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Green
Estremi green, meglio la moda che non si lava

La sostenibilità sembrerebbe proiettata verso nuove frontiere come spiega riporta Pambianco, una vera e propria novità potrebbe essere i vestiti che richiedono di essere lavati il meno possibile. A crederci sono marchi come Lululemon o Patagonia che, ricorda il portale Vox, hanno da poco puntato sull’inserimento di particelle nanosilver per contrastare gli odori; o progetti start-up come quello di Wool & Prince, i cui capi in lana merino sono approdati sul mercato, nel 2013, con la promessa di poter evitare il lavaggio per 100 giorni consecutivi.

“Il lavaggio degli indumenti, soprattutto in acqua calda, è intenso a livello di acqua e di energia – spiega Vox -. Secondo di dati di McKinsey, lavare e asciugare un chilo di vestiti si traduce in media in 11 chili di gas serra”. La vera sfida, continua la testata statunitense, è tuttavia quella di tradurre questo tipo di proposte in capi appetibili sul mercato (“I cosiddetti vestiti washless – si legge su Vox – sono costosi al momento”): le t-shirt maschili con particelle d’argento di Lululemon costerebbero, in media, 10 dollari (circa 8,9 euro) in più delle magliette normali.

La frontiera dei vestiti che richiedono di essere lavati il meno possibile rientrano negli sforzi di ecologia e trasparenza del comparto fashion, con un elenco di progetti in merito che si allunga di giorno in giorno. Tanti i big ad aver annunciato obiettivi green: si ricordano i nomi di Adidas (che userà solo plastica riciclata entro il 2024), H&M (i cui annunci sul fronte circular si sono moltiplicati nell’ultimo periodo), Zalando (che ha parlato di packaging riciclato soltanto poche settimane fa). Nel lusso, la filosofia green ha riguardato anche e soprattutto i molteplici addii all’utilizzo di pellicce animali o pelli esotiche: ad annunciarlo sono stati, ad esempio, Chanel, Prada, Jean Paul Gaultier, Gucci, Armani e Versace.

Interessante anche il caso di Ralph Lauren che si pone l'obiettivo di raggiungere il 100% di materiali di origine sostenibile, compreso il cotone, entro il 2025; formare annualmente team di progettazione e sviluppo prodotto su tematiche green, circolari, inclusive e culturalmente consapevoli; fissare obiettivi scientifici di riduzione dei gas a effetto serra entro il 2020 e obiettivi di energia rinnovabile al 100% entro la fine del 2019. In aggiunta, la label punta a formare sui temi della circolarità e dell’inclusione anche il proprio team di sviluppo prodotto, sempre entro il 2020.

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