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Inquinamento globale, pericolo conosciuto già nel 1800

‘Il consumo di carbone può’ rovinare il clima’ ‘ se non cambiamo il nostro stile di vita, rischiamo che la vita sulla terra finisca’ sono due frasi del discorso del Segretario dell’Onu Antonio Guterres ieri a Madrid  che ha aperto la Conferenza sui cambiamenti climatici.

Conferenza a cui partecipano i rappresentanti di quasi 200 paesi. 

Obiettivo, l’ennesimo da anni, è quello di cercare strade condivise per ridurre da qui al 2050 gli attuali cataclismi climatici. 

Cambiare lo stile di vita per salvare la terra

 

Parrebbe che la società si sia accorta solo in questo secolo di pericoli climatici legati ad uno sviluppo industriale irresponsabile. In realtà già se ne parlava,purtroppo a vuoto, già due secoli fa. 

Infatti già nel lontano 14 agosto del 1912, appena quattro mesi dopo la tragedia del Titanic, uscì nella sezione della scienza di un quotidiano neozelandese una breve notizia che diceva testualmente ‘Le caldaie nel mondo bruciano ogni anno circa 2000 milioni di tonnellate di carbone. Questi fumi si uniscono all’ossigeno e trasferiscono nell’aria qualcosa come 7000 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Tutto ciò crea una coperta sopra la terra che fa aumentare la temperatura. In pochi secoli potremo avere effetti molto dannosi’.

Non ci volle molto tempo per scoprire che la notizia era stata copiata da un’inchiesta pubblicata su una rivista americana  ‘Popular Mechanics’, rivista scientifica molto conosciuta all’epoca, nel suo numero di marzo del 1912.

Ma non è tutto, perché andando ancora più indietro nel tempo già nel 1882 Nature, la anche oggi prestigiosa rivista di scienza, pubblicava nelle sue lettere al direttore un’analisi di uno scienziato irlandese, John Tyndall, che ben 137 anni fa, sosteneva che ‘tutto questo inquinamento atmosferico avrà un forte impatto sul clima mondiale’.

 

Cambiare lo stile di vita per salvare la terra

La lettera si chiudeva con una tragica previsione della fine della vita sulla terra nel 1900 a causa della combustione del carbone.

Fortunatamente la previsione non si è avverata. 

Purtroppo però l’umanità non ha fatto tesoro di questi avvertimenti ed anzi ha accelerato i processi di inquinamento del pianeta. 

Al punto tale da far dire ieri a Guterres che ‘ per fronteggiare l’emergenza climatica dobbiamo cambiare radicalmente il modo di fare business, di costruire le città, di come produciamo energia, di come ci muoviamo o alimentiamo. Dobbiamo limitare l’aumento della temperatura globale da 1,5 gradi e ridurre le emissioni ogni anno del 7,6%. Soprattutto dobbiamo sapere che gli effetti disastrosi di questo modo di vita sbagliato sono avvertiti moltissimo soprattutto dai Paesi che non ne sono la  causa’. 

Chissà se il Pianeta avrà a disposizione altri due secoli per cambiare radicalmente il proprio stile di vita? L’incontro di Madrid potrebbe dare qualche risposta.

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