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Rifiuti radioattivi, la Commissione Ecomafie approva la relazione

Gestione rifiuti radioattivi in Italia, la Comm. Ecomafie ha approvato la relazione

La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati - Commissione Ecomafie - ha approvato all’unanimità la relazione sulla gestione dei rifiuti radioattivi in Italia e sulle attività connesse. Il documento è stato inviato ai Presidenti delle Camere.

L’approfondimento è stato condotto attraverso numerose audizioni svolte presso palazzo San Macuto e l’acquisizione di abbondante documentazione, tra il 2019 e il mese di marzo 2021. La Commissione ha acquisito elementi da gran parte dei principali soggetti competenti in materia di gestione di rifiuti radioattivi ed esaminato i provvedimenti in materia, compreso il Programma Nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, il d. lgs 101/2020 e gli atti relativi alla CNAPI (Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico).

La pubblicazione di tali norme e documenti, avvenuta nel periodo di attività della Commissione, pone le premesse per un quadro complessivo più chiaro, per avviare attività rilevanti e colmare alcune lacune sulla specifica materia. La Commissione ha preso in esame criticità e fattori di preoccupazione connessi sia al decommissioning, sia alla gestione di materiali e rifiuti radioattivi derivanti da differenti attività. Nello specifico, si è approfondita la questione del Deposito nazionale per lo stoccaggio temporaneo del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi a media ed alta attività, nonché per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività, approfondendo le rilevanti difficoltà connesse ai ritardi nella sua realizzazione.

Si sono inoltre esaminate le condizioni in cui operano, e con quale livello di efficienza, i diversi attori istituzionali in gioco, sia gli enti di controllo quali ISIN, per il quale appare quanto mai necessario un aumento delle risorse, sia la società di Stato responsabile del decommissioning SOGIN, le cui pianificazioni hanno visto negli anni considerevoli aumenti di tempi e di costi, a carico della collettività, principalmente attraverso gli oneri di sistema delle bollette elettriche. Il lavoro ha anche approfondito il quadro normativo e di governo, mettendo in luce le diverse criticità, sia in termini di decreti attuativi mancanti (tra questi anche il decreto interministeriale per l’entrata in vigore delle Convenzioni internazionali sulla responsabilità civile nucleare), sia rispetto al recepimento della direttiva europea 2013/59 con il d. lgs. 101/2020, che introduce rilevanti modifiche e risolve importanti situazioni, ma contiene ancora errori, introduce talune incertezze operative, rinvia a numerosi decreti applicativi.

La Commissione ha inoltre approfondito le criticità della gestione dei rifiuti radioattivi, compresi quelli derivanti dal decommissioning delle centrali nucleari e dalle sorgenti orfane, anche attraverso l’analisi del Programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, pubblicato nel 2019 con alcuni anni di ritardo. Il lavoro di indagine ha inoltre interessato i siti ove erano presenti nel recente passato, e in taluni casi sono ancora presenti, alcune criticità per diverse motivazioni: l’impianto di cementificazione rifiuti liquidi CEMEX di Saluggia, il deposito Avogadro e il deposito LivaNova Site Management di Saluggia, il sito ITREC di Rotondella, il deposito CEMERAD. Molti degli elementi di preoccupazione sopra evidenziati permangono da tempo e su di essi la Commissione aveva già richiamato l’attenzione nella precedente Legislatura.

In generale, si ritiene che quanto prima debbano essere individuati meccanismi per tenere sotto controllo ed avviare a soluzione i problemi alla base della mancata applicazione di provvedimenti legislativi o della mancata gestione di situazioni note che richiedono interventi. Inoltre, è emersa la necessità di individuare le azioni più opportune per una maggiore efficacia e tempestività di intervento da parte degli organi di Governo e delle amministrazioni ad essi collegate, soprattutto quando essi devono agire in maniera coordinata e concertata.

«Realizzare il Deposito nazionale, completare il più rapidamente possibile lo smantellamento degli impianti nucleari, mettere l’autorità di controllo Isin nelle condizioni di operare con la massima efficacia: sono queste le priorità oggi in materia di nucleare, a cui l’Italia non può sottrarsi. Mentre la Commissione stava lavorando all’inchiesta sul tema, sono successe alcune cose rilevanti: è stato pubblicata la CNAPI e sono arrivate importanti novità normative. I costi e i tempi del decommissioning – attualmente 7,9 miliardi di euro con fine dello smantellamento nel 2035 – rischiano però di aumentare se non si risolvono i problemi evidenziati dalla Commissione e non si procede celermente nell’iter di realizzazione del Deposito nazionale. Il Deposito porta posti di lavoro – 4.000 all’anno per la costruzione e 1.000 per la gestione –, investimenti – 900 milioni – e soprattutto maggiore sicurezza», dichiara il Presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli.

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