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Cloudy Bay: le origini di un mito neozelandese

CLOUDY BAY, LE ORIGINI DI UN MITO

La Nuova Zelanda è un Paese come ne esistono pochi al mondo. Un giovane, piccolo continente – in confronto ad Europa e Nord America – formatosi gradualmente dopo il distacco dall’Australia tra gli 80 e i 100 milioni di anni fa e modellato dai movimenti tellurici e dall’attività vulcanica. Le catene montuose emerse e i fiumi che si sono formati ne hanno scolpito l’iconico paesaggio. 
Situata in uno dei remoti recessi dell’Oceano Pacifico, la Nuova Zelanda per molti aspetti può essere considerata un vigneto galleggiante. Il Paese è costituito da due isole principali, una a nord e una a sud, che fanno da cornice a numerosi vigneti, nessuno dei quali distante più di 120 km (80 miglia) dall’Oceano. Nonostante le ridotte dimensioni, la Nuova Zelanda si caratterizza per una ricca biodiversità naturale, dalla costa sferzata dal mare nella regione del Marlborough, al caldo estremo dell’Otago centrale, la regione vinicola più a sud del mondo. 

Cloudy Bay si trova nella pittoresca Wairau Valley, nel Marlborough, all’estrema punta nord dell’isola a sud. Tappezzato di vigneti, il Marlborough copre circa il 73% di tutta la produzione di vini della Nuova Zelanda, diventando così la principale regione vinicola del Paese. Il 77% delle uve del territorio è composto da Sauvignon Blanc, mentre il 10% dei 23.232 ettari coltivati è costituito da Pinot Noir. 
Il segreto dei vini Cloudy Bay risiede nella conformazione geografica della regione, a metà tra le vette delle Richmond Ranges e le coste delle Winter Hills, che la proteggono dalle estreme variazioni climatiche. La regione è la più soleggiata della Nuova Zelanda, anche se il clima è fresco e secco. Il terreno roccioso e drenante lo rendono ideale per la crescita delle uve. 

Nel Marlborough sono presenti tre subregioni - le Valleys meridionali, la Wairau Valley e la Awatere Valley – ciascuna con un proprio mesoclima e una conformazione geologica specifica. Le Valleys meridionali, conosciute per il Sauvignon Blanc e il profondo e complesso Pinot Noir, presentano un clima fresco e un terreno ghiaioso, contente alti livelli di argilla.  La Wairau Valley si caratterizza per giornate calde e notti fresche, mentre le diverse varietà di terreno – dal roccioso all’argilloso – donano ai suoi vini un carattere e una forza distintivi. La Awatere Valley è più fresca e ventosa delle altre due regioni: con variazioni di temperatura diurna estreme, mentre le sue terre sono un mix di ghiaia alluvionale e roccia sedimentaria, crea vini ben strutturati e dal gusto intenso. 

Cloudy Bay: molto più che un semplice nome

La cantina prende nome da Cloudy Bay, un corso d’acqua al confine settentrionale della Wairau Valley. L’esploratore e navigatore James Cook raggiunse la baia durante il suo viaggio in Nuova Zelanda nel 1770 e la sua scoperta coincise con un’alluvione nella regione, a causa della quale grandi quantità di sedimenti si riversarono nel mare. Notando l’opacità dell’acqua, Cook decise di ribattezzare l’area Cloudy Bay.
Cloudy Bay è stata una delle prime cinque cantine a scegliere il Marlborough per la propria produzione. All’epoca, era in pratica inimmaginabile pensare di far crescere un vigneto nella zona. Ma il fondatore, David Hohnen, si convinse del potenziale di quest’area e investì sulle terre migliori della regione. Da allora, il Marlborough è così tanto cresciuto da diventare non solo il territorio principale di produzione di vino in Nuova Zelanda, ma anche una delle regioni vinicole migliori del mondo. 
Questo perché Cloudy Bay ha saputo catturare l’essenza del Marlborough. La cantina preserva le caratteristiche naturali dei frutti, adottando un approccio “less is more” alla viticultura. 
Questa attitudine si riflette inoltre nell’etichetta essenziale ma elegante sulle bottiglie, che rappresenta la Wairau Valley con, sullo sfondo, il profilo delle Richmond Ranges.

