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Roma, 2 dic. (Labitalia) - Prosegue il momento di difficoltà delle fonderie italiane: secondo le elaborazioni del Centro Studi di Assofond, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese del settore, la produzione industriale si è assestata nel terzo trimestre 2019 su un nuovo valore di minimo assoluto (95,7), costantemente in flessione dal secondo trimestre del 2018, con l’eccezione di un timido rimbalzo all’inizio dell’anno. "Il quadro economico generale - sottolinea il presidente di Assofond, Roberto Ariotti - continua a essere difficile per le nostre imprese e, per il momento, fatichiamo a vedere un miglioramento delle prospettive a breve termine. A livello internazionale, quasi tutti i settori committenti stanno rallentando, mentre in Italia continuiamo a scontare l’assenza di una vera politica industriale, e nemmeno la prossima legge di bilancio sembra poter colmare la lacuna". "E' vero - precisa - che dovrebbero esserci misure di sostegno ai settori produttivi (bene in particolare la conferma di alcune misure fondamentali legate a Impresa 4.0), ma ci pare manchi una strategia di riforme strutturali per ridare fiato all’economia, e non ci sono nemmeno segnali di svolta per quanto riguarda gli investimenti pubblici". La perdita media dal picco massimo del quarto trimestre del 2017 al valore dell’ultima rilevazione è pari al -1,4%. In termini congiunturali, il terzo trimestre 2019 perde un ulteriore -0,2% sul trimestre precedente, mentre su base annua, ovvero i primi tre trimestri di quest’anno rispetto ai primi tre quarti dell’anno 2018, la flessione raggiunge i -4,5 punti percentuali. Nonostante la dinamica appena descritta restituisca un quadro recessivo, confermato dai valori tendenziali che continuano ad essere negativi, gli stessi evidenziano una risalita rispetto ai corrispondenti periodi del 2018, preannunciando una lenta risalita nel medio periodo. Uno sguardo ai competitor: trend in calo anche nei principali Paesi europei La situazione è analoga negli altri Paesi europei, i principali di riferimento: l’indice della produzione industriale delle fonderie tedesche arretra a 98,5 punti (-2,6%). Quello spagnolo, in maggiore difficoltà, dopo un primo trimestre abbastanza sostenuto, è sul valore più basso (93,5). Il quadro francese è ancora peggiore e, nel terzo trimestre 2019, si riduce a 91,2 punti. Tornando al contesto italiano, il comparto più dinamico, dopo lunghi periodi di arretramento, è quello delle fonderie di acciaio: ancorché in flessione (-2,4%) l’indice della produzione industriale che risponde all’Ateco 24.52 rimane sopra la media dei livelli produttivi del 2018 (quota 100). Anche le fonderie di ghisa e quelle di metalli non ferrosi sono in flessione, rispettivamente del -1,6% e del -1,2% sui trimestri precedenti, ma sono al di sotto dei livelli medi del 2018 già da diversi trimestri e, nello stesso tempo, in recessione tecnica. Il comparto della ghisa si attesta a 93,1 punti, nel terzo trimestre 2019, mentre i non ferrosi si fermano appena sopra, a 93,5. Cala la fiducia delle imprese e l’utilizzo di capacità produttiva. Le rilevazioni Assofond danno riscontro di un indice generale della fiducia in significativo calo: nell’ultimo trimestre il valore si comprime a 36,4 punti, la soglia più bassa degli ultimi quattro periodi, dopo tre riscontri di sostanziale equilibrio al di sopra delle 40 lunghezze. Gli ottimisti, presenti solo fra le fonderie di acciaio e non ferrose, si riducono al 6,1% del campione rispondente. La maggioranza crede ancora nella stabilità (60,6%) ma ad aumentare sono coloro che pensano che il quadro economico di breve periodo peggiorerà: la loro incidenza sale al 33,3%. La visibilità degli ordini continua ad oscillare intorno ad un valore basso, 2,5 mensilità, ovvero la media degli ultimi quattro trimestri: l’ultimo valore rilevato coincide con tale media, in lieve recupero sui 2,4 mesi calcolati nel secondo trimestre, ma, in ogni caso, su un trend peggiore se confrontato con i due trimestri a cavallo fra il 2018 ed il 2019. Più marcato il declino dell’utilizzo di capacità produttiva rispetto ai valori precedenti: nell’ultimo trimestre va al di sotto del 70% (69,7%); il 56,1% del campione ritiene insufficiente o scarso il livello raggiunto nella propria azienda. Per ciò che concerne gli ammortizzatori sociali, le percentuali della cig ordinaria, oltre che in aumento, sono arrivate al 9.8% delle aziende rispondenti, mentre sono stabili le statistiche sulla cig straordinaria (2,4%) e il ricorso ai contratti di solidarietà (4,9%). Le fonderie realizzano componenti indispensabili per tutti i principali settori industriali: dall’automotive alla meccanica, dall’industria aerospaziale alle macchine utensili, fino all’’edilizia e alla produzione di energia elettrica. Le fonderie italiane sono al secondo posto in Europa per produzione, dietro alla Germania, e al nono posto al mondo. Il comparto conta circa 1.000 imprese, con 30.000 addetti e un fatturato complessivo di 7 miliardi di euro. Il processo di fonderia è l’unico che permette di realizzare in maniera energeticamente efficiente una vasta gamma di manufatti, e rappresenta un sistema avanzato di economia circolare: le fonderie realizzano prodotti al 100% riciclabili utilizzando a loro volta come materia prima rottami e materiali metallici giunti a fine vita.





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