, un paese in agonia. Le imprese farmaceutiche pagate in petrolio e diamanti.

In questa logica le prime imprese che sono state chiamate dal Governo venezuelano a recepire la novità’ sono state le industrie farmaceutiche.
La Farmindustria venezuelana si e’ dimostrata molto scettica di fronte a pagamenti dell’enorme debito accumulato con petrolio, diamanti o oro sotto forma di Petri.

Certo non ha chiuso la porta perché’ sembra essere molto chiaro che l’alternativa al Petro sia lo zero assoluto.

Riuscirà’ il Venezuela a tirarsi fuori dai guai con un artificio che di fatto vende le materie prime del paese nemmeno ancora estratte ma solo stimate?
Certo che, per il momento, molti economisti sono più’ che dubbiosi. Dicono infatti che la forza di una moneta e’ direttamente proporzionale alla forza di un paese. E nel caso del Venezuela di oggi la risposta e’ presto data .Il Paese e’ allo stremo, con pochissime speranze di uscirne fuori. Unica speranza: un completo cambio politico che permetta di bloccare le sanzioni americane e aprire lo spazio a investitori internazionali.
Ma questa, purtroppo, e’ tutta un’altra storia.

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