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Roma, 24 mag. (Labitalia) - E' una data destinata ad entrare nella storia dell'Unione europea, quella del 25 maggio 2018, il giorno da cui tutti gli Stati membri possono finalmente avere un unico ombrello normativo in materia di privacy con il Regolamento Ue 2016/679."Anche se manca ancora la consapevolezza da parte di molti cittadini -spiega Federprivacy- che ne sanno solo per sentito dire, o perché in questi giorni stanno ricevendo numerose informative e richieste di consenso, sta di fatto che d'ora in poi gli utenti beneficeranno di nuovi diritti e maggiori tutele, e se l'interessato si accorgerà che le sue informazioni personali vengono usate non correttamente potrà rivolgersi a un 'responsabile della protezione dei dati', un esperto della materia incaricato e retribuito dall'azienda, che ha però il compito di cooperare con il Garante per la privacy con l'onere di vigilare che le regole siano effettivamente rispettate per non rischiare pesanti sanzioni fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato annuo dei trasgressori"."Sul fronte delle imprese, da una parte per molte grandi organizzazioni che hanno da tempo preso coscienza del valore che hanno i dati personali nell'economia digitale -sottolinea ancora Federprivacy, la principale associazione di categoria nazionale che rappresenta tutti i professionisti della privacy e della protezione dei dati- in questo periodo termina un complesso percorso di adeguamento generale al Regolamento, anche se ulteriori misure da adottare saranno specificate nel decreto di armonizzazione in attesa di emanazione da parte del governo, senza trascurare d'altra parte che nemmeno le più importanti aziende italiane risultano proprio impeccabili".Infatti, proprio come ha evidenziato uno studio condotto recentemente da Federprivacy, "l'84% dei siti web di queste non ha ancora pubblicato i recapiti per l'esercizio dei diritti dell'interessato o i dati di contatto del 'data protection officer'". E se le grandi realtà riescono in qualche modo a gestire le criticità della nuova normativa, per moltissime pmi e soprattutto per le pubbliche amministrazioni la strada da fare è ancora lunga, come osserva il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi: "Alcuni sondaggi indicano che nove aziende su dieci non sono ancora adeguate al Gdpr, e questi dati conciliano in effetti con l'enorme mole di richieste di supporto che stiamo ricevendo da migliaia di imprenditori di piccole e medie imprese e dirigenti della Pa che si sono purtroppo svegliati tardi"."Adesso diventa persino arduo - spiega Bernardi - riuscire a segnalare loro un professionista disponibile a fornire loro consulenza in questo periodo. Siamo di fronte a un passaggio epocale per l'Ue, che sta generando molta agitazione e che per certi versi ricorda quello del 2002, quando fu introdotto l'euro come moneta unica: benché previsto un periodo di un anno di coesistenza con la lira, sia a cittadini che alle imprese fu poi necessario un periodo molto più lungo per abituarsi. Per pmi e Pa saranno necessari diversi mesi prima che si possa auspicare di vedere un livello di conformità accettabile, e come nel caso dell'euro, occorre un loro cambio di mentalità".Domani, a Roma, si svolgerà la settima edizione del 'Privacy Day Forum' con un programma di 35 interventi da parte di relatori autorevoli ed esperti della materia tra plenaria e workshop. L'evento annuale di Federprivacy, che ha ricevuto un numero record di duemila prenotazioni, sarà trasmesso anche in diretta streaming.I lavori al Centro Congressi Frentani (via dei Frentani 4) si aprono alle 9,30 con un videomessaggio di Giovanni Buttarelli (Edps) e con Diego Fulco, direttore scientifico Istituto Italiano Privacy.A seguire gli interventi di Secondo Sabbioni, Data Protection Officer presso il Parlamento Ue, Luca Bolognini, presidente Istituto Italiano Privacy, Umberto Rapetto, Generale Guardia di Finanza, già Comandante Nucleo Frodi Telematiche, Fabiano Lazzarini, Country Manager Qwant Italy, Rocco Panetta, Membro del Board of Directors della International Association of Privacy Professionals (Iapp), Francesco Pizzetti, professore di diritto costituzionale Università di Torino, già presidente Garante Privacy, e Antonio Ciccia Messina, autore di Italia Oggi.




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