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L’idrogeno sarà il combustibile del futuro?

Sarà l’idrogeno una delle soluzioni per combattere i pericoli del cambio climatico?

 

 

Si secondo Victorien Erussard, capitano francese e costruttore della prima barca spinta da idrogeno generato dal sole ,dal vento e dall’acqua del mare. Una barca, la Energy Observer, che è una vera e propria rivoluzione.

L'idrogeno il futuro della mobilità?

La passione di questo novello scienziato esploratore è nata all’età di otto anni quando si è innamorato del mare e ha cominciato a navigare con il padre nel Mediterraneo con una barca a vela. L’aria marina ha aiutato il piccolo Victorien a superare i suoi problemi di asma.

 

In 40 anni di vita sul mare tra regate e trasporti di materiali Erussard ha potuto vedere quanto erano grandi le emissioni nocive prodotte da tutte le imbarcazioni.

Questa constatazione lo ha aiutato a prendere coscienza del problema e cercare una soluzione è stata la sua ragione di vita.

 

Dopo la non piacevole esperienza di rimanere senza combustibile tra Salvador de Bahia e le Isole di Capo Verde ha cominciato a capire che le imbarcazioni non erano sufficientemente intelligenti e da quel momento si è impegnato a costruire quello che ora è Energy Observer, un catamarano di oltre 30 metri, un vero e proprio laboratorio galleggiante.

 

‘Odissea del futuro’ è il nome del progetto di circumnavigazione del globo, iniziato nel 2017 per mostrare la barca e soprattutto la sua tecnologia.

‘Fino ad ora-ha affermato Erussard-la barca ha navigato perfettamente sia in acque gelate come in condizioni di assenza di luce e vento. Prima di attraversare l’Atlantico abbiamo passato 24 paesi e visitato 45 porti e, dappertutto, dove abbiamo mostrato la nostra tecnologia sono iniziati progetti e nuove ricerche’.

A questo proposito in Belgio si sta creando la prima stazione di rifornimento di idrogeno e conferma il capitano ‘ sono convinto che entro 10 anni l’idrogeno pulito sostituirà tutti i carburanti inquinanti’.

L'idrogeno il futuro della mobilità?

Per ora solo il 17.5%dell’energia utilizzata è rinnovabile nonostante un obiettivo europeo per il 2020 del 20%.

 

Non sarà affatto facile riuscire a coprire il restante 82,5%.

 

Esistono però anche i lati negativi della medaglia. L’idrogeno è più caro del diesel, 2,5 euro in più ogni 1000 chilometri, perché al momento non se ne produce a sufficienza.

 

Attualmente è un prodotto considerato di lusso ma, se i ricchi cominceranno ad utilizzarlo, il prezzo tenderà ad abbassarsi.

 

Pero’ cercare una soluzione alla diminuzione rapidissima delle energie del mondo è un qualcosa di obbligatorio. In meno di un secolo stiamo bruciando il combustibile creato in un milione di anni.

E tutta questa mancanza di combustibile sicuramente creerà tensioni e conflitti sociali. L’iniziativa all’idrogeno di Erussard potrebbe incentivare gli Stati e la gente a cambiare mentalità e ad usare luce solare, sole ed acqua per ottenere energia sufficiente.

 

Anche se la produzione di idrogeno, a paragone delle energie fossili, non è ancora matura si sta lentamente ma progressivamente riducendo il divario. Così come afferma Rafael Calvera, presidente del maggior gruppo spagnolo di distribuzione di idrogeno ( Grupo Calvera) ‘oggi la Nexo di Hyunday  a idrogeno ha un prezzo di vendita di 65000 euro quando qualche anno fa costava l’astronomica cifra di 400.000 euro’.

 

Il problema sull’idrogeno sembra però essere più politico. Se l’idrogeno rimpiazzasse i combustibili fossili gli Stati andrebbero andrebbero a perdere molte imposte. Ma solo pochi paesi, uno dei quali l’Olanda, sta cercando di favorire lo sviluppo dell’idrogeno.

 

Altro aspetto da considerare è la pericolosità dell’idrogeno. In caso di fuga l’idrogeno entrando in contatto con l’ossigeno si infiammerebbe. Ma per quanto riguarda i livelli di sicurezza Calvera conferma che, già ora, sono ai livelli massimi.

 

Mentre il dibattito su idrogeno si o no continua, la Germania sembra portarsi avanti con decisione in Europa e già tiene quasi 60 siti di produzione dell’idrogeno, mentre gli altri paesi sono ancora molto lontani. La Spagna, ad esempio, ne ha solo uno funzionante e uno in preparazione.

 

La conclusione è che se il futuro del trasporto passerà per l’idrogeno la Germania è già molti passi avanti rispetto a tutta l’Europa.

 

 

 

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