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Fiera Milano
Fiera, Peraboni racconta il futuro: ”Dal 2017 saremo in utile sempre"
Corrado Peraboni

di Fabio Massa

Corrado Peraboni è l’amministratore delegato di Fiera Milano da poco più di un anno. Con Affaritaliani.it fa il punto della situazione e spiega: “Dobbiamo battere la maledizione degli anni pari…” L’INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT

Corrado Peraboni, che cos’è la maledizione degli anni pari?
Io la chiamo così, ed è un fenomeno davvero storico. E’ dovuto al fatto che su tre manifestazioni molto importanti, che cambiano il volto al bilancio, due avvengono negli anni dispari. Tuttofood e Host sono calendarizzate negli anni dispari. Poi sul 2016 c’è la congiunzione astrale che non ci sono neppure le triennali… insomma è un anno complicato.

In più il 2015 ha avuto il super-lavoro di Expo.
Diciamo che è stato un anno molto ricco. Però il primo trimestre 2016 l’abbiamo chiuso meglio di quanto avevamo previsto come budget. Questo vuol dire molto. Ora dobbiamo usare i prossimi mesi per prepararci a battere la maledizione…

Come si fa?
Prima di tutto arrivando “in forma”. Oggi noi siamo 120 in meno di un anno fa, con costi di struttura che sono stati razionalizzati per 2 milioni e mezzo. E tutto questo è avvenuto senza scioperi, nel modo più possibile concertato con le rappresentanze sindacali. Abbiamo poi razionalizzato sull’estero, consolidando le manifestazioni portafoglio e riducendo i costi del personale.

Il suo piano qual è?
Il primo anno è stato l’anno della ristrutturazione, il secondo quello della semina. Il terzo, dal 2017 in poi, secondo piani che abbiamo fatto e che sono fondati su dati reali, la società sarà costantemente in utile per gli anni a venire.

Tuttavia il titolo in Borsa non pare in una fase molto tonica.
Mi stupirei del contrario. Parliamoci chiaro: questa società arriva dalla riduzione per perdite di oltre un terzo del capitale, e in questi 12 mesi non ha prospettive di dividendi. E’ normale che il titolo soffra. Ma proprio per questo credo che sia un titolo sul quale vale la pena investire perché sta performando molto sotto il suo valore. Tanto per dirne una: io ho comprato personalmente le azioni di Fiera Spa, perché ci credo e pure tanto.

Torniamo al 2018, ci sono stati “colpi”?
Abbiamo messo un importante tassello. Avremo una nuova fiera di filiera, che si chiamerà Innovation Alliance. Mettiamo insieme 5 diverse fiere dalla logistica all’etichettatura alla movimentazione merci, al packaging. Riusciremo a coprire tutto il quartiere fieristico, come oggi riesce a fare il Salone del Mobile. Di queste cinque manifestazioni ben tre sono organizzate da noi. E’ il primo passo, ma dovremo farne altri.

Intanto continua quella che definimmo “la guerra delle fiere”.
Guardiamo la Germania. Ben 35 anni fa i tedeschi hanno diviso le merceologie tra i vari lander. Da una parte sta il food, dall’altra la meccanica, per dirne una. IN Italia invece stesse categorie merceologiche stanno in due o tre quartieri fieristici.

Questa è una mancanza della politica.
La politica tedesca è stata lungimirante. Da noi ha prevalso il localismo, mentre loro si sono attrezzati. Ora finalmente pare ci sia uno spiraglio. Il binomio tra Calenda e Scalfarotto ha dato una indicazione chiara: mettetevi d’accordo. Ora tocca a noi: io continuo a lanciare segnali di filiera. Un esempio è Verona.

In che senso?
Noi siamo partiti da due considerazioni. Verona è una eccellenza assoluta del vino. I visitatori di Tuttofood ci chiedevano di potere avere anche del vino, il beverage, poiché in alcuni paesi il distributori del food sono anche del vino. Ora avevamo due strade: o fare una fiera del vino in concorrenza a Verona, oppure offrire la piattaforma milanese a loro. La parte del vino sarà curata da Vinitaly. Abbiamo scelto questa seconda strada.

Ma in questo terzo millennio tutto web e virtuale hanno ancora senso le fiere?
I dati dicono di sì. In tutto il mondo le fiere crescono. C’è un dato che lo dimostra: i grandi attori del b2b sul web stanno sbarcando nel mondo reale. Alibaba sta cominciando a fare degli eventi fisici, a fare accordi con le fiere. I grandi portali b2b io penso che possano essere quello che sono state negli anni 70 le riviste per le fiere: una grande fonte per gli espositori.

Chiudiamo su Fondazione Fiera, il vostro azionista. Come è andato quest’anno e che cosa si aspetta per il futuro? Tra l’altro c’è un bando aperto per selezionare il vertice…
Le ultime nomine del nostro azionista hanno sempre dimostrato grande professionalità. In questo primo anno i rapporti sono stati sempre ottimi. Credo che continueranno ad esserlo. Mi sembrano finiti i tempi di nomine svincolate da professionalità specifiche. Finché c’è professionalità è obiettivo di tutti che Fiera Milano spa vada bene. Devo dire che Fondazione Fiera Milano non ha direzione e coordinamento su Fiera Spa e ha rispettato assolutamente questo assetto durante tutta la mia esperienza.

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