Roma, 11 dic. (Labitalia) - "Lo sciopero dichiarato dalle organizzazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria assume, per Cimo, un forte significato politico che non può e non deve essere ricondotto alla sola rivendicazione salariale e contrattuale". Lo ha detto Guido Quici, presidente del sindacato dei medici, Cimo-Cida, commentando lo sciopero della categoria proclamato per domani, 12 dicembre. "Siamo all'epilogo -spiega- di un processo di de-potenziamento del servizio sanitario pubblico che parte da un evidente sottofinanziamento del sistema, si sviluppa attraverso modelli organizzativi tendenti ad una sanità a costi sempre più bassi e mira ad impoverire il lavoro dei sanitari, in particolare il lavoro del medico le cui condizioni di disagio lavorativo sono sempre più evidenti. Questa è l’evidenza dei fatti e questo è il motivo dello sciopero. Ma Cimo ritiene che occorre approfondire ulteriormente le motivazioni che riguardano il mondo medico"."Assistiamo ad una precisa volontà politica -denuncia Quici- di emarginare il medico dipendente. Nessun bonus, improvvise accelerazioni su provvedimenti quali la riforma degli ordini e delle professioni sanitarie, secondo un copione già visto con il comma 566, e non è una coincidenza se è riconosciuto ai soli infermieri e ostetriche e non ai medici il lavoro usurante. Non è un caso, ancora, se la piramide dei ricercatori della sanità è impedita dal mancato inquadramento del ricercatore a livello dirigenziale, non è un caso se il contratto di lavoro è in fase avanzata per il comparto sanità ma non per la dirigenza, non è un caso se lo stesso contratto non è ancora finanziato, come non è un caso se si prevedono bonus a favore dei docenti universitari ma si congela la retribuzione individuale di anzianità per i medici"."Non sorprende nessuno, quindi, se -avverte- la demotivazione porta il bravo medico a cercare gratificazioni altrove. Ma la stessa demotivazione rischia di minare definitivamente il rapporto di fiducia con il paziente creando quella condizione di disagio che rischia di trasformarsi in un vero e proprio contrasto sociale ogni qual volta si tenta di mettere in contrapposizione chi necessita di cure e chi, viceversa, ha il dovere di curare". Ma il medico "non deve cadere in questa trappola, deve esprimere al meglio ciò che sa fare e recuperare la propria autonomia che, per motivi di tempo o di budget, gli è stata preclusa dalla troppa burocrazia. Non è possibile accettare una organizzazione scandita da tempi sempre più ristretti che impediscono al medico di svolgere correttamente il proprio lavoro. C’è sempre meno tempo per fare anamnesi, esame obiettivo e semeiotica. Quindi lo sciopero è anche per difendere la professione e la qualità delle cure". "Cimo -sottolinea Guido Quici- chiede quindi, per questa vertenza, il supporto e la solidarietà della Fnomceo e di tutti i presidenti di ordine, dei colleghi della medicina convenzionata e, auspicabilmente, dei 44 parlamentari medici perché, tutto sommato, il problema riguarda anche loro. Scioperare il 12 dicembre non è solo rivendicare un contratto di lavoro scaduto da 8 anni, ma è l’occasione di un forte richiamo della categoria a difesa della professione per dire basta a questa politica di deprivazione che lede i diritti, sia di chi cura, che di chi chiede di essere curato".
aiTV
Scontri a La Sapienza: lite furiosa tra Cecchi Paone e lo scrittore Christian Raimo
"Ponte? Non serve a nulla, prima le strade per la Siciliaâ€: Salvini contestato
in evidenza
La “Pietà †di Gaza
World Press Photo, ecco la foto vincitrice del 2024
in vetrina
Fuorisalone, la guida di Affari agli eventi della Milano Design Week 2024
Guarda gli altri Scatti