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David Hohnen, un uomo dalla visione lungimirante

Il fondatore di Cloudy Bay, David Hohnen, visitò per la prima volta la Nuova Zelanda – per saggiarne il potenziale – nel 1984. La sua curiosità era stata catturata l’anno prima, quando un gruppo di viticoltori neozelandesi – in visita nei suoi vigneti Cape Mentelle in Australia – gli lasciò qualche bottiglia di Sauvignon Blanc. Hohnen ne rimase conquistato. 
Il viaggio in Nuova Zelanda fu decisivo. Mentre partecipava ad un wine show ad Auckland, conobbe il suo futuro partner in affari, Kevin Judd. Determinato ad aprire una cantina in Nuova Zelanda, Hohnen trovò il posto perfetto: la poco conosciuta regione del Marlborough. Cloudy Bay produsse il suo primo millesimato nel 1985. 

Cloudy Bay: un riferimento per tutti i vini neozelandesi

Il Sauvignon Blanc Cloudy Bay ha subito conquistato gli amanti del buon vino, grazie allo strabiliante aroma che si sprigiona dal bicchiere. Come tutti i grandi vini, il Sauvignon Blanc Cloudy Bay ha lasciato un’indelebile prima impressione nei consumatori, che da quel momento non ne hanno potuto più fare a meno. 
Ma l’approccio pionieristico di David Hohnen non si è limitato solo a questo. 
Nel 1986 fu la volta del primo Chardonnay, seguito 8 anni dopo dal Pinot Noir, che ancora oggi riceve riconoscimenti in tutto il mondo. I suoi cloni furono piantati proprio nel 1985 e, come tutte le cose buone, ebbero bisogno di tempo per portare i primi frutti. 
Nel 2000, Cloudy Bay ha introdotto Te Koko, un nuovo, complesso e corposo Sauvignon Blanc. Adottando un approccio poco interventista, questo vino viene lasciato fermentare lentamente nelle botti di quercia francese prima di raggiungere la maturità. Te Koko è stata un’autentica rivoluzione tra i Sauvignon Blanc prodotti in Nuova Zelanda. 
Infine, quando Cloudy Bay ha presentato nel 2010 il Pinot Noir Te Wahi, si è realizzata l’espansione della cantina al di là dei confine del Marlborough: le uve impiegate, infatti, crescono nella regione del Central Otago, che negli ultimi anni ha saputo costruirsi un’importante reputazione come zona di produzione dei Pinot Noir, tanto da competere con Oregon e Borgogna. 
Il Central Otago è la regione vinicola più a sud del mondo ed è caratterizzata da un clima semi continentale e da variazioni climatiche di rilievo. Una regione relativamente piccola, una nuova frontiera per il Pinot Noir, i cui 1.000 ettari coltivati comprendono il 2,4% della produzione totale del Paese. Nel 2013 e 2014, Cloudy Bay ha acquistato I propri vigneti nel miglior territorio della regione – Calvert e Northburn. 

Cloudy Bay: un suggestivo incontro di sapori

Per una sera, a Milano, è stato possibile incontrare un angolo di Marlborough. Dall’incontro tra la Nuova Zelanda e la cucina fusion nasce un menù insolito, ma di grande impatto, costruito per esaltare al massimo il gusto e le caratteristiche di ciascuna etichetta Cloudy Bay.

Carpaccio di Capesante di Hokkaido e Gamberi Rossi di Mazara del Vallo, Bottarga e Vinagrette di Yuzu soia – in abbinamento a Cloudy Bay Sauvignon Blanc 2015

Salmone Tataki con salsa Karashi su miso – in abbinamento a Cloudy Bay Chardonnay 2014


Carpaccio di Tonno con mango e salsa ai frutti tropicali – in abbinamento a Cloudy Bay Te Koko 2012


Nighiri di Anguilla, Toro e Fois Gras, Scampo con olio tartufato – in abbinamento a Cloudy Bay Pinot Noir


Ombrina Yuansansyo cotta alla brace con Takenoko – in abbinamento a Cloudy Bay Te Wahi 2014

