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Siena, 23 ago. (Labitalia) - Servono 450 anni per degradare una bottiglia di plastica mentre il bruco scoperto dalla ricercatrice italiana rompe le molecole di polietilene in poche ore. Alla biologa molecolare Federica Bertocchini autrice di questa scoperta fondamentale per l’ambiente va il Premio Casato Prime Donne 2017. Premiati anche i migliori contributi alla valorizzazione di Montalcino e dei suoi vini: di Pietro di Lazzaro, Stefano Pancera e Vannina Patanè. Federica Bertocchini ha alle spalle 20 anni di ricerche nei laboratori di Londra, New York e Santander in Spagna sugli embrioni dei vertebrati e una ventina di pubblicazioni in riviste scientifiche internazionali. Si tratta dunque di una biologa molecolare di grande capacità, nata a Piombino che, grazie alla sua passione per l’apicoltura, ha fatto una scoperta capace di risolvere il gravissimo problema dell’inquinamento da plastica. Il bruco della cera è in grado di rompere le molecole del polietilene come nessun altro. Esistono infatti dei batteri scoperti nel Kyoto Institute of Technology che distruggono 0,13 milligrammi di PET per centimetro quadro al giorno, mentre il baco scoperto dalla Bertocchini degrada una quantità quasi doppia di PE ogni ora. Tenendo conto che ogni anno, nel mondo, vengono usate un trilione di borse di plastica e che queste si accumulano insieme a bottiglie, scatole e altri oggetti di polietilene (PE) formando montagne immense nelle discariche e persino isole galleggianti nell’oceano, ci rendiamo conto di quanto sia importante e urgente finanziare gli studi di Federica Bertocchini per individuare l’enzima o il batterio che riduce il polietilene in molecole più piccole e più degradabili.Negli anni il Premio Casato Prime Donne ha scelto vincitrici emblematiche di grandi argomenti e del contributo femminile a una società che cambia: il contrasto al terrorismo di matrice religiosa, l’accoglienza dei profughi, i cervelli in fuga che decidono di tornare, la violenza sulle donne e quest’anno l’ambiente e il contributo della ricerca scientifica alla soluzione di un problema globale come l’inquinamento causato dalla plastica. La giuria presieduta da Donatella Cinelli Colombini e composta da Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione ha scelto una vincitrice 2017 che è appunto un esempio degli effetti dei tagli alla ricerca: Federica Bertocchini , la scopritrice del bruco mangia plastica. Nelle sezioni giornalistiche del Premio, che ha lo scopo di valorizzare i migliori contributi alla divulgazione di Montalcino e del Brunello i vincitori sono due giornalisti televisivi e una giornalista di turismo. Vince il Premio sul tema 'Io e Montalcino' Pietro di Lazzaro per il servizio televisivo dedicato al 50° anniversario del Consorzio del Brunello trasmessi dal TG3 Rai. Un racconto breve ma incisivo e a tratti provocatorio, di un anniversario che celebra la folgorante ascesa del vino Brunello da eccellenza per pochi estimatori a star dell’enologia internazionale. Stefano Pancera con il servizio televisivo intitolato 'Il futuro del vino italiano nelle mani dei giovani', trasmesso da Mattino 5 di Canale 5 vince il Premio Consorzio del Brunello sul tema 'Il Brunello e gli altri vini di Montalcino'. Pancera è uno degli artefici del progetto 'Barolo Brunello' nel quale i due grandi vini rossi vengono presentati insieme ai wine lover italiani e esteri. Anche nel servizio televisivo, Pancera ha messo in parallelo più denominazioni per capire come il vino italiano si rapporta ai giovani consumatori. Premio 'Montalcino la sua storia, la sua arte e il suo vino' per opere a firma femminile a Vannina Patanè per l’articolo intitolato 'Montalcino acqua e vino' pubblicato in 'In Viaggio'. Si tratta di uno spettacolare itinerario fra il termalismo, i centri d’arte e i piaceri enogastronomici che presenta il distretto agricolo a Sud di Siena come una meta privilegiata anche per il turismo fuori stagione. Il vincitore del Premio per fotografie sul tema 'Genti e terre dei vini Brunello e Orcia' viene scelto da una giuria popolare attraverso una votazione online. I 5 finalisti 2017 fra cui verrà scelto il vincitore, sono Andrea Rontini, Johanna Ekmark, Alberto Ragnoli e Guido Cozzi con due foto. Il progetto Prime Donne inizia nel 1988 quando Donatella Cinelli Colombini lascia l’azienda di famiglia, fra quelle storiche e importanti del Brunello, per crearne una tutta sua partendo da due proprietà da ristrutturare: il Casato a Montalcino e la Fattoria del Colle a Trequanda. Per aiutarla nello start up la madre da a Donatella delle piccole quantità di vino destinato a diventare Brunello 1993,94,95, 96 e 1997. Per trovare un cantiniere che accudisca le sue botti, lei cerca un cantiniere alla scuola di enologia di Siena ma le dicono che bisogna prenotare, i migliori studenti, con anni di anticipo. E’ solo quando chiede una enotecnica che le rispondono di si, perché le buone cantine non assumono donne in posizioni importanti. Da questo episodio nasce l’idea di un progetto audace per dimostrare l’assurdità di una discriminazione con radici storiche lontanissime ma che risulta anacronistica nell’epoca della meccanica e dell’elettronica. Nasce il Progetto prime donne: una cantina con un organico interamente femminile, un Brunello selezionato da un panel di assaggiatrici donne (la Master of Wine Rosemary George, l'esperta di vino tedesca Astrid Schwarz, una delle migliori sommelier italiane Daniela Scrobogna e la Pr italo-americana Marina Thompson), un premio che valorizzi l’apporto delle donne nella società e un percorso meditativo con i messaggi di queste donne. In 19 anni la cantina Casato Prime Donne ha allargato la sua rete commerciale a 35 Paesi del mondo, i suoi vini e soprattutto il 'Progetto Prime Donne' hanno giudizi eccellenti da parte dei maggiori critici internazionali. Il Premio si è guadagnato un posto di rilievo fra le iniziative che valorizzando il territorio di Montalcino e l’universo femminile infine le dediche delle vincitrici e le istallazioni artistiche che le accompagnano costituiscono un elemento di unicità che ha trasformato la cantina Casato Prime Donne in una wine destination sempre più visitata.




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