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Lago di Bolsena “fortemente inquinato”. L'inquinamento lago per lago

Legambiente - Goletta Laghi: allarme inquinamento nel Lazio. Il lago di Bracciano ed il lago di Bolsena sono fortemente inquinati, mancano i depuratori.
 

“Nel lago di Bolsena 6 campioni su 7 sono fortemente inquinati e nel lago Bracciano 3 su 5. Ancora troppo inquinamento da mancata depurazione negli splendidi laghi laziali, non giudichiamo lo stato ambientale complessivo ma ora, enti e associazioni devono lavorare insieme per risolvere le forti criticità emerse”.

Goletta dei laghi di Legambiente - scrive http://www.tusciaweb.eu - chiude la campagna di monitoraggio nazionale. Dopo che nei giorni scorsi aveva reso pubblici dati del Lazio e dei laghi viterbesi.

Dodici laghi monitorati a livello nazionale, 101 punti campionati, 6 regioni coinvolte. Si conclude l’edizione 2016 di Goletta dei laghi, la campagna nazionale di Legambiente per la tutela dei bacini lacustri italiani che quest’anno ha visto una novità nel programma scientifico: il monitoraggio delle microplastiche.

L’equipaggio del Cigno Azzurro, via terra e via lago, ha raccolto oltre 200 campioni per effettuare le analisi di laboratorio sulla presenza di batteri di origine fecale e di inquinamento da microplastiche. La campagna ha preso il via domenica 26 giugno, con l’arrivo dei tecnici sul lago d’Iseo, e si è conclusa domenica 24 luglio sul Trasimeno.

L’edizione 2016 ha nuovamente messo al centro la denuncia delle situazioni critiche riguardanti la presenza di scarichi e d’inquinamento, ma non solo. Anche i territori lacustri sono stati coinvolti dalla campagna con appuntamenti riguardanti il consumo di suolo e modelli di sviluppo spesso insostenibili, soprattutto in zone sensibili quali sono quelle degli ecosistemi lacustri.

I parametri indagati dal laboratorio mobile della Goletta dei Laghi hanno riguardato la ricerca di batteri di origine fecale con le metodologie indicate dal Decreto del Ministero della Salute del 30 marzo 2010, che riporta, nello specifico, la “definizione dei criteri per determinare il divieto di balneazione” e dal dlgs 116 del 2008, la cui presenza rappresenta un indicatore di scarichi civili non depurati.

Nelle analisi della Goletta dei laghi vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che si trovano lungo le rive dei laghi, punti spesso segnalati dai cittadini attraverso il servizio SOS Goletta.

Il campionamento puntuale effettuato dall’associazione non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma ha l’obiettivo di individuare e denunciare gli scarichi non depurati che ancora oggi minacciano l’ecosistema lacustre e a volte anche la stessa balneazione. Dei 101 punti monitorati 39 sono risultati fortemente inquinati, 12 inquinati e i restanti entro i limiti di legge: il 50% dei campioni ha presentato, dunque, valori superiori di batteri fecali rispetto a quelli consentiti dalla normativa in vigore, registrando un sostanziale conferma dei dati raccolti nelle edizioni precedenti.

“L’obiettivo della Goletta dei laghi – spiega Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente– è mettere al centro dell’attenzione locale e nazionale i laghi chiedendo serie politiche nazionali e strumenti per la loro tutela. Anche in questa edizione 2016, abbiamo rilevato situazioni critiche riguardo la presenza di scarichi e inquinamento, ma non solo”.

La ricerca nel Lazio ha messo in evidenza che su 19 punti 11 hanno cariche batteriche sopra i limiti.

I tecnici di Legambiente durante la campagna hanno eseguito il monitoraggio dello stato di qualità dei laghi con l’intento di metterne in risalto i punti critici.

L’obiettivo è quello di scovare le situazioni che mettono maggiormente a rischio i laghi: tanto le foci dei fiumi quanto i tratti di costa interessati da fenomeni di inquinamento batteriologico di origine fecale per la presenza di scarichi abusivi o insufficiente sistema di depurazione.

Sulla base di segnalazioni raccolte durante tutto l’anno sia dai cittadini che dai circoli locali di Legambiente i tecnici hanno individuato i punti per i campionamenti in modo diretto e in tempo reale, intervenendo con tempestività sulle situazioni a rischio di inquinamento delle acque, ampliando così il quadro delle analisi e potenziando la messa a fuoco delle criticità.

