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La lezione di umanità a Trump del Presidente messicano, Lopez Obrador

‘I problemi sociali non si risolvono con le imposte o con leggi punitive’ questa in sintesi la semplice ma efficace  risposta del Presidente messicano Andrés Manuel Lopez Obrador all’ultima minaccia di Donald Trump.

 

Il tycoon americano ha infatti minacciato il Messico di dazi fino al 25% se non porrà fine alla migrazione illegale nell’incrocio del Rio Bravo.

 

Nella lettera viene confermato che la minaccia è stata presa molto seriamente e si chiede un incontro nei prossimi giorni tra il cancelliere messicano Marcelo Ebrard e i responsabili americani.

Ma nel frattempo la missiva di Obrador ha dato una lezione di socialità.

Umanità contri i dazi americani. La lezione di Obrador

’Stiamo facendo tutto il possibile-ha scritto Obrador-senza violentare i diritti umani e soprattutto stiamo facendo una dura lotta alla corruzione, affinché i messicani scelgano di rimanere nel proprio paese e non intraprendano la marcia verso nord’.

Il Messico infatti è considerato uno dei paesi più violenti e corrotti a livello mondiale. Tutto questo si trasferisce nell’economia rendendo la vita impossibile alla maggior parte dei cittadini.

 

L’azione del Presidente messicano sul tema migranti sembra essere concreta. Il Messico ha rimandato nei paesi centroamericani ben 45000 persone negli ultimi mesi. Solo in aprile ben 15000 immigrati sono stati rimandati indietro.

Ma in questa guerra tra poveri lo stesso Messico ha dovuto riprendersi in un solo mese ben 1000000 cittadini rigettati alla frontiera americana.

Umanità contro i dazi americani. 

’Speriamo-ha continuato nella sua lettera a Trump il presidente messicano-che arrivino i 10000 milioni di dollari promessi dal Governo americano. Fin dal principio del mio Governo ho proposto di cooperare sostenendo economicamente lo sviluppo economico dei paesi centroamericani . Solo creando lavoro si può risolvere questo dramma’.

 

Nell’appello di Obrador a Trump non è mancato un riferimento storico a Franklin Roosevelt chiamato ‘ il gigante delle libertà’. Anche se nessuno si aspetta che il tycoon americano venga interessato a concetti storico culturali piuttosto che dai freddi conti economici.

 

E a differenza di altre volte in cui Obrador ha evitato di rispondere a Trump questa volta risponde che’ non sono né codardo né timoroso e credo nella politica per evitare confronti e guerra. Ma non credo neppure nell’America first che è solo una falsità perché alla fine prevarranno i concetti di fraternità universale e giustizia’.

 

‘Come è possibile-conclude Obrador nella sua lezione di umanità al presidente americano-cambiare dalla notte alla mattina una situazione che vede da una parte il paese della fraternità e dall’altra i migranti del mondo in un ghetto, in uno spazio chiuso dove si maltratta, si espelle e si cancella il diritto alla giustizia?

Ma la Statua della Libertà è solo un simbolo vuoto?.

 

Si aspetta una risposta americana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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    migrantidazimessicoobradortrump


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