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Roma, 18 lug. (Labitalia) - Le organizzazioni dovranno adottare tecniche di automazione intelligente, nell'arco dei prossimi tre anni, per fare crescere la produttività e per continuare ad innovare. E' quanto emerge da una ricerca di Avanade, secondo cui più della metà dei leader aziendali nel mondo ritiene che l’automazione intelligente permetterà di 'aumentare' la forza-lavoro umana, invece di sostituirla. Molte aziende hanno raggiunto un livello di produttività impossibile da migliorare con i processi di ottimizzazione tradizionali; per queste aziende l’automazione intelligente offre una nuova opportunità di differenziarsi dalla concorrenza. La ricerca mostra anche il bisogno di superare le resistenze culturali intorno all’automazione intelligente: il 79% dei leader intervistati, infatti, riconosce la presenza di resistenze al cambiamento interne che possono rallentare o fermare l’implementazione delle tecnologie di intelligenza artificiale nelle rispettive aziende.Dalla ricerca emerge, inoltre, che l'automazione intelligente è già in uso nel 31% delle aziende ed è previsto che il numero raddoppi entro il 2020 e che l'86% dei leader aziendali intervistati crede che l’introduzione dell’automazione intelligente nei prossimi 5 anni sia un requisito per essere un leader nel rispettivo settore industriale.I benefici primari che deriveranno dall’utilizzo dell’automazione intelligente saranno la produttività (50% degli intervistati) e la velocità del time-to-market molto più veloce (45%). Circa il 43 % dei leader aziendali intervistati crede che l’adozione dell’automazione intelligente renderà disponibili risorse per le attività più complesse e per l’innovazione.I consumatori, che Avanade ha intervistato in Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania, concordano con i l leader aziendali che l’automazione intelligente permetterà ai dipendenti di concentrarsi sulle attività più complesse. Il 60% dei consumatori intervistati ha affermato però che l’automazione intelligente probabilmente diminuirà i posti di lavoro invece che crearne. Secondo la ricerca, per rimanere rilevanti nel mondo AI-first, i leader aziendali dovranno abbracciare queste nuove possibilità. Per il 60% dei leader aziendali intervistati comprendere le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, e sapere come utilizzare la forza lavoro 'aumentata', saranno conoscenze fondamentali nell’arco di 5 anni, a discapito di funzioni specializzate tradizionali, come vendite e marketing. "I leader -sostiene Adam Warby, ceo di Avanade- riconoscono il potenziale dell’automazione intelligente nel migliorare la produttività, ottenendo maggior valore dai dati e liberando gli impiegati da lavori banali e ripetitivi, consentendo loro di focalizzarsi su attività che richiedono l’intervento umano e-o aggiungono valore, come l’innovazione”. “Nonostante i passi avanti - aggiunge Warby - fatti nel superare la contrapposizione tra uomo e macchina, i lavoratori devono ancora convincersi. Per restare rilevanti, le aziende hanno bisogno di una visione per la nuova realtà AI-first e devono educare le proprie persone a riconoscere il potenziale dell’automazione intelligente per il raggiungimento di capacità personali e professionali senza precedenti”. Avanade raccomanda alle aziende di adottare una roadmap che provveda una visione ad alto livello ma che aiuti anche ad impostare una discussione interna che coinvolga tutta la forza lavoro sugli impatti delle tecnologie di automazione intelligente.





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