L'agroalimentare traina la crescita dell'industria, ma cala l'export in Usa
Coldiretti: "Scongiurare il rischio di una guerra commerciale e ripensare norme commerciali più eque che tengano conto anche delle regole sul piano ambientale"
E’ la produzione agroalimentare che traina la crescita dell’industria con un balzo record del 7,5% a gennaio rispetto allo stesso mese dello scorso anno, ma cala l’export dei prodotti della retta e trasformati verso gli Usa. E’ quanto rileva Coldiretti in riferimento ai dati dell’Istat sulla produzione industriale nel mese di gennaio in crescita del 4% su base annuale. L’alimentare -sottolinea Coldiretti- è uno speciale indicatore dello stato dell’economia nazionale poiché si tratta della principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione con un importo complessivo di 215 miliardi. Il risultato positivo è sostenuto dall’aumento della spesa alimentare degli italiani che nel 2017 è tornata ad aumentare del 3,2% dopo cinque anni di segno negativo. Un risultato che -sostiene l’organismo- non deve essere vanificato dall’aumento dell’Iva che colpirebbe anche beni di prima necessità con effetti drammatici sui redditi delle famiglie più bisognose. “Si tratta di una conferma della necessità di inserite fin dal prossimo Def norme di sterilizzazione delle clausole di salvaguardia dell’Iva”. A gennaio si registra invece una brusca inversione di tendenza dell’export italiano in Usa con una punta del -19,3% per i prodotti dell’agricoltura. Dopo che nel 2017 le esportazioni in Usa avevano raggiunto complessivamente il record storico di 40,5 miliardi grazie ad un aumento del 9,8% rispetto all’anno precedente, si verifica una decisa frenata con l’avvio della guerra commerciale tra Unione Europea e gli Stati Uniti. Un braccio di ferro che rischia di alimentare un pericoloso circolo vizioso dopo che, alla decisione di Trump di applicare dazi sull’acciaio e l’alluminio, l’Ue ha risposto predisponendo contromisure su una lista di prodotti americani. Secondo uno studio della Coldiretti la vendetta europea colpirebbe l’agroalimentare italiano per circa 4 miliardi di euro. Gli Usa, rileva Coldiretti, si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, prima della Gran Bretagna. E il vino è il prodotto più gettonato dagli statunitensi, davanti a olio, formaggi e pasta. “Occorre scongiurare il rischio di una guerra commerciale che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati”, dichiara il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo. “Occorre però cogliere questa l’occasione per ripensare norme sul commercio più eque che non si limitino a considerare l’aspetto economico nelle relazioni tra Paesi ma che tengano conto anche del rispetto delle stesse regole sul piano ambientale, della tutela sociale dei lavoratori e della sicurezza dei cittadini”.