Di questi punti di campionamento nel Lazio, eseguiti nelle giornate del 14 e 15 luglio, sono ben 11 su 19 quelli che sono risultati “inquinati” o “fortemente inquinati” per la carica batterica presente nelle acque tra le analisi effettuate nei laghi di Bolsena, Bracciano, Canterno, Vico e Albano. Maggior numero di situazioni negative nei laghi di Bracciano e Bolsena dove la carica batterica è risultata nella maggior parte dei punti molto al di sopra dei limiti di legge.

“Nel lago di Bracciano – spiegano i responsabili di Goletta dei Laghi -, infatti, in ben 3 punti su 5, l’acqua è risultata “fortemente inquinata”: a Grotta Renara a Bracciano, all’incile del Fiume Arrone a Anguillara e alla foce del canale presso via della Rena a Trevignano.

Sul lago di Bolsena addirittura 6 punti su 7 hanno superato i limiti di legge risultando “fortemente inquinati”: a Montefiascone presso il parco giochi sul lago, a Marta nella spiaggia in fondo a via Cava, a San Lorenzo Nuovo presso la foce del fosso Ponticello e presso il canale in località prati Renari, a Capodimonte nella spiaggia in via Regina Margherita, a Gradoli nella foce del fosso Cancello. Sul lago di Vico un risultato negativo sui due monitoraggi fatti in località Punta del Lago.

Sul lago Albano un risultato negativo su 3 prelievi presso via dei Pescatori a Castelgandolfo. Non emergono criticità negative dai 2 prelievi effettuati sul lago di Canterno a Ferentino (Fr). Monitoraggio speciale è stato effettuato anche nel laghetto di Villa Ada dove non sono risultate cariche batteriche ma un’alta densità di nitriti principale causa dell’eutrofizzazione dell’acqua”.

Una situazione a di poco preoccupante.

“Ancora troppo inquinamento da mancata depurazione negli splendidi laghi della nostra Regione – dichiara Roberto Scacchi, Presidente di Legambiente Lazio – Con questi risultati non diamo di certo patenti di balneabilità e non vogliamo giudicare lo stato complessivo dell’acqua nei vari laghi ma, individuando le tante criticità, avviare percorsi positivi in cui amministrazioni e cittadini possano definire le priorità per la riqualificazione, la salvaguardia e il rilancio degli splendidi laghi del Lazio e per questi ci mettiamo per primi a di -sposizione. Si parta per esempio dall’avvio di molteplici “contratti di lago” quali tavoli di confronto e strumenti volontari di risoluzione delle problematiche, nei quali abbia un ruolo di primo piano la Regione Lazio per le competenze complessive soprattutto sul tema della depurazione dei reflui e del Piano di Tutela della Acque”.

“Le cause principali dell’inquinamento dei bacini lacustri riguardano senz’altro i servizi di fognatura e depurazione le cui prestazioni rimangono ben lontane dagli standard della normativa ambientale europea. – dichiara Andrea Minutolo, coordinatore scientifico di Legambiente – A conferma di questo grave deficit del sistema depurativo, l’Unione europea ha aperto per l’Italia diverse procedure di infrazione e nel 2009 ha provveduto ad emettere sentenze di condanna per il mancato rispetto della direttiva europea 1991/271/Cee concernente il trattamento delle acque reflue urbane.”

Quella della carica batterica non è stata però l’unica analisi effettuata dai tecnici di Legambiente. In questi anni l’associazione sta portando avanti con costanza il monitoraggio dei rifiuti marini e lacustri su diversi fronti: partendo da quelli galleggianti in mare, passando per i materiali spiaggiati sino all’indagine sulle microplastiche (le particelle con dimensione minore di 5 millimetri) nelle acque dei laghi e dei mari italiani. Ciò che emerge dai monitoraggi di Legambiente e come conferma la comunità scientifica internazionale, la plastica rappresenta tra l’80 e il 90% dei rifiuti dispersi in ambiente marino e costiero. Mentre studi approfonditi sono stati condotti sui mari, insufficienti sono le ricerche che ci informano sull’abbondanza e sugli effetti negativi delle microplastiche negli ecosistemi lacustri.

È per  questo motivo che, durante l’edizione 2016 della Goletta dei Laghi, Legambiente ha deciso di condurre in prima persona uno studio approfondito sul tema. Grazie ad uno speciale dispositivo chiamato “Manta”, sono stati raccolti campioni di acqua superficiale in diversi laghi, utilizzando una particolare rete a maglia ultrafine in grado di catturare le microparticelle. L’intero progetto gode della collaborazione scientifica di Enea e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Nel Lazio i campionamenti delle microplastiche sono stati effettuati grazie al supporto dell’associazione Lago di Bolsena, dei Parchi Regionali dei Castelli Romani e di Bracciano- Martignano.

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