Cloudy Bay summer tasting

Sauvignon Blanc 2015
Note di degustazione Luminoso, al naso rivela aromi di agrumi come il pompelmo e la combava, sostenuto da leggere note tropicali. Al palato è setoso e intenso, con aromi di frutta matura, frutta a nocciolo e citronella, il tutto sostenuto da una leggera mineralità. La sua acidità concede un finale persistente e gustoso, suggerendo una grande potenzialità di invecchiamento.
I vigneti Le uve provengono da viti situate in quattro sotto-regioni della valle di Wairau: Rapaura, Fairhall, Renwick e Brancott. I terreni variano da alcune zone rocciose ben drenate – al centro della valle – ad altre argillose. La maggior parte della frutta viene coltivata su graticci in posizione verticale con alcune particelle nel sistema Scott-Henry.


Pinot Noir 2014

Note di degustazione Il vino è molto aromatico, caratterizzato da un bouquet strutturato, tipico del Pinot Noir. Mentre si odora il vino, appare un’ampia gamma di sapori, dal leggero spettro di rosa, viola e frutti rossi maturi fino al ciliegio scuro con una nota ridondante di prugna. Strutturalmente, il vino è senza interruzioni. Al palato è concentrato e incorniciato da tannini setosi e maturi. Note speziate di rovere e di erbe conferiscono complessità ai vini. Lungo, rotondo e flessibile.

Chardonnay 2014

Note di degustazione Il vino cattura con sapori complessi di anacardi, conserva di limone e pesca nettarina. Quando il vino si apre rivela sottili note di pompelmo e di fiori bianchi. Il palato viene avvolto da sapori complessi di frutti maturi e rovere affumicato e speziato. La struttura del vino, una combinazione di densità fruttuosa e maturazione sui lieviti, fornisce un punto focale che è bilanciato da un’acidità fresca e decisa.
I vigneti Il Chardonnay 2014 è stato ottenuto dalle uve di quattro vigneti, ognuno situato in una diversa regione: Brancott, Fairhall, Ben Morven e Central Wairau Valley. In queste vigne crescono, su terreni alluvionali, i pregiati cloni di Mendoza e B95. Ogni località produce un tipo di sapore unico e consente di creare un assemblaggio finale complesso ed equilibrato.

Te Koko 2012

Note di degustazione Al naso è un vino maturo e tropicale con note di albicocca essiccata e crema di limone. I profumi di frutta a nocciolo si intensificano al palato completati da aromi di quercia che portano ad una grande persistenza finale.
I vigneti Le uve all’origine provengono da 6 dei vitigni di Sauvignon Blanc situati nelle sotto regioni Rapaura, Brancott e Renwick. I terreni sono ben drenati e composti prevalentemente di ghiaia, la terra richiede dunque un’importante irrigazione durante la stagione di crescita.
La stagione La primavera in Marlborough è stata fresca e soleggiata, incoraggiando la buona crescita anche se il germogliamento è avvenuto con una settimana di ritardo rispetto alla media. Nel mese di dicembre le temperature sono crollate. I giorni freddi e nuvolosi erano troppo frequenti, la fioritura è dunque stata debole, generando una raccolta in calo. L’estate è proseguita con temperature fresche (è stata l’estate meno soleggiata degli ultimi 80 anni), così l’uva è maturata lentamente. Il bel tempo è arrivato nel periodo di 

Te Wahi 2014

Note di degustazione Al naso, è fruttato, con profumi di lampone, mora, prugna nera e spezie caratteristiche della “Christmas Cake”, tipica torta tradizionale natalizia. Seguono aromi affumicati di pietra focaia e fragranze floreali. Al palato è un vino giovane con aromi di frutti dolci, supportati da un’intensa acidità. Opulento e duttile con una struttura tannica vellutata ma al contempo decisa, il finale è lungo, calibrato e complesso. 
I vigneti Il Te Wahi 2014 è una miscela di uve provenienti da due speciali vigneti, il Calvert, situato lungo Felton Road – nella regione del Bannockburn – e il Northburn,
recente acquisizione di Cloudy Bay, situato sulla sponda Est del lago Dunstan. Il vigneto Calvert è caratterizzato da terreni uniformi sedimentosi e argillosi, eredità del lago che precedentemente sorgeva in quell’area, a un’altitudine di 230 metri sopra il livello del mare.

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