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Svolta green dei governi, ecco le aziende su cui puntare
Una veduta del parco eolico Enel Cristalandia in Brasile da 90 MW, situato nello stato di Bahia, inaugurato nel 2017 e in grado di produrre circa 350 GWh all’anno

Non solo il governo tedesco che ha stanziato 54 miliardi per un ambizioso piano di riconversione industriale con l’obiettivo di abbattere del 50% le emissioni di Co2: anche il nostro esecutivo sembra muoversi sulla stessa direzione e nella nota di aggiornamento al Def – che uscirà venerdì dal Consiglio dei ministri – è pronto a lanciare un maxi fondo di investimenti pluriennali per l’ambiente. Si spalmeranno circa 80 miliardi di euro in un arco temporale che va dal 2020 al 2033. Risorse che serviranno a sviluppare la mobilità sostenibile, gli interventi contro il dissesto idrogeologico e la riconversione industriale.

GOLDMAN SACHS: I PIANI GREEN CHE FANNO BENE AL MERCATO

Le iniziative green dei due governi e più in generale la svolta ecologista imposta dalla nuova Commissione europea, oltre a fare bene al pianeta, sembra che faranno bene anche al mercato. Alberto Gandolfi e Matteo Rodolfo hanno elaborato un report per Goldman Sachs dove mettono proprio in evidenza che per le società energetiche si aprono anni di crescita senza precedenti. “Riteniamo che le aziende che abbiamo definito campioni climatici registreranno tassi di crescita senza precedenti fino al 2030 (stimiamo il 9% -12% di crescita composta media annua degli utili per azione) grazie allo sviluppo di energie rinnovabili e a un graduale aggiornamento delle reti elettriche”. In particolare nel report si sottolinea come “la combinazione di una crescente centralità delle politiche climatiche e un miglioramento dell’economia eolica /solare (che non richiedono più sovvenzioni: i costi sono diminuiti del 60-85% dal 2010) probabilmente supporteranno 30 anni di crescita per le utility più esposte”.

RWE, ENEL E IBERDROLA LE AZIENDE DA OSSERVARE

Gli analisti di Goldman Sachs si sbilanciano anche sui titoli che potrebbero ottenere benefici da queste politiche ed elencano Rwe, Orsted, Edp, Edpr, Enel, Sse e Iberdrola. Sulla stessa lunghezza d’onda anche un report di Ubs, in cui si sottolinea che per il mercato azionario bisogna guardare attentamente agli impatti settoriali. Così ad esempio “gli investimenti nelle energie rinnovabili potrebbero portare beneficio a società come Rwe, E.on, Siemens-Gamesa; nelle infrastrutture per i veicoli elettrici potrebbero servirsene Schneider Electric e Siemens, mentre per i veicoli elettrici le società Valeo e Hella e per le ferrovie sono in pista nomi come Alstom, Knorr-Bremse, Stadler Rail”. Ma se restiamo all’Italia ad avere buone possibilità sarà Enel, che dall’inizio dell’anno ha visto il titolo apprezzarsi del 40% (è scambiato a 6,7 euro) con nel mirino i massimi storici del 2000 poco sopra area 7 euro.

PER ANALISTI NOSTRO COLOSSO ELETTRICO PUO’ SFONDARE TETTO DEI 7 EURO

La capitalizzazione di mercato raggiunta, 68 miliardi di euro, ha proiettato la società guidata da Francesco Starace nell’Euro Stoxx 50, l’indice azionario delle prime 50 aziende dell’Eurozona che comprende una rappresentazione dei principali settori industriali. Non solo Enel ha scavalcato in classifica Eni, ma è diventato il primo gruppo italiano per valore di mercato e il primo nel settore delle utility in Europa. “L’entrata nell’indice potrebbe favorire ulteriori volumi in acquisto per le indicizzazioni dei fondi”, ci spiega Emanuele Canegrati, senior analyst di BpPrime. “La mia impressione, suffragata anche da un’analisi di Bloomberg, è di raccomandare l’acquisto del titolo con un target price a 7 euro sia per il minor risk free sull’azione sia perché il piano industriale di fine anno potrà offrire ulteriori spunti per una revisione positiva degli utili del colosso energetico”.

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