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Roma, 11 lug. (Labitalia) - Sono due le audizioni che, oggi presso la commissione Lavoro del Senato, hanno visto sollevare riflessioni e proposte da parte del Comitato unitario delle professioni, rappresentato dalla presidente Marina Calderone, sul disegno di legge 2858 sulle 'disposizioni in materia di equo compenso e responsabilità professionale delle professioni regolamentate' e sull’ 'impatto sul mercato del lavoro della quarta rivoluzione industriale'. La delegazione, guidata dalla presidente del Cup e del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, era composta da: Gianmario Gazzi, presidente Consiglio Nazionale Assistenti Sociali; Cesare Giuliani e Massimo Pensato, membri del Consiglio Nazionale Notariato; Giorgio Luchetta membro del Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili; Barbara Mangiacavalli, presidente Federazione Nazionale Collegi Infermieri e Sergio Borrelli vicepresidente Federazione Nazionale Tecnici Sanitari di Radiologia Medica. In particolare, dopo aver manifestato pieno apprezzamento per la proposta di legge presentata dal senatore Maurizio Sacconi, che impegna il Governo a definire proposte a tutela del giusto compenso delle professioni regolamentate e degli stessi cittadini, la presidente del Cup ha auspicato che possa essere completata entro fine legislatura la discussione parlamentare del ddl che “si pone -ha dichiarato- quale completamento fisiologico del percorso intrapreso per tutelare il lavoro autonomo. Un intervento che da tempo definiamo costituzionalmente necessario, così come è sancito dall’art. 36 della Costituzione”. Per il Cup i tempi sono maturi dato che la legge 81/2017 si pone l’intento di tutelare i lavoratori autonomi per colmare un ritardo non più tollerabile, dopo le norme già in vigore sull’equo compenso dei giornalisti ed i recenti interventi giurisprudenziali sul rispetto del limite del decoro quale soglia minima insuperabile per i compensi. L’obiettivo del Comitato è quello di giungere all’approvazione dell’equo compenso e di una serie di interventi mirati a favorire l’occupazione dei giovani professionisti e a sostenere i loro redditi professionali. Una misura praticabile per il Cup potrebbe essere anche quella del differimento degli oneri previdenziali per i primi tre anni di vita professionale degli iscritti agli albi. Si tratterebbe di applicare una sorta di 'contribuzione figurativa ad hoc' a carico della fiscalità che la Cassa di previdenza della categoria interessata terrebbe in conto solo in fase di calcolo della pensione, includendo solo a fine carriera la quota figurativa accantonata nel frattempo dallo Stato. Per il Comitato questa proposta potrebbe essere inserita nel decreto legge Mezzogiorno, che introduce forti agevolazioni per sviluppare le capacità imprenditoriali dei giovani tra i 18 e d i 35 anni, escludendo però i giovani professionisti. Durante la seconda audizione, invece, la presidente Calderone ha evidenziato la necessità di perseguire un’economia della conoscenza in cui gli investimenti nell’innovazione tecnologica vadano di pari passo a quelli nel capitale umano affinché si possano creare posti di lavoro di qualità. “Il cambiamento di cui necessita l’Italia -ha dichiarato la presidente- deve essere sostenuto investendo in capitale umano, riforme e tecnologie adeguate ai processi di innovazione in atto, perché solo in questo modo si favorire la crescita e la competitività”. In questo contesto i liberi professionisti possono fare la differenza, perché sono tra quei soggetti che meglio rispondono alla domanda di personalizzazione di servizi e prodotti presenti sul mercato. “Questa capacità -ha dichiarato la presidente- racchiude professionalità, competenze, attitudini e lavoro di squadra che sono proprie delle libere professioni. Queste, infatti, secondo il nostro Osservatorio statistico, sono l’unica tipologia di occupati in crescita dal 2009 al 2013”. E' necessario, dunque, secondo il Cup che il Belpaese acceleri e completi il suo percorso di innovazione e di riforme per cogliere quelle opportunità che non ha ancora colto a pieno. "L’Italia -ha ribadito Marina Calderone- è chiamata a definire interventi importanti, come l’equo compenso ai professionisti, e riforme strutturali, come quella sul welfare e le politiche attive del lavoro, sullo sviluppo del sistema dell’alternanza scuola-lavoro e sul sostegno al lavoro autonomo e libero professionale per sviluppare servizi adeguati al cambiamento di cui abbiamo bisogno. Provvedimenti che necessitano di una forte regia nazionale che ne verifichi l’attuazione e l’impatto sul lavoro e sulle condizioni di vita degli italiani”.





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