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Roma, 22 dic. (Labitalia) - "Il tema dell’equo compenso si inserisce nel più ampio dibattito dottrinale e legislativo relativo all’estensione delle tutele dei lavoratori autonomi e dei professionisti". A dirlo, in un parere, la Fondazione Studi dell'ordine dei consulenti del lavoro, in cui si analizza le professioni liberali europee e le disposizioni in materia di equo compenso, evidenziando i regimi di compatibilità con il sistema di diritto comunitario anche per il tramite di alcune sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione europea. "Le disposizioni in materia di equo compenso -sottolinea- costituiscono una presunzione giuridica per la quale i compensi inferiori a quelli fissati dai parametri ministeriali risulterebbero iniqui". Inoltre, "presentano elementi di forte differenza con l’istituto delle tariffe minime obbligatorie, in particolare per quanto concerne origine, struttura e finalità". "Troppo spesso -avverte la Fondazione Studi- purtroppo si assiste ad una lettura distorta della regolazione europea in materia di professioni e dei relativi compensi, attraverso la quale si vuole far intendere che il sistema di riconduzione dei compensi professionali a parametri di equità o a specifiche tariffe sia contrario al mercato interno e violi i principi di concorrenza in ambito europeo". "Recenti sentenze della Corte di Giustizia europea -fa notare- hanno dimostrato il contrario, introducendo anzi condivisibili e innovativi concetti di compatibilità con il mercato interno di metodi di determinazione del compenso attraverso il controllo pubblico". "Una valutazione serena ed oggettiva -sottolinea la Fondazione Studi- del contesto economico e sociale delle professioni liberali europee, porta a concludere che l’affermazione dell’equità del compenso professionale e il riconoscimento della dignità del lavoro autonomo, costituiscono beneficio per tutto il mercato interno, in estrema coerenza per altro con il pilastro dei diritti sociali europei, tra i quali, proprio il lavoro, subordinato e autonomo, costituisce elemento fondamentale".




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