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Roma, 10 ott. (Labitalia) - Le aspettative salariali dei giovani, in Italia, sono sempre più pessimiste. E' quanto rileva un sondaggio globale realizzato da Monster sui guadagni potenziali dei lavoratori rispetto ai genitori ha rivelato che un lavoratore italiano su due (il 50% del totale) prevede di guadagnare meno o molto meno dei genitori nel corso della propria carriera rispetto ai lavoratori di Canada (31% ), Francia (27%), Finlandia (24%) e Stati Uniti (17%). I risultati dimostrano che in Italia i giovani già inseriti nel mondo del lavoro o in cerca di occupazione avvertono un livello elevato di incertezza e preoccupazione per quanto riguarda le proprie aspettative di carriera e prospettive economiche future. Dai numeri emerge, inoltre, un netto contrasto rispetto alle prospettive dei giovani nel resto del mondo. Più del 60% del totale degli intervistati ha delle prospettive di guadagno molto più alte o comunque superiori a quelle dei propri genitori. Meno di un quinto (17%) degli intervistati prevede un potenziale di guadagno inferiore rispetto ai genitori nel corso della propria carriera; la percentuale scende ulteriormente (solo il 7%) tra coloro che prospettano guadagni nettamente inferiori rispetto ai genitori. Tra i gruppi di intervistati italiani, questi numeri hanno raggiunto un più rassicurante 26% tra coloro che si aspettano di guadagnare più dei genitori, ma solo quando l'entusiasmo è stato ridotto da aspettative salariali 'molto più alte' a 'più alte'. Si tratta tuttavia di cifre ancora ben al di sotto della media degli altri paesi inclusi nel sondaggio (-10%). "I dati rilevati dal sondaggio lasciano emergere una situazione obiettiva contrastante -commenta Nicola Rossi, country manager di Monster Italia- e testimoniano il grande pessimismo che regna in Italia tra i giovani alla ricerca di occupazione rispetto ai coetanei in altre aree del mondo. Si tratta probabilmente della più grande sfida che il nostro Paese si trova ad affrontare: invertire progressivamente questa spirale negativa con incentivi e politiche che, assieme a una solida presa di posizione in materia di occupazione, offrano ai giovani in cerca di lavoro la prospettiva di un reale miglioramento della propria posizione rispetto a quella delle generazioni che li hanno preceduti". Tra i più ottimisti, il sondaggio Monster ha rilevato che quasi tre quarti (71%) degli americani prevedono di guadagnare 'molto di più' (32%) o 'di più' (39%) durante la propria carriera rispetto ai genitori. Tra coloro che hanno mostrato una percentuale di pessimismo per quanto riguarda il proprio potenziale di guadagno, solo il 12% si aspetta di guadagnare meno dei genitori e solo il 5% degli intervistati statunitensi prevede di guadagnare molto meno. Ad accompagnare gli americani nel loro ottimismo sono i canadesi, con più della metà (55%) che prevede guadagni di carriera 'molto più alti' (22%) o 'più alti' (33%) rispetto ai genitori. Tuttavia, dal sondaggio è emerso anche che quasi un terzo (31%) dei lavoratori canadesi ha prospettive di guadagno 'più basse' o 'molto più basse' rispetto ai genitori. Le aspettative di Finlandia e Francia sono in linea con quelle del Canada e sono quasi identiche l'una all'altra. La maggior parte degli intervistati in Francia (54%) e Finlandia (56%) ha prospettive di guadagno 'molto più alte' o 'più alte' dei genitori. Metà di questi, quasi un quarto del totale (il 27% in Francia e il 24% in Finlandia) prevedono di guadagnare 'meno' o 'molto meno' dei genitori entro la fine della propria carriera. La percezione globale, quindi, per quanto riguarda il potenziale di guadagno nel corso della propria carriera lavorativa non è così pessimista. In realtà, questi risultati mostrano una grande speranza in termini di guadagni potenziali per i nostri leader di domani. Tuttavia, c'è ancora molto lavoro da fare e il margine di miglioramento in tutto il mondo è elevato. I risultati ottenuti in Italia, dove il 26% ritiene di avere prospettive di guadagno superiori (ma non di molto) rispetto ai genitori, mentre un terzo (34%) ritiene che tali guadagni saranno inferiori ai genitori, sottolineano la necessità di livelli di sostegno, opportunità e risorse maggiori.





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