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Roma, 16 mar. (Labitalia) - "Il 'compro oro' così come il gioielliere', e viceversa, dovranno sottostare, parimenti, alle nuove disposizioni per il contrasto al riciclaggio che stanno per entrare in vigore in quanto volute dallo Stato italiano su suggerimenti dell’Europa". A dirlo Nunzio Ragno, presidente di Antico, Associazione nazionale tutela il comparto dell’oro, in un'intervista a Labitalia. "Forse qualcuno -spiega- ha dimenticato i tempi in cui si prendevano le distanze dalla propensione all’acquisto di oggetti preziosi usati offrendo in cambio danaro contante; questo avveniva, da parte dei gioiellieri, che ritenendo poco consona tale pratica commerciale al proprio lavoro svolto di commerciante di preziosi, hanno lasciato andare una buona fetta di profitti, nelle mani di altri soggetti, che a volte, si sono anche improvvisati compro oro o gioiellieri". "Oggi -fa notare- le cose sono cambiate, infatti, dopo il boom dei compro oro con la loro conseguente riduzione di circa il 38% negli ultimi due anni, da una parte, e la trasformazione del 63% delle gioiellerie anche in attività di compro oreficeria usata, dall’altra (causa i bassi ricavi registrati solo dalle vendite degli oggetti nuovi), le due attività tipiche del mondo della compravendita degli oggetti preziosi (sia nuovi che usati), nella stragrande maggioranza dei casi, si sono integrate, confuse, mischiate, fino a tal punto da non consentire un’adeguata distinzione netta tra loro e le rispettive attività svolte”. "Non si possono porre le due categorie -rimarca- su un piano diverso dal punto di vista dell’impatto normativo, ormai il limite di demarcazione tra l'una e l'altra è molto sottile, basti pensare a quante gioiellerie negli ultimi tempi espongono fuori del proprio negozio la leggenda 'acquistiamo oro usato', e a quanti negozi di compro oro esercitano anche l’attività di rivendita dell’usato"."Questo perché -ribadisce Nunzio Ragno- i primi, palesemente, hanno ritenuto opportuno ricavare parte dei loro profitti anche dall’acquisto dell’usato, mentre, i secondi, sotto richiesta del mercato, si dedicano anche alla rivendita degli oggetti preziosi usati e ricondizionati. Tanto è stato reso possibile dall’abolizione del divieto, nello stesso locale commerciale, del commercio all’ingrosso e al dettaglio disposto dal decreto legislativo numero 147 del 2012, all'articolo 8"."I punti critici -sostiene il presidente di Antico- del provvedimento normativo antiriciclaggio in arrivo e al vaglio delle commissioni parlamentari sono altri e molto importanti, così come evidenziati nelle 'Osservazioni e commenti' depositate presso il Mef a firma di Antico, nelle quali la stessa associazione ha sollevato forti perplessità in merito al limite di utilizzo del contante previsto in 1.000 euro, all’introduzione di un conto corrente dedicato per le operazioni di solo acquisto di preziosi usati, all’istituzione di uno specifico codice Ateco, fino all’istituzione dell’apposito registro tenuto dall’Oam nel quale gli operatori saranno costretti ad iscriversi"."Specifici obblighi normativi che -rimarca- non possono ricadere in modo differenziato sulla figura del compro oro e su quella del gioielliere, in quanto le relative attività svolte convergono, quasi sempre, in un'unica attività aziendale congiuntamente esercitata, di cui, una delle quali, attraverso una semplice sostituzione del codice identificativo della relativa attività esercitata (gioielliere anziché compro oro) si presterebbe ad agevoli elusioni".





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