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Roma, 16 mar. (Labitalia) - "L'industria dei videogiochi ormai ha un fatturato che supera i 90 miliardi di dollari a livello mondiale. In Italia abbiamo un giro di affari di circa un miliardo di euro all'anno che comprende sia gli hardware che le vendite di software". Lo dice Thalita Malagò, segretario generale Aesvi (Associazione editori sviluppatori videogiochi italiani), in occasione di Let’s Play, il festival culturale e ludico, in corso a Roma fino a domenica 19 marzo, in un'intervista a Labitalia."Nel 2015 -fa notare- abbiamo avuto una crescita del 6,9%, quindi stiamo parlando di un mercato con il segno più. In Italia ci sono oltre 25 milioni di persone che giocano. Il videogioco, infatti, sta diventando un intrattenimento di massa e non più di nicchia"."E' interessante -sottolinea Thalita Malagò- anche la situazione degli sviluppatori locali. In Italia noi abbiamo circa 120 studi di sviluppo dislocati in tutto il territorio nazionale che stanno cercando di emergere sullo scenario competitivo internazionale". "La maggior parte dei studi di sviluppo -sottolinea- sono costituiti negli ultimi 3 anni. Essi sono concentrati soprattutto nel Nord Italia, che ne ospita circa due terzi (61%) di cui la maggioranza in Lombardia, seguito dal Centro Italia (22%) e dal Sud Italia e dalle isole (16%)". "A livello provinciale -continua Thalita Malagò- la provincia di Milano è in testa, con più del 22% di studi di sviluppo, seguita dalla provincia di Roma (12%). Gli imprenditori, per la maggior parte di giovane età (media 33 anni), concentrano la loro produzione soprattutto su due diverse piattaforme: pc (37%) e mobile (35%). In misura minore ma significativa su console (14%) e online (13%)"."L'industria dei videogiochi in Italia -rileva l'Aesvi- oggi vive una fase di grande fermento. Uno dei principali motivi di tale crescita è dovuto all'internazionalizzazione nella distribuzione, che guarda più ai mercati esteri che a quello interno come destinatari dei propri prodotti: il 93% degli sviluppatori italiani esporta in Europa, l'83% in Nord America, il 64% in Asia e il 58% in Sud America. Ad oggi, benché ancora in fase embrionale, siamo il quarto paese europeo per volume di vendite dopo Gran Bretagna, Germania e Francia e superiamo di gran lunga paesi emergenti quali Russia, Polonia e Medio Oriente".





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