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Roma, 2 ago. (Labitalia) - Prosegue il percorso intrapreso da Assotelecomunicazioni-Asstel e Sindacati di categoria che mira a consolidare un quadro di regole a garanzia dei collaboratori outbound dei call center in una cornice di sostenibilità per le imprese. E’ in questo contesto che va inquadrato l’accordo firmato il 31 luglio tra Asstel e Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, che riunisce in testo unico, aggiornandole, tutte le intese siglate fra le parti sociali a partire dal 2013 riguardanti la disciplina delle collaborazioni nelle attività di vendita di beni e servizi e di recupero crediti svolte attraverso call center 'outbound', comprendendo inoltre le successive modifiche e integrazioni concordate anche a seguito dell’evoluzione del quadro legislativo verificatasi nel frattempo. Gli aspetti qualificanti dell’accordo riguardano, in particolare, il modello di erogazione del corrispettivo economico, uguale per tutti i lavoratori e valevole su tutto il territorio nazionale; il meccanismo della graduatoria di prelazione; le prestazioni sanitarie per i collaboratori attraverso un Piano sanitario integrativo del Ssn avviato con successo nel febbraio scorso, che si è potuto concretizzare grazie a una speciale convenzione stipulata dalle parti firmatarie con FareMutua, società di mutuo soccorso, e UniSalute, compagnia specializzata in assistenza sanitaria.“Il testo unico sottoscritto dalle parti sociali - afferma Laura Di Raimondo direttore di Assotelecomunicazioni-Asstel, che nel sistema di Confindustria rappresenta l’intera filiera delle telecomunicazioni, associando una parte rilevante della committenza e del settore dei call center in outsourcing ed è titolare del ccnl tlc - è il frutto di una visione integrata degli elementi che contribuiscono a definire l’operatività del comparto dei call center. Visione su cui deve innestarsi un nuovo percorso di politica industriale, che sia in grado di arricchire il valore aggiunto delle attività svolte favorendo virtuose dinamiche di sviluppo”. Asstel e le organizzazioni sindacali, conclude Di Raimondo, "stanno così dimostrando la capacità di stabilire un quadro di regole a sostegno della buona imprenditoria per il settore dei call center